In Italia un milione di donne soffre di disturbi alimentari: anoressia e bulimia. Il loro tasso di mortalità è 12 volte superiore a quello delle donne sane. Le ragazze non si piacciono: 7 su 10 hanno problemi ad accettare il loro corpo e sono alle prese con seri problemi di alimentazione. Gli effetti di anoressia e bulimia sono molto gravi sulla salute. E’ l’ allarme lanciato dagli specialisti di nutrizione che il 5 giugno si sono riuniti in congresso a Vicenza. Se è vero che le donne sono le più colpite dai disturbi alimentari e che nel 20-30% la malattia diventa cronica, anche la crescita del numero degli uomini che soffrono di anoressia e bulimia e hanno un rapporto difficile con il cibo allarma gli esperti. Tra le cause e i fattori scatenanti di anoressia e bulimia quelli familiari sono sempre più frequenti. Secondo i medici è in aumento il numero di ragazze ammalate che hanno madri che soffrono di problemi alimentari. Situazione che complica molto le cure. Su 100 nuovi casi, il 20% è rappresentato da figlie di madri anoressiche o bulimiche. Sotto accusa i modelli irraggiungibili delle pubblicità: gli studi dimostrano che le lettrici abituali di moda sono più soggette a comportamenti alimentari disturbati che portano ad anoressia e bulimia.
Sopressa vicentina DOP della cucina veneta
Poco sale e tanto sapore: è la soppressa vicentina DOP, perfetta per l’ aperitivo ma anche in cucina per piatti golosi. Un boccone tira l’altro, l’ importante è che sia vicentina e Dop. Forse la conoscono in pochi ma chi assaggia la soppressa vicentina non può fare a meno di apprezzarla. L’ impasto della soppressa vicentina è compatto ma resta tenero e morbido malgrado la lunga stagionatura. Sono il clima e le caratteristiche ambientali di questa zona geografica, con giornate ventilate e asciutte, che conferiscono alla sopressa il profumo e l’ aroma tipico dovuto anche all’aggiunta di pepe e altre spezie (cannella, chiodi di garofano, noce moscata e rosmarino). L’ apporto di sale è minimo. Il risultato finale è un prodotto con buone qualità dietetiche. Non deve abusarne però chi ha problemi di fegato o colesterolo perché comunque, come in tutti i salumi, un certo quantitativo di grasso è inevitabile. La Denominazione di Origine Protetta (DOP) viene riconosciuta dall’ Unione Europea ai prodotti tipici che hanno un forte legame con il territorio di origine e il cui processo di lavorazione è eseguito interamente in un’ area delimitata e secondo un preciso disciplinare di produzione. Questo per tutelare un prodotto il cui valore non è solo economico ma anche storico e culturale. Il controllo di qualità della sopressa Vicentina viene eseguito in modo severo, in particolare viene verificato che l’ allevamento degli animali, la lavorazione delle carni e la stagionatura siano realizzati secondo un preciso disciplinare. La scelta della razza suina più rustica (il mas-cio) e alle modalità di alimentazione dei suini (evitando l’uso di sottoprodotti), rappresentano proprio la peculiarità che fanno della sopressa Vicentina un prodotto DOP.
Salame d’ oca di Mortara. La specialità della provincia di Pavia
La zona di produzione del salame d’ oca è la provincia di Pavia. Fin dal Medioevo la Lomellina, favorita dalle condizioni climatiche ed ambientali, è la più importante zona per l’ allevamento di oche in Italia, con epicentro a Mortara. I salumieri lomellini, riuniti nel Consorzio Produttori contraddistinto da un apposito marchio depositato, confezionano i loro prodotti d’ oca, tra cui il prodotto leader della salumeria lomellina, il Salame d’ oca di Mortara (composto di una parte di carne d’ oca e di due parti di carne di suino ed immesso al consumo dopo la cottura) ed il Salame d’ oca di Mortara Ecumenico (preparato esclusivamente con carne derivante dal disossamento del petto dell’ oca, senza l’ aggiunta di altro tipo di carne e quindi stagionato per almeno sessanta giorni). A differenza del primo, ormai popolare fra i buongustai in Italia e all’ estero, il salame d’ oca Ecumenico è stato introdotto sul mercato da quasi un decennio, grazie al lavoro di ricerca effettuato da appassionati salumieri lomellini che si rifanno ad antiche tradizioni. Il salame d’ oca ecumenico rappresenta un rarissimo esempio di unione, almeno in termini gastronomici, delle tre religioni monoteiste: la cristiana, l’ ebraica e la musulmana (che vieta il consumo di carne di maiale).
