Nel mese di febbraio a Bologna si è tenuto l’Undicesimo Congresso Internazionale di medicina e chirurgia estetica. Una delle tendenze emerse è l’utilizzo sempre maggiore di terapie dolci fatte ambulatoriamente senza intervento chirurgico. Sono in aumento uomini e donne che ricercano un trattamento estetico non più per ringiovanire ma per rallentare l’invecchiamento. Infatti, la classe di età si è abbassata drasticamente, siamo nell’ordine della media di trenta anni. L’efficacia dei vari trattamenti dolci è da attribuirsi all’affiancamento di più tecniche: radiofrequenza e biorivitalizzazione per il trattamento delle rughe sono tecniche che accelerano i tempi di guarigione (il giorno dopo il trattamento si può riprendere la normale vita di relazione). Una metodica che lavora sulle rughe e macchie della pelle. Nel corso dell’incontro sono stati presentati anche i nuovi ritrovati di laser frazionali che consentono un rinnovamento della pelle, soprattutto del viso, nei casi di invecchiamento e fotoinvecchiamento da lieve a moderato. Nello specifico si tratta di laser ad Erbio-YAG e CO2 che permettono in maniera pressoché indolore e senza anestesia di ottenere risultati migliori con una più rapida guarigione. Laurie Polis, dermatologa americana, è una grande fautrice di questa tipologia di laser che ha utilizzato, con grande successo, sui vari vip internazionali del calibro di Madonna. Le cannule della liposuzione molto presto verranno soppiantate da sostanze in grado di sciogliere i grassi con un processo chimico e quindi di ottenere risultati sovrapponibili alla tradizionale liposuzione. Anche le mani vogliono la loro parte con la biorivitalizzazione e peeling: dai risultati presentati risulta evidente una cute più ringiovanita a distanza già di qualche settimana. I costi sono più abbordabili, la tecnica è meno invasiva rispetto alle precedenti e può essere utilizzata a titolo preventivo.
Nei rifiuti finisce metà del cibo inglese
Evidentemente gli inglesi non hanno problemi di emergenza-rifiuti o difficoltà ad arrivare con lo stipendio alla quarta settimana del mese: secondo una ricerca pubblicata in Gran Bretagna, metà del cibo prodotto finisce nei rifiuti. Uno spreco di circa 20 milioni di tonnellate di cibo all’anno. Circa 16 milioni di tonnellate di cibo viene buttato via da privati, negozi, hotel, ristoranti e aziende, il resto viene distrutto nel percorso tra campi e negozi. La ricerca è stata condotta da Lord Haskins of Skidby, ex consulente del governo dell’ agricoltura. Si tratta di uno spreco di cibo che risolverebbe i problemi della fame in molti paesi, ad esempio equivale a 40 volte quello che servirebbe al Burundi, dove il 44% della popolazione è malnutrita. La fame di parte della popolazione mondiale è un problema che si è riscontrato sempre durante la storia, ma nell’epoca moderna più che mai. Molte regioni africane o sudamericane soffrono dell’oppressione di aziende multinazionali che sfruttano le risorse del luogo approfittando della povertà dello stato e non sostengono gli abitanti dalla miseria che esse stesse provocano. In questo modo il divario non fa che crescere e nei paesi del primo mondo si continua nello spreco…
Dimagrire per pagare meno
Tempi duri per chi è in sovrappeso in Australia: la nuova politica anti-obesità prevede polizze più alte per gli obesi. In Australia le compagnie assicurative fanno lievitare il costo delle polizze vita per gli obesi con aumenti fino al 300%. Chantell Pein, broker assicurativo, sostiene che: “essere molto sovrappeso vuol dire essere più a rischio di contrarre alcune malattie“. Il prezzo della polizza sale non appena l’ indice di massa corporea diventa superiore a 30. Per un 55enne maschio e in forma l’assicurazione costa circa 1042 euro l’anno. Se lo stesso individuo fosse obeso, il premio salirebbe a 1572 euro. Secondo i medici le compagnie vogliono lucrare sulla crisi di obesità che sta attraversando l’ Australia: una donna su due e un uomo su tre hanno problemi di peso e malattie legate all’ obesità. Il problema obesità in Australia viene trattato al pari del problema fumo in Italia e in Europa: per incentivare a smettere di fumare si alza il prezzo-tassa delle sigarette, così in Australia si alza la polizza per la ” grasso-tassa “…ma pur trattandosi di salute non è esattamente la stessa cosa….!
