Alimentazione e cucina: il corretto uso e i rischi delle pentole antiaderenti. I consigli salva-salute del Cnr

 I rischi per la salute del cattivo uso delle pentole antiaderenti e i consigli del Cnr per usarle al meglio

Le pentole antiaderenti sono l’ ideale per una cucina veloce e povera di grassi, ma se usate male possono minacciare la salute.
A ricordare i rischi di un cattivo utilizzo delle pentole e delle padelle antiaderenti – finite nel mirino dell’ Agenzia per la protezione ambientale Usa, che ha deciso di eliminarle entro il 2015 – sono i ricercatori dell’ Istituto di chimica e tecnologia dei polimeri (Ictp) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Napoli.
In realtà solo il fondo della padella antiaderente, realizzata con acciaio, ghisa o alluminio, è rivestito con uno strato di politetrafluoroetilene (Ptfe), meglio conosciuto come teflon che ha la proprietà di non reagire con altre sostanze, sia quelle impiegate per cucinare sia quelle presenti nel nostro apparato digerente.
Questa caratteristica è però garantita a temperature comprese tra -200 e +260 gradi centigradi, oltre le quali, se il tegame vuoto resta sul fornello per parecchio tempo, può accadere che il teflon rilasci il Pfoa: l’ acido perfluorottanico, componente di riconosciuta tossicità.
Per i ricercatori, dunque, è importante non surriscaldare le padelle antiaderenti.

Cura malattie del cuore: il pacemaker del futuro è un cuore bionico artificiale grande come una pila

 Il cuore bionico artificiale per la cura malattie del cuore

Pesa 25 grammi ma pompa 3 litri di sangue al minuto, è grande come la pila stilo di un telecomando il cuore artificiale più piccolo del mondo: un mini-cuore bionico.
All’ estero è stato testato con successo su 14 pazienti
, ma già in un prossimo futuro potrebbe arrivare anche in Italia con un probabile debutto in Lombardia: il gruppo Humanitas, a Rozzano (Milano) o la Gavazzeni di Bergamo potrebbero essere i primi a sperimentarlo nel nostro Paese.
Lo ha annunciato Ettore Vitali di Humanitas, e presidente della Società italiana di chirurgia cardiaca (Sicch). Ancora in attesa del marchio CE, che potrebbe arrivare nel corso del 2009, il cuore-pila è stato utilizzato in un trial avviato 7 mesi fa nei centri cardiochirurgici di Lovanio (Belgio), Hannover e Munster (Germania). I 14 pazienti arruolati erano malati di scompenso cardiaco in fase terminale, in altre parole il loro cuore non riusciva più a pompare sufficiente sangue per nutrire e ossigenare i tessuti dell’ organismo, e tutti questi malati erano in lista d’ attesa per un trapianto di cuore. Considerata la loro estrema gravità, tre sono morti, 8 sono stati poi trapiantati e altri tre vivono ancora con questo device bioingegneristico.
Il cuore-bionico supplisce in parte alle funzioni di pompa del ventricolo sinistro e si inserisce come un pacemaker in una tasca sottocutanea, attraverso una procedura mini-invasiva ossia con una parziale toracotomia.

Il mal di testa protegge le donne dal tumore al seno. La ricerca USA

 Le donne che soffrono di mal di testa hanno meno rischi di contrarre il tumore al seno

Il mal di testa, anche se fastidioso, può proteggere le donne dal tumore al seno. Lo dimostra uno studio del Fred Hutchinson Cancer Research Centre di Seattle (Usa), pubblicato sulla rivista Cancer Epidemiology-Biomarkers and Prevention.
I ricercatori americani hanno scoperto che le donne che hanno sofferto o soffrono di emicrania corrono un rischio di cancro della mammella del 30% inferiore rispetto a quelle che non devono mai fare i conti con il mal di testa.
Gli esperti sospettano che la motivazione sia legata alla produzione di estrogeni. Pare infatti che questo ormone femminile, oltre a stimolare l’ insorgenza di alcuni tipi di neoplasie, abbia un ruolo nello scatenare l’ emicrania: in particolare, quando i livelli di estrogeni calano in determinati momenti del ciclo, ci sono più chance che si presenti il mal di testa. Non a caso le donne ne soffrono il doppio rispetto agli uomini, anche se durante la gravidanza, quando gli ormoni sono più abbondanti, l’ emicrania sparisce quasi del tutto.