Il festival internazionale dell’ ambiente a Milano parte in tram
E’ partito il Festival Internazionale dell’ Ambiente a Milano e in Lombardia. Fino all’ 11 giugno giorni di feste e incontri dedicati all’ ambiente e all’ ecologia. A Milano, alle fermate dei tram i consigli per inquinare meno. Tutti invitati: bambini, adulti, ambientalisti convinti e semplici curiosi. E l’ ingresso è libero. I temi da approfondire sono ormai patrimonio della vita di tutti i giorni: mobilità sostenibile, commercio equo solidale, turismo responsabile, alimentazione biologica, raccolta differenziata (solo per citarne alcuni). E a Milano anche prendere il tram diventa un’ occasione per imparare qualcosa: su 100 fermate delle linee di superficie sei consigli per inquinare meno. Uno fra tutti scegliere i mezzi pubblici quando si può. Ma gli eventi e le iniziative sono tantissimi. Per i più piccoli ci sono i laboratori creativi per imparare divertendosi qualcosa in più sulla natura e su come rispettarla. E per gli adulti dibattiti, rassegne cinematografiche, spettacoli teatrali, arte e viaggi. Al Parco Sempione dal 6 giugno c’è il Villaggio Sostenibile con parco giochi, stand di cibi biologici, proiezioni di film e dibattiti. E per chi ha voglia di vedere qualcosa di veramente insolito, al Parco Lambro domenica 8 giugno alle 10:30 va in scena la spettacolare liberazione di 500 farfalle.
Per informazioni sul calendario eventi completo del Festival Internazionale dell’ Ambiente a Milano e in Lombardia: www.festivaldellambiente.com – tel 0291431510
I giorni della salute. A Milano test gratuiti fino al 15 giugno
Avete mai pensato di camminare per Milano e, alla fine della vostra passeggiata, tornare a casa con un mini check-up personalizzato del vostro stato di salute ? Lo potete fare
Rapporto ecomafie legambiente. Il Veneto secondo nel ciclo illegale dei rifiuti
Dal rapporto ecomafie di Legambiente emergono dati allarmanti: ogni anno sparisce una montagna di rifiuti alta 2000 metri. Milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono smaltiti in modo illegale. Reati, denunce e sequestri non bastano a fermare l’ illegalità. Nel 2007 i numeri dell’ illegalità ambientale sono cresciuti: 18,4 miliardi il giro d’ affari dei crimini ambientali in Italia; 4800 i reati per smaltimento illegale dei rifiuti; 103 le indagini sul traffico di rifiuti in Italia e con l’ estero; 2196 le persone denunciate; 520 le aziende coinvolte nel traffico di rifiuti; salgono a +27% i reati ambientali; 9074 i sequestri effettuati per crimini ambientali; 28000 le case abusive costruite nel 2007; 225000 gli ettari di bosco bruciati; 7,5 milioni le tonnellate di anidride carbonica prodotte dai roghi degli alberi. Questi i dati del rapporto sulle ecomafie diffuso da Legambiente. Una montagna di rifiuti alta una volta e mezzo il Vesuvio sparisce nel nulla ogni anno. Si verificano circa 83 crimini ambientali al giorno, tre ogni ora, 30124 in tutto. I reati accertati dalle forze dell’ ordine nel 2007 per violazione della normativa sui rifiuti sono stati oltre 4800, il 36% dei quali commessi nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa: Campania, Calabria, Puglia, Sicilia. In totale le violazioni della legge sull’ ambiente sono state 30124 , il 27% in più rispetto al 2006. La buona notizia è che aumentano anche le persone denunciate (22069, il 9,7% in più) e i sequestri (9074, cioè +19% rispetto al 2006), mentre il fatturato dei clan dell’ ecomafia è diminuito di 4 miliardi di euro rispetto al 2006. A Napoli arrivano rifiuti tossici altamente pericolosi dalle industrie del nord con il coinvolgimento della Camorra. La Campania è prima per reati ambientali nella classifica dell’ illegalità redatta da Legambiente, seguita dalla Calabria. In queste due regioni si concentra il 30% degli illeciti ambientali individuati in tutta Italia. Ma l’ ecomafia non colpisce solo il Sud, ma anche Lombardia, Liguria, Piemonte e Veneto. Proprio il Veneto, poi, si classifica secondo, dopo la Campania, nel ciclo illegale dei rifiuti. La Puglia mantiene il terzo posto.
