Crema idratante ai petali di rosa da preparare in casa

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La bellezza non basta: il tempo che passa, l’età, gli agenti atmosferici e mille altre variabili rischiano di comprometterla piuttosto velocemente e, quindi, va in qualche modo mantenuta. La pelle del viso, in particolare, è quella più esposta e, quindi, non sono mai troppe le attenzioni, senza necessariamente spendere delle fortune. L’idea di oggi è quella di preparare in casa una buona crema idratante ai petali di rose. Usare, insomma, il fiore più bello e profumato per poter contare pure su una base trucco che non contenga alcun prodotto chimico.

Solo oli essenziali per la nostra crema viso che, lo ricordiamo, va comunque utilizzata in piccole qualità ed è perfetta per chi ha la pelle normale o secca. L’ideale sarebbe coltivare le rose direttamente a casa, meglio se con prodotti biologici. Notate bene che per questo prodotto si preferisce l’infuso di petali piuttosto alla classica acqua e i risultati sono notevoli. Vi servirà 150 ml di acqua bollente su 5 g di petali che resteranno in infusione per dieci minuti. Andiamo però alla preparazione del prodotto:

  • 1 cucchiaio di cera vergine in granuli o 2 cucchiai di cera grattugiata se l’avete acquistata a pezzi
  • 10 ml di olio di mandorle dolci
  • 20 ml di olio di falsi frutti di rosa o di calendula o 10 ml di rosa mosqueta
  • 15 ml di acqua di rosa o di infuso
  • 2 gocce di olio essenziale puro di rosa

Prendete la cerca e unitela all’olio di mandorle dolci e all’olio di falsi frutti di rosa, di nocciolo di albicocca e di calendula. Vanno sistemati in una ciotola che possa resistere al calore e scaldati a bagnomaria. Appena la cera si scioglierà, potrete versare l’acqua di rose. Mescolate e dopo un poco versate l’olio essenziale di rosa. Con un cucchiaio mettete tutto in un barattolo di vetro con tappo a vite e conservate in frigorifero per un massimo di tre mesi. Se usate l’infuso, invece, non usatelo per più di un mese. Usate sempre un cucchiaino e non mettete le mani nella crema.

 

Photo Credit: Daniela Vladimirova su Flickr

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