Jogging alla moda: la maratona sui tacchi a spillo
Il jogging tiene in forma…in qualsiasi sua forma! Ad Amsterdam esiste infatti una maratona sui tacchi a spillo: un modo alternativo per correre e divertirsi…per chi i tacchi li sa portare ovviamente! Condizione necessaria per partecipare è indossare calzature con tacchi a spillo di lunghezza non inferiore ai 9 centimetri. La vecchia battuta “la donna fa quello che fa un uomo, solo che sta sui tacchi” si addice alla tradizionale maratona che si è tenuta il 6 marzo 2008 ad Amsterdam: hanno partecipato ben 150 maratonete. Un’anticipazione elegante e alternativa alla festa della donna! Si tratta di un evento podistico alquanto particolare giunto alla sua terza edizione e chiamato Stiletto Run. La manifestazione è infatti riservata alle sole donne, e le partecipanti hanno percorso 350 metri sui tacchi a spillo nella P.C.Hooft, la via della moda di Amsterdam. La vincitrice si è guadagnata un buono da 10 mila euro da spendere per lo shopping nei negozi del centro. Questa strana maratona non è un caso isolato. A San Pietroburgo, per esempio, è stata organizzata una gara di 100 metri su scarpe con tacchi a spillo. Anche qui l’altezza minima richiesta per il tacco era di 9 centimetri. La prima classificata ha vinto un assegno di 50.000 rubli (circa 1470 euro). Hanno ricevuto un premio anche la miglior sprinter di classe, la donna con le migliori scarpe e quella che ha mostrato più determinazione e voglia di vincere. E poi dicono che sui tacchi a spillo non si corre bene…!
Chirurgia e medicina estetica: aumentano gli uomini che ricorrono al bisturi
A quanto sembra la vanità non è solo donna! Sono in aumento gli uomini che ricorrono al bisturi per un ritocchino. Tra gli interventi chirurgici più gettonati, sono al top della graduatoria rinoplastica (correzione del naso), blefaroplastica palpebre (correzione delle palpebre cadenti), rimodellamento dei fianchi e dell’addome (addominoplastica). Ma l’ impennata degli interventi riguarda soprattutto la medicina estetica, ovvero gli interventi più soft e senza bisturi: a farla da padroni botulino e trattamenti filler. “Secondo la mia esperienza e quella dei miei colleghi, le cifre negli ultimi cinque anni hanno subito un’impennata verso l’alto, in particolare per quanto riguarda la medicina estetica” – dice Alessandro Gennai, chirurgo plastico di Bologna. In realta’ bisogna fare delle distinzioni geografiche: al Nord Italia sono uomini il 20% dei pazienti, al Sud il 5%”. A determinare l’aumento degli interventi di medicina estetica è stato soprattutto l’impiego massiccio di botulino e filler. Un tempo gli uomini non si curavano molto del proprio aspetto, oggi sono piu’ attenti e spesso ricorrono al chirurgo per eliminare i segni dell’ eta. Continua Gennai: “Nel mio studio 4 iniezioni di botulino e filler su 10 sono fatte su pazienti di sesso maschile. E’ un metodo pratico e indolore per correggere le rughe che si formano sulla fronte e attorno agli occhi”. Fino a 10 anni fa erano soprattutto gli uomini dai 25 ai 35 anni che trovavano il coraggio di rivolgersi al chirurgo plastico per confessare il proprio disagio per un difetto fisico, e i trattamenti piu’ praticati erano il rimodellamento del naso (rinoplastica), la liposcultura (una tecnica che prevede l’aspirazione di grasso su fianchi, addome e torace e che puo’ essere eseguita con anestestia locale) e trapianto di capelli. Oggi la piu’ richiesta e’ sempre la rinoplastica, un intervento di chirurgia estetica che spesso viene nascosto sotto una motivazione funzionale. Dal 1998 a oggi, lo scenario si e’ arricchito, grazie alla chirurgia mini-invasiva endoscopica per il ringiovanimento del viso e all’aumento, soprattutto negli ultimi anni, della chirurgia per la riduzione della fascia pettorale. “Il problema del seno sviluppato nell’ uomo e’ molto piu’ diffuso di quanto si creda e merita comunque approfondimenti diagnostici, in quanto puo’ nascondere una patologia e non essere solo un inestetismo“, afferma il chirurgo bolognese.