Chirurgia estetica uomo: chirurgia dei pettorali, trapianto dei capelli e liposuzione ai fianchi tra i più gettonati

 Chirurgia estetica uomo: chirurgia dei pettorali, trapianto dei capelli e liposuzione ai fianchi gli interventi più gettonati

Chirurgia estetica: boom di pettorali alla Schwarzenegger per gli uomini italiani. Sono infatti ben 5-6 mila l’ anno gli interventi di ginecomastia che vengono praticati in Italia.
Gli uomini italiani ricorrono dal chirurgo estetico plastico per liberarsi dal grasso al seno nella zona dei pettorali, quei centimetri in più che si intravedono sotto la maglietta e che creano disagio.
L’ intervento chirurgico di ginecomastia maschile (riduzione del grasso in eccesso dai pettorali maschili) è uno degli interventi di chirurgia estetica plastica più gettonati tra gli uomini italiani, lo conferma Pietro Lorenzetti, direttore scientifico del Villa Borghese Institute di Roma, chirurgo plastico e docente all’ università Cattolica di Porto Alegre, in Brasile.
La ginecomastia è un intervento veloce e di facile esecuzione: il più delle volte basta rimuovere il grasso in eccesso dalla zona dei pettorali maschili. La pelle poi, se di buona qualità, si riassesta da sè, come avviene per il ventre delle donne in seguito a una gravidanza. Se invece l’ epidermide è eccessiva, allora si effettua una piccola incisione attorno all’ areola per ridurla. Boom di pettorali da sogno, dunque, ma non solo: a guidare la classifica delle richieste dal chirurgo estetico restano i trapianti di capelli e gli interventi di rinoplastica per migliorare il proprio naso. Ma non mancano le operazioni di liposuzione ai fianchi per ridurre i centimetri di troppo e le maniglie dell’ amore.

Alimentazione sana e bambini: 5 nemici e 5 alleati di ossa e denti

 Alimentazione sana e bambini: 5 nemici e 5 alleati di ossa e denti

Italo Farnetani, pediatra e docente a contratto dell’ Università di Milano-Bicocca, in occasione del recente XV Congresso nazionale della Società italiana di odontoiatria infantile che si è svolto a Brescia, ha stilato una serie di consigli utili per la corretta alimentazione dei bambini.
Si tratta di 5 divieti utili per combattere l’ obesità infantile e per ridurre il rischio di carie dentale nei bambini. Gli altri 5 punti rappresentano invece gli alimenti ideali per denti, ossa e peso forma dei bambini.

5 ALLEATI DI OSSA E DENTI PER L’ ALIMENTAZIONE DEI BAMBINI

1 – LATTE E LATTICINI
Latte e latticini sono indispensabili per garantire sia la mineralizzazione del dente e dello scheletro, perciò è necessario incrementarne il consumo. I formaggi consigliati sono quelli stagionati con pasta non appiccicosa, pertanto si può scegliere parmigiano e grana, molto graditi ai bambini.
Quindi sì a latte e latticini: meglio scegliere fra parmigiano e grana, ne bastano 100 grammi al giorno per permettere di fare il pieno di calcio.

I neonati allattati al seno materno hanno polmoni più forti. La ricerca americana e britannica

 I neonati allattati al seno materno hanno polmoni più forti. La ricerca americana e britannica

Polmoni più forti e sani per i bambini che da neonti sono stati allattati dal seno della mamma.
Lo sforzo fisico compiuto dai neonati allattati al seno può regalare loro polmoni più forti da adolescenti rispetto ai coetanei cresciuti con il biberon.
Lo rivela uno studio condotto da ricercatori americani e britannici su 1.456 bimbi di 10 anni dell’ Isola di Wight (Gran Bretagna). Secondo i ricercatori la diversa meccanica e la durata del succhio dal seno materno è in parte responsabile dei polmoni sani; quindi basterebbe rivedere il design dei biberon per cercare di riprodurre questo effetto benefico dell’ allattamento al seno della mamma.
Il team di scienziati della Southampton University e della Michigan State University ha monitorato quasi 1.500 bambini, un terzo dei quali era stato allattato al seno per almeno 4 mesi. In media, questi ragazzini potevano soffiare molta più aria dopo aver preso fiato, e farlo più rapidamente degli altri. Una potenza di respiro indipendente da asma o allergie materne.

