Uva per prevenire l’Alzheimer?

L’uva può essere usata in modo preventivo contro l’Alzheimer? Stando a una recente ricerca condotta dalla Università della California e i cui risultati sono stati pubblicati su Experimental Gerontology, una dieta ricca di questo gustoso frutto sarebbe in grado di preservare la salute del cervello difendendola da una delle malattie neurodegenerative più frequenti.

Alzheimer: non ci sono soldi per il Piano Nazionale Demenze

Le malattie neurodegenerative hanno un impatto sociale molto forte perché oltre il malato coinvolgono anche tutta la loro famiglia. Purtroppo mancano i fondi per dare vita al Piano Nazionale Demenze. Ecco l’allarme dato dalla Fondazione Veronesi. 

Insulina e Alzheimer, un legame da approfondire

È stato brevettato dal CNR uno spray che attraverso della nanoparticelle riesce a trasferire l’insulina direttamente al cervello accelerando la terapia per l’Alzheimer senza alcun effetto collaterale. 

Cosa fare se si perde un malato di Alzheimer. La guida utile

La popolazione invecchia e le malattie degenerative legate all’età sono in continuo aumento. Purtroppo tanti anziani che vivono soli o nelle case di riposo, faticano a rendersi conto che l’era dell’autonomia è finita e capita che in stato confusionale non riescano a tornare a casa. Che fare se a perdersi è un malato di Alzheimer?

Dieta a base di lipidi contro la progressione dell’Alzheimer

Se ci sono dei sintomi dell’Alzheimer e se in qualche modo può essere rallentata la progressione della malattia, allora il segreto è anche nell’alimentazione e nello specifico in una dieta a base di lipidi. Alcuni studi raccontano che le malattie neurodegenerative sono meno aggressive nelle cavie trattate con l’olio di pesce. 

Trauma cranico e rischio Alzheimer, come sono collegati?

Il rischio Alzheimer aumenta quando una persona è vittima di più di un trauma cranico. Gli effetti delle botte alla testa, infatti, vanno ben oltre il riassorbimento dell’ematoma e possono durare anche 10 anni. Lo sapevate? Lo spiega una ricerca. 

Consigli per tutelare pazienti e caregiver dall’Alzheimer

 Un’interessante’indagine “Alzheimer: deep understanding survey” portata a termine tra Milano, Roma e Napoli, per esplorare sia le problematiche e il vissuto dei caregivers e i bisogni dei pazienti, ha valutato l’impatto della malattia nel quotidiano del paziente del caregiver, nonché l’esperienza nei centri di cura e le attese di supporto.

XX Giornata Mondiale dell’Alzheimer: 21 settembre 2013

Il 21 settembre 2013 avrà luogo la XX Giornata Mondiale dell’Alzheimer, una malattia che ricordiamo essere invalidante e che in genere colpisce la popolazione anziana; tuttavia possono esserne colpiti anche i 40enni e i 50enni. Nel mondo sono circa 18 milioni le persone che si trovano ad avere a che fare con il morbo di Alzheimer e di queste 600 mila sono in Italia; una malattia che potremmo definire subdola visto che almeno all’inizio non da segni evidenti.

Dieta mediterranea: previene l’Alzheimer

Parliamo di dieta mediterranea e dei suoi tanti benefici; già perché sembra essere davvero molto importante per la nostra salute. Un nuovo studio revisionale ha infatti messo in evidenza come la dieta mediterranea sia effettivamente in grado di contrastare demenza e declino cognitivo e, visto che sono diverse le persone colpite ad esempio da Alzheimer direi che è proprio il caso di inserire nel nostro regime alimentare pesce, frutta, verdura e olio di oliva.

Cioccolato: mantiene giovane il cervello

Il cioccolato mantiene il cervello giovane: anzi, ad essere precisi è il cacao, che sarebbe capace di tenere alla larga malattie come il morbo di Alzheimer o la demenza senile e ad essere giunti a questa conclusione sono stati alcuni ricercatori della Harvard Medical School di Boston. I risultati della ricerca sono stati pubblicati all’interno della rivista Neurology.

Allattare al seno riduce il rischio di Alzheimer

Allattare al seno riduce il rischio di Alzheimer: a dirlo sono i risultati di uno studio condotto su 81 donne, dai 70 anni in su sia con che senza morbo di Alzheimer, dall’Università di Cambridge e dall’Università di Manchester spiegando che più dura l’allattamento e maggiore sarà la protezione di cui può giovare la mamma. Il team di ricercatori ha anche parlato con i parenti, coniugi e badanti e con queste ricerche ha potuto raccogliere informazioni sulla loro storia riproduttiva, sulla loro storia di allattamento e sullo stato di demenza. Sebbene il numero esiguo di partecipanti lo studio ha rivelato una serie di chiari legami tra allattamento al seno e morbo di Alzheimer; si pensa che l’allattamento al seno ripristini il metabolismo glucidico e la tolleranza all’insulina nel cervello modificati nel corso della gravidanza.

Champagne contro l’Alzheimer

Lo champagne potrebbe essere utile per contrastare l‘Alzheimer; sono giunti alla conclusione che bere un bicchiere di champagne potrebbe prevenire la demenza, allontare il morbo di Alzheimer e quindi in generale la memoria alcuni ricercatori della Università di Reading in Gran Bretagna grazie ad uno studio i cui risultati sono stati pubblicati all’interno della rivista Antioxidants & Redox Signaling. Il professor Jeremy Spencer e il suo team di biochimici ha condotto uno studio osservando la memoria di diversi gruppi di ratti e come si comportavano all’interno di un labirinto ed hanno potuto notare come il gruppo sperimentale di ratti, quello che aveva ricevuto goccioline di champagne nel cibo per sei settimane era in grado di farlo con un tasso di successo del 70% contro il 50% invece dei topolini che non avevano bevuto champagne.