Salute in corsa. Il jogging contro sovrappeso e colesterolo alto
Quanto fa bene il jogging alla salute ? La corsa è davvero un toccasana per il nostro benessere: migliora le funzioni cardiache e respiratorie, attiva le difese immunitarie, contro ipertensione, ipercolesterolemia e disturbi circolatori è la migliore medicina. E aiuta a mantenersi giovani. Il jogging non richiede una grande attrezzatura o speciali attitudini. Forse per questo è divenuta una delle attività più note e praticate. Allentarsi con regolarità e costanza è il miglior modo per dimenticare l’ indirizzo del medico di base.
SALUTE IN CORSA
I vantaggi del jogging per la salute non si contano. La corsa potenzia l’ efficienza circolatoria grazie all’ immissione in circolo sotto sforzo di sostanze vasodilatatrici, che agiscono sui muscoli e sulle arterie (i vasi arteriosi, grazie all’ azione di vasodilatazione, aumentano di calibro e mantengono questa dilatazione anche con il cessare dell’ attività fisica). Il sangue circolante incontra meno resistenze nei vasi, favorendo l’ abbassamento della pressione arteriosa. Inoltre correre aumenta la capacità vitale dei polmoni e il massimo volume respiratorio, migliorando anche l’ ossigenazione dei tessuti. Con la corsa si regolarizzano le funzioni dell’ apparato digerente e si mantiene il peso forma: una sana attività sportiva come il jogging tende a equilibrare il centro cerebrale della fame stimolando la richiesta di una miglior qualità di cibo a discapito di una sua maggior quantità. Correre aiuta anche a ridurre il livello di colesterolo nel sangue. Alcuni studi americani hanno evidenziato che correre per 6 mesi, per 45 minuti al giorno, per 5 giorni alla settimana, aumenta il valore di HDL (colesterolo buono) del 14-15% e porta a una diminuzione dei trigliceridi.
Trattamenti al cioccolato: massaggi anticellulite, peeling e scrub. Anche fai da te con la cioccolato-terapia
Il cioccolato (oltre ad essere buono!) è anche un’ ottima arma di bellezza usata nei centri estetici con la cioccolato-terapia: un insieme di trattamenti per viso e corpo che impiegano il cioccolato per massagggi anticellulite, peeling per ringiovanire il viso, scrub esfolianti per viso e corpo e bagni tonificanti. Il cioccolato ha infatti molte proprietà estetiche, è ricchissimo di sostanze nutritive ed idratanti che riescono a rendere la pelle più bella ed elastica e sono in grado anche di combattere la cellulite. Inoltre contiene una quantità notevole di antiossidanti, polifenoli e tannino capaci di contrastare l’ invecchiamento cutaneo. E la cellulite ? Si attenua grazie ai flavonoidi che svolgono un’ azione drenante e favoriscono l’ eliminazione dei liquidi di ristagno. In più la caffeina scioglie gli antiestetici cuscinetti adiposi. Ecco perché i trattamenti al cioccolato sono ormai diventati una filosofia praticata nei migliori centri di benessere. Massaggi, idromassaggi, applicazioni a tutti i gusti del cioccolato, è quanto di più goloso ed efficace il mercato possa offrire. I trattamenti, inoltre, incrementano la produzione di endorfine che a loro volta favoriscono l’ attività della serotonina, il neurotrasmettitore della serenità e del buonumore.
Riso DOP di Baraggia. Prodotti tipici del Piemonte
Il riso (bianco o nero) di Baraggia del Piemonte non teme confronti per tenuta in cottura e qualità, dall’ antipasto al dolce. Nel triangolo tracciato dal fiume Sesia ad est, il torrente Elvo a ovest sud-ovest e la strada Biella Cossato Gattinara a nord nordovest, un territorio freddo e fortemente argilloso, prende forma e sapore il riso di Baraggia, un riso che in tutte le sue varietà ha una notevole capacità di assorbire i condimenti. Le varietà Baraggia, Biellese e Vercellese DOP mantengono una maggiore consistenza. L’ultimo a completare la gustosa gamma dei risi di Piemonte, il nero di Baraggia integrale a pericarpo nero, con un granello di buone dimensioni e dai tempi di cottura ridotti, (ideale per timballi e piatti a base di pesce) è una chicca per intenditori. Il termine Baraggia da sempre è stato usato per indicare i terreni poco fertili, occupati da vegetazioni spontanee tipiche della brughiera quali rovi, erica e querce. L’ unica possibilità per renderli sfruttabili dal punto di vista agronomico era offerta dalla disponibilità costante di acque irrigue. L’ irrigazione, inoltre, rappresenta lo strumento ideale per neutralizzare l’ acidità del terreno. E il riso, che richiede la pratica dell’ irrigazione per sommersione (la stessa raccomandata per la bonifica) costituiva una delle poche colture possibili. La coltivazione nella Baraggia biellese e vercellese venne inizialmente introdotta in via sperimentale, scegliendo le varietà di riso più adatte alle difficili condizioni climatiche. Il marchio Dop rappresenta un riconoscimento importante per decine di aziende che hanno scelto la strada difficile della produzione di qualità e che oggi sono fortemente preoccupate dall’ ingresso sul mercato europeo e italiano dei risi asiatici. Il riconoscimento del grande valore aggiunto del riso di Baraggia rappresenta un importante tassello delle qualità del Piemonte agricolo e agroalimentare, da tutelare e valorizzare. Con il regolamento CE n° 982/2007, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Unione Europea, la Commissione delle Comunità Europee ha approvato la Denominazione di Origine Protetta per il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese. La DOP costituisce la più importante certificazione di valore europeo a protezione e valorizzazione dei prodotti tipici agroalimentari per i quali tutto il processo produttivo, dalla coltivazione alla lavorazione e trasformazione, avviene esclusivamente in un territorio delimitato e riconosciuto ufficialmente.