Più rischio infarto e ictus per chi fa le ore piccole e sta sveglio fino all’ alba. La ricerca dell’ Emory University

 Più rischio infarto e ictus per chi fa le ore piccole e sta sveglio fino all’ alba. La ricerca dell’ Emory University di Atlanta

Svelato il mistero del pericolo delle ore piccole. Già diversi studi hanno dimostrato che stare svegli fino all’ alba è pericoloso per il cuore: si verificano più spesso casi di ictus e infarto. Secondo un team di ricercatori dell’ Emory University di Atlanta la chiave di tutto è nei ritmi giornalieri delle cellule che formano i vasi sanguigni. Gli scienziati, infatti, hanno scoperto che l’ attività di queste cellule è al livello più basso proprio nelle primissime ore del mattino; questo ciclo della vita cellulare può rendere i vasi sanguigni meno in grado di rilassarsi, aumentando così il pericolo di problemi al cuore in un particolare momento della giornata.
Le cellule progenitrici entoteliali hanno un ruolo importante nel mantenere il rivestimento dei vasi sanuigni. Si tratta essenzialmente di cellule staminali che aiutano a rimpiazzare le cellule endoteliali che formano i vasi proprio nel punto di una lesione, e favoriscono la costruzione di nuovi vasi nelle aree prive di un adeguato rifornimento di sangue.

Rapporti orali fra adolescenti senza preservativo a rischio HPV Papilloma Virus e malattie a trasmissione sessuale

 Boom di rapporti orali fra adolescenti senza preservativo a rischio HPV Papilloma Virus e malattie a trasmissione sessuale

Tra gli adolescenti italiani è boom di sesso orale. A fotografare la sistuazione italiana è Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia medica dell’ ospedale San Raffaele Resnati di Milano.
Ancora in pochi sanno che le infezioni da Papilloma Virus umano (Hpv) si trasmettono anche attraverso rapporti orali e anali. Si è dimostrato – ricorda Graziottin – che quasi la metà (48%) dei casi di tumore della laringe potrebbe essere collegata proprio all’ Hpv, noto in genere come primo responsabile del cancro al collo dell’ utero nelle donne. Il preservativo è una precauzione indispensabile da usare sempre e comunque – ammonisce l’ esperta – anche e soprattutto nei rapporti trasgressivi. Il consumo di alcol tra le adolescenti femmine ha inoltre un trend di aumento superiore rispetto a quello nei maschi, che pure restano i principali consumatori. E un drink di troppo, così come le droghe e le sostanze psicotrope, abbattono ulteriormente le inibizioni e soprattutto abbassano la soglia di autoprotezione, ribadisce l’ esperta. In caso di sesso orale, prosegue, ma anche quando il rapporto è anale, le donne utilizzano il preservativo 7 volte meno spesso dei maschi omosessuali. Una cattiva abitudine da contrastare, è l’ invito della specialista, che ricorda come le malattie a trasmissione sessuale non sono un paio, bensì 30.

Tumore al collo dell’ utero e Papilloma Virus: nasce Wacc Forum per l’ informazione

 Tumore al collo dell’ utero e Papilloma Virus: nasce Wacc Forum per l’ informazione

