Non solo mare e laghi… molti italiani vivono in prossimità di fiumi di montagna, che sono tutt’ altro che inadatti agli sport. L’ hydrospeed è uno sport fluviale nato in Francia verso la fine degli anni cinquanta come nuoto in acqua viva seguendo la corrente. Successivamente fu introdotto l’ omonimo galleggiante (simile a un piccolo bob) con la duplice funzione di proteggere l’ atleta dagli urti contro le rocce e offrire un punto d’ appoggio. Per proteggersi dal freddo delle acque, che in genere sono frutto del disgelo estivo di nevai e ghiacciai, si indossa una muta in neoprene molto spessa (5 mm) e fornita di imbottiture protettive. Completano l’ attrezzatura il casco, il giubbotto salvagente e le pinne, indispensabili quest’ ultime per dare la giusta propulsione ed affrontare i vari passaggi.
In Italia la comparsa dell’ hydrospeed è molto ritardata: inizia a comparire verso l’ inizio degli anni novanta e oggi è uno degli sport più gettonati dai turisti per via del divertimento di scivolare lungo il fiume. Ad occuparsi di questo sport (che da molti viene definito estremo, ma che è possibile praticare anche in sicurezza) c’ è l’ Associazione Italiana Hydrospeed, fondata l’ 8 settembre 1991, che è costituita da società sportive, turistiche o naturalistiche.
Non siete convinti? Ecco alcuni buoni motivi per provare almeno una volta a fare hydrospeed.