Olio Sabina del Lazio: olio DOP dietetico e salutare
L’ olio d’ oliva Sabina del Lazio deriva da olive raccolte a mano e spremute a freddo, senza manipolazioni o solventi chimici. Questo è il segreto del sapore e della leggerezza dell’ olio Sabina. Quaranta chilometri a nord est di Roma si estende quella parte della catena degli Appennini conosciuta con il nome di monti Sabini. Una zona suggestiva, che il tempo, nei secoli, ha mutato poco, nell’ urbanistica e nelle tradizioni. La produzione di olio d’ oliva Sabina, è ritenuta, da sempre, il prodotto di eccellenza del territorio, riconosciuto dal marchio DOP. Non a caso ritroviamo notizie degli ulivi e dell’ olio sabino negli scritti che precedono la fondazione di Roma. In Sabina vive l’ ulivo più antico d’ Europa, 2000 anni di storia. A rendere speciali le olive e l’ olio che se ne ottiene, color giallo oro dai riflessi verdi e con un’ acidità massima pari allo 0,70%, sono le caratteristiche climatiche della zona di coltivazione e il terreno calcareo, permeabile e asciutto. Molte le varietà di olive impiegate, da sole o in abbinamento: Carboncella, Leccino, Raja, Frantoio, Moraiolo, Olivastrone, Salviana, Olivago e Rosciola. L’ olio Sabina è frutto di un lungo e paziente lavoro, per questo la qualità è altissima. Le olive vengono raccolte a mano e lavorate con il metodo tradizionale della spremitura a freddo, vale a dire con la sola pressione quindi senza manipolazione o addizione di prodotti chimici. Il risultato, sicuramente, non risponde a criteri di quantità bensì di qualità e basta assaggiare il risultato per capirlo: sapore, leggerezza, profumo sono inconfondibili. Le analisi, inoltre confermano altri dati: l’ ottimo valore nutrizionale, le numerose proprietà benefiche che ne fanno un condimento unico e da provare.
Bellezza e canoni culturali. La cultura del fit-wellness
Diverse culture danno luogo a diverse rappresentazioni della bellezza e a differenti estetiche del corpo. Il senso della bellezza assume la forma dei valori e dei canoni culturali che inducono
Chirurgia news: liposuzione dei polpacci, mioplastica, falloplastica maschile
Le tecniche di chirurgia estetica plastica sono in continua evoluzione. Tra le novità nel panorama degli interventi estetici sul corpo troviamo: la liposuzione dal ginocchio alla caviglia per la riduzione di polpacci, la mioplastica per l’ aumento della muscolatura (tramite inserimento di protesi) sugli arti inferiori (soprattutto per aumentare i polpacci) colpiti da scarso sviluppo muscolare a seguito di piede torto o ginocchio varo; la falloplastica, l’ ultima frontiera della chirurgia sessuale maschile per l’ aumento e il miglioramento delle dimensioni del pene.