Una lobby Rosa contro il cancro al collo dell’ utero, che uccide ogni anno 280 mila donne nel mondo, di cui 15 mila in Europa e circa 1.300 in Italia.
Per offrire informazioni qualificate su questo tumore, e su tutte le malattie da Papilloma virus umano (Hpv), nasce il network globale Women Against Cervical Cancer (Wacc): una fondazione indipendente da politica e interessi commerciali, che mette in rete 20 organizzazioni internazionali e 5 italiane. Tra queste l’ associazione nazionale della stampa medica Unamsi. Wacc, con sede fisica a Ginevra, è stata battezzata a Nizza in occasione del congresso 2008 dell’ Eurogin (Organizzazione europea per la ricerca sulle neoplasie le infezioni genitali). I promotori sono partiti dal dato evidenziato da un sondaggio internazionale, secondo cui l’ 82% delle donne chiede più informazioni sul cancro al collo dell’ utero, sull’ Hpv e su come prevenire, diagnosticare e trattare le conseguenze dell’ infezione.
Nonostante l’ arrivo della vaccinazione anti-Hpv abbia migliorato le conoscenze su questo virus, c’è ancora un grande bisogno di programmi di educazione pubblica, conferma Joseph Monsonego, presidente di Eurogin e Wacc. Colmare questo vuoto di sapere è dunque la missione del nuovo network, sostenuto anche dall’ Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Tabagismo in Italia dati Istat: schiavo del fumo il 22% degli italiani, picco del vizio sul lavoro e all’ università

 Tabagismo in Italia dati Istat: schiavo del fumo il 22% degli italiani, picco del vizio sul lavoro e all’ università

Non c’è legge antifumo che tenga: di rinunciare alla sigaretta non se ne parla, perché è soprattutto una compagna che aiuta a superare lo stress quotidiano, all’ università e sul lavoro in primis. L’ esercito di fumatori italiani è arrivato nel 2008 ad arruolare il 22% della popolazione dai 14 anni in su, come rivela l’ Annuario statistico italiano dell’ Istat.
Il dato dei fumatori italiani risulta comunque stabile negli ultimi tre anni, sebbene tra il 2000 e il 2005 si sia registrata una riduzione della quota di fumatori di circa il 2%. Notevoli le differenze di genere: tra gli UOMINI i fumatori sono il 28,6%, mentre tra le DONNE il 16,3%.
Il tabagismo è comunque più diffuso nelle fasce d’ età giovanili e adulte, in particolare tra i 25 e i 34 anni. le sigarette accompagnano gli italiani soprattutto nel momento in cui iniziano ad affacciarsi sul mondo del lavoro o sono alle prese con la carriera. Ed è sempre tra gli uomini, in questa fascia d’ età, la percentuale più elevata di dipendenti dalla nicotina: il 36,9% fuma. Mentre tra le donne la quota più elevata di fumatrici (24,3%) si registra fra i 45 e i 54 anni. Quanto al famigerato addio al pacchetto, il 23% degli italiani over 14 dichiara di aver fumato in passato, sempre con differenze fra uomini e donne: sono il 30% degli uomini e il 16% delle donne. Dall’ Istat, dunque, un dato confortante: I NON FUMATORI rappresentano la maggioranza della popolazione di oltre 14 anni (52,9%), con il 38,9% degli uomini e il 65,9% di donne.

Cura del Mal di Testa per chi soffre di cefalea cronica. Il 15 Novembre 2008 lo stand informativo a Torino

 Cura del Mal di Testa per chi soffre di cefalea cronica. Il 15 Novembre 2008 lo stand informativo in Piazza Castello a Torino

Un medico specializzato ogni 10 mila pazienti gravi e liste d’ attesa anche di un anno. E’ la realtà con cui si scontrano le vittime del mal di testa cronico quotidiano: 3 milioni di persone che ogni giorno combattono con dolore, vomito, intolleranza alla luce, agli odori e ai rumori. Pazienti in cerca di un medico di riferimento che li segua costantemente.
Ma i centri specializzati per la cura della cefalea sono ancora pochi: meno di 40 in tutta Italia. Per i centri più importanti, circa 6-7, ci sono liste d’ attesa anche di un anno.
A denunciarlo è Lorenzo Pinessi, presidente della Società italiana per lo studio delle cefalee (Sisc). Le cefalee restano ancora oggi un male incompreso: i Lea (Livelli essenziali di assistenza) le classificano come Patologia Minore, e solo la Lombardia riconosce ai pazienti cronici un’ invalidità, ma con punteggi che non prevedono alcun beneficio economico.