Aneurisma cerebrale: una patologia silenziosa sempre più frequente

di Redazione 3

Un aneurisma cerebrale è una dilatazione della parete di un’arteria, che si manifesta come dilatazione pulsante del vaso, la cui localizzazione più importante è a carico dell’aorta. Esistono vari tipi di aneurisma, distinti in base alla localizzazione. Un aneurisma cerebrale è una sorta di estroflessione di un’arteria cerebrale che assume le sembianze di un vero e proprio palloncino e che interessa un’area meno resistente del vaso.

L’ aneurisma cerebrale si forma per progressivo sfiancamento di un piccolo tratto della parte arteriosa, dove si è persa la lamella elastica. La parte dell’ aneurisma è perciò molto fragile e suscettibile di rottura perché priva della normale protezione. Nella maggior parte dei casi è un fenomeno congenito, insorto spontaneamente dalla nascita, ma anche acquisito nell’arco della propria vita, come nel caso di importanti infiammazioni cerebrali o traumi cranici.

Nel caso di aneurisma cerebrale congenito, sono per lo più congenite delle anomalie del calibro e della suddivisione di alcune arterie cerebrali. Causa di aneurisma cerebrale può essere l’ipertensione arteriosa oppure le attività fisiche che comportano un brusco aumento della pressione arteriosa.

L’età in cui maggiormente si assiste alla formazione di questa condizione patologica è nella fascia che va dai 35 ai 60 anni, mentre i bambini difficilmente ne vanno soggetti. Le donne ne sono più colpite degli uomini. Generalmente dopo un primo episodio emorragico aumentano le probabilità di nuove emorragie. Inoltre, le probabilità di aneurisma cerebrale aumentano nei familiari di quei soggetti in cui si è manifestato.

In sintomi dell’aneurisma cerebrale
Molti individui pur avendo una o più aneurismi non se ne accorgeranno per tutta la vita, perché restano asintomatici. I sintomi sono associati alla rottura, che determina un tipo di emorragia, definita sub aracnoidea, molto diffusa che si manifesta tra quel sottile foglietto meningeo che ricopre il cervello e penetra come una ragnatela.

La rottura di un aneurisma cerebrale avviene in modo improvviso e si manifesta con sintomi quali cefalea, vomito, disturbi dello stato di coscienza, deficit neurologici, convulsioni, crisi epilettiche, disturbi della deambulazione e del linguaggio. In un terzo dei casi provoca morte. La cefalea con cui si manifesta è chiaramente diversa dalle cefalee che hanno altre cause, perché è improvvisa e molto violenta.

Se l’aneurisma cerebrale si trova vicino a nervi cranici o è di grandi dimensioni (2,5 cm di diametro) possono manifestarsi i sintomi da compressione come ad esempio diploplia (vedere doppio), quando è interessato (è un caso molto frequente) uno dei nervi cranici che muovono gli occhi.
Alcune sostanze liberate dalla rottura dei globuli rossi inoltre, esercitano un’azione tossica sulle cellule cerebrali e sui vasi arteriosi, procurando un’ischemia anche irreversibile.

La diagnosi dell’aneurisma cerebrale
Come già detto precedentemente, un aneurisma cerebrale può restare invariato per tutta la vita o può aumentare di dimensioni senza però raggiungere una fase critica che la porta a manifestarsi. In questi casi la sua scoperta può avvenire casualmente nel corso di indagini eseguite per altri motivi. In questi casi poiché l’aneurisma è ancora intatto, può essere trattato con esiti più favorevole in quanto il cervello non è stato interessato da un episodio emorragico e dalle sue conseguenze.

In caso di emorragia invece, il primo esame da eseguire è la TAC che servirà a rilevare la quantità di sangue negli spazi cerebrali ed esprimere una prognosi.

La diagnosi definitiva è affidata all’angiografia encefalica, un esame piuttosto invasivo che si esegue ponendo un catetere nell’arteria della coscia, all’inguine, e portandolo fino alle arterie del collo per visualizzare tutti i vasi dell’encefalo. La diagnosi può essere effettuata anche attraverso la risonanza magnetica.

Le conseguenze della rottura di un aneurisma cerebrale
Nel caso di rottura di un aneurisma cerebrale si manifestano effetti diversi secondo la grandezza e la forma assunte dall’aneurisma stesso. Se la massa di sangue è limitata i sintomi più evidenti sono rappresentati dalla cefalea, compreso l’eventuale vomito incoercibile di natura encefalica, svenimenti e, nei casi più seri, si può giungere persino al coma. Quando invece si verifica una vera e propria emorragia con versamento all’interno del cranio i sintomi sono un’emicrania con dolore insopportabile ed intensissimo, vomito encefalico ed in certi casi si può giungere al danno cerebrale vero e proprio a causa della compressione determinata dall’ematoma o per eventuali cause correlate.

Nei casi più gravi la morte è una delle conseguenze più frequenti e può avvenire nel giro di qualche ora. Su dieci pazienti colpiti da aneurisma cerebrale almeno tre muoiono in breve tempo, tre durante il ricovero nei primi giorni di trattamento e tre sopravvivono riportando danni permanenti di diverso grado. Tre pazienti su dieci hanno tuttavia speranza di una guarigione completa.

La terapia
La terapia medica iniziale, che deve essere molto tempestiva, serve a limitare e prevenire gli effetti tossici di cui si è parlato sopra. Generalmente vengono somministrati antiedemigeni cerebrali (diuretici e cortisonici), sedativi e farmaci calcio-antagonisti. La terapia specifica è quella chirurgica che consiste nell’esclusione della sacca dell’aneurisma dalla circolazione arteriosa, per impedirne il risanguinamento.

Commenti (3)

  1. Mia madre e’ morta di aneurisma cerebrale circa 15 anni fa’.
    All’epoca i medici nn consigliarono a me e alle mie due sorelle di sottoporci a una risonanza magnetica,vista la nn ereditarieta’ dimostrata dell aneurisma.
    Leggo pero’pareri e opinioni contrastanti in merito…Vorrei saperne di piu’ e prendere in considerazione l’idea di sottopormi ad una risonanza magnetica.

  2. Pur non essendoci ereditarietà, può trattarsi di familiarità, dunque, esami approfonditi fanno parte della prevenzione. In bocca al lupo.

  3. buongiorno, sono la mamma di un ragazzo di 21 anni morto sul colpo 4 mesi fa per aneurisma cerebrale congenito, con emmoragia fulminante. Vorrei sapere se io o mio marito avremmo potuto essere portatori sani, e se potremmo essere stati noi la causa di ciò, considerando che nella mia famiglia ci sono stati episodi sia di infarto che di ictus . Il ragazzo, non hai mai accusato neppure un mal di testa. Ora ovviamente pur avendo avuto l’ esito dell’ autopsia, vorremmo capire un po’ di più. Grazie se potete rispondere. Cordiali saluti

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