LIPOSUZIONE DAL GINOCCHIO ALLA CAVIGLIA (riduzione dei polpacci)
Dopo quasi 30 anni di esperienza negli interventi di liposuzione (detta anche liposcultura), la tecnica di chirurgia estetica plastica che consente di aspirare ed eliminare il grasso corporeo in eccesso, esistono ancora delle zone del corpo dove i chirurghi plastici non osano avventurarsi nel timore di ottenere scarsi risultati. E’ il caso della liposuzione dal ginocchio alla caviglia. La mancata soddisfazione di questa richiesta (l’ intervento di liposuzione dal ginocchio alla caviglia è praticata da pochi chirurghi estetici plastici) genera una forte inibizione soprattutto nelle donne che hanno forti accumuli di grasso sui polpacci e aspirano ad una riduzione dei polpacci; di conseguenza molte donne sono restie soprattutto nell’ indossare le gonne. Ma la riduzione del grasso in eccesso dai polpacci può riguardare anche l’ uomo. Alcuni chirurghi estetici praticano la liposcultura (o liposuzione) della zona dal ginocchio alla caviglia da più di 20 anni ottenendo ottimi risultati e liberando le donne dagli antiestetici accumuli di grasso sui polpacci. Il metodo usato per la liposuzione è un modello di cannula ad aspirazione costruito e modellato per avere la migliore efficacia e manualità in queste zone particolari del corpo.
Riduzione addome: addominoplastica, mini-addominoplastica, chirurgia dell’ obesità
Un intervento chirurgico di addominoplastica può essere indicato per due motivi fondamentali:
• per una eccessiva quantità di grasso (addome pendulo)
• per una eccessiva quantità di cute o pelle (addome grinzo)
A queste condizioni principali che portano all’ intervento di addominoplastica possono associarsi altre alterazioni come cicatrici da precedenti interventi chirurgici o ernie ombelicali. La scelta di un intervento di addominoplastica dipende di volta in volta dalle condizioni cliniche del soggetto e dagli obiettivi che si vogliono raggiungere; in quasi tutti i pazienti che si sottopongono all’ addominoplastica esiste comunque un più o meno marcato rilassamento dei muscoli dell’ addome e un eccesso di grasso. Lo scopo dell’ addominoplastica è quello di appiattire la parete addominale (per ottenere una pancia piatta), asportare ed eliminare la cute e il grasso in eccesso, rinforzare i muscoli addominali rilassati e ricostruire l’ ombelico secondo la sua forma originaria. L’ addominoplastica conferisce all’ addome un aspetto più tonico ed è in grado di modellare la linea dei fianchi. Quando è indicata l’ addominoplastica ?
• dopo un forte dimagrimento che causa spesso un eccesso di pelle sull’ addome e muscoli troppo rilassati
• se la lipoaspirazione (o liposuzione) non è sufficiente e oltre all’ eliminazione del grasso in eccesso è necessario eliminare anche la cute in eccesso
• in caso di rilassamento della fascia muscolare dell’ addome dovuta a una o più gravidanze (per le donne), interventi chirurgici all’ addome, o in età avanzata
Oggi è possibile programmare l’ addominoplastica secondo le reali necessità funzionali ed estetiche di ogni singolo caso.
Trattamenti antirughe: botulino, radiofrequenza, biorivitalizzazione, biostimolazione
Nell’ ambito del trattamento antirughe sono moltissime le metodiche usate in medicina estetica. Si tratta di trattamenti non invasivi e non chirurgici per ringiovanire viso, collo, decoltè e mani eliminando o attenuando le rughe sia superficiali sia profonde. Non si tratta di interventi definitivi come nel caso della chirurgia estetica plastica, ma si tratta di trattamenti di medicina estetica che vanno ripetuti nel tempo (di solito una o due volte l’ anno) in alternativa all’ intervento chirurgico. Di solito infatti per ringiovanire il viso ed eliminare le rughe sono usati filler (sostanze iniettabili ambulatoriamente) riassorbibili: l’ effetto di ringiovanimento ha una durata limitata nel tempo. Ecco le principali novità nei trattamenti antirughe applicati in medicina estetica.
BOTULINO IPEDILUITO
L’ uso tradizionale della tossina botulinica (il botox o botulino) prevede la sua iniezione profonda a livello muscolare per ridurre o far scomparire le rughe e i solchi del viso. Ma esiste anche la possibilità di iniettare il botulino più superficialmente per correggere le rughe e gli inestetismi più lievi. In questo caso si utilizza una quantità inferiore di tossina botulinica con una tecnica iniettiva. Si parla di iperdiluzione di tossina botulinica (o botulino iperdiluito) di tipo A per trattare le rughe di viso, collo e decoltè. Questo tipo di trattamento può essere utilizzato sia con tecnica iniettiva intradermica (iniezioni di tossina botulinica) sia per via dermoelettroporativa (una metodica che invia impulsi a corrente a bassa intensità e permette un aumento della permeabilità cutanea della pelle in modo da assorbire la tossina botulinica).
(Vedi anche: Trattamento delle rughe: tutto sul botulino)