L’ informatica in oncologia medica: la cartella clinica informatizzata, Udine 14 marzo 2008
Il 14 marzo ad Udine si terrà il workshop e-oncology, l’ informatica applicata all’ oncologia medica: per la prima volta in Italia si metteranno a confronto le diverse esperienze maturate in oncologia. Dalla fine degli anni ’90 l’ oncologia di Udine, in collaborazione con l’Agenzia regionale della sanità ed Insiel, ha iniziato a sviluppare un prototipo di cartella oncologica per la somministrazione dei trattamenti antitumorali e per la gestione complessiva dei pazienti. Dopo una fase sperimentale, questo strumento è stato gradualmente diffuso all’intera rete oncologica, diventando un supporto essenziale per le attività cliniche degli oncologi nella nostra Regione e per l’attuazione del Piano regionale per le malattie oncologiche. In Italia sono in corso esperienze analoghe in alcuni centri (Trento, Asti, Forlì) e questo argomento inizia ad acquisire sempre maggiore importanza, man mano che si fa strada la convinzione che una cartella clinica informatizzata può rappresentare un supporto straordinario per migliorare la qualità delle cure e la sicurezza negli ospedali. Nonostante l’ampia diffusione dell’ informatica in tutto il mondo occidentale, le applicazioni in medicina sono ancora limitate. Anche nei Paesi tecnologicamente più avanzati, come gli USA, meno del 30% degli ospedali utilizza diffusamente una cartella clinica informatizzata. Ciò è legato alla complessità delle attività cliniche e alle difficoltà incontrate nei percorsi di informatizzazione estesa delle strutture ospedaliere. La necessità di gestire quantità sempre maggiori di informazioni e di rispondere alle nuove esigenze cliniche e scientifiche rende inevitabile per la sanità confrontarsi con questo tema.
Bellezza viso: è Meg Ryan la Gioconda del 2000!
Al di là dei mutevoli stili di bellezza lanciati dalla moda, i canoni di bellezza dei maestri del rinascimento sono senza tempo e (sembra!) ancora attuali. E se Leonardo Da Vinci avesse incontrato Meg Ryan, l’avrebbe scelta come modella per un ritratto del viso ! Lo rivela uno studio americano sui criteri che Leonardo Da Vinci seguiva quando voleva dipingere un volto dalla bellezza perfetta. Tra i canoni geometrici di bellezza ancora attuali: la larghezza del viso deve essere quattro volte quella del naso; l’altezza della fronte, la parte inferiore del viso e la lunghezza del naso devono essere uguali. L’unico criterio che oggi non va più di moda è il rapporto naso-bocca: nella bellezza rinascimentale si preferiva una bocca meno piena (un rapporto di 1,5 rispetto alla larghezza del naso, mentre oggi il rapporto peferito è 1,6…colpa del silicone ??). I canoni di bellezza del rinascimento sono stati testati mostrando 420 foto (32 delle quali di volti noti) ad un gruppo di 36 volontari. Al primo posto è risultata Meg Ryan, al secondo Rock Hudson, al terzo Keanu Reves e al quarto Greta garbo! La ricerca condotta all’University of Nebraska è stata pubblicata dalla rivista Pattern Recognition. Per i ricercatori che hanno condotto lo studio, nelle donne risultano più attraenti menti piccoli, nasi minuscoli, una più ampia distanza tra gli occhi e bocche meno larghe. Negli uomini invece sono attraenti la simmetria delle punte superiori delle labbra e la simmetria del naso (…sarà solo questo?!). E allora adesso armiamoci di righello e misuriamoci la faccia! Ma ricerche americane a parte, e visto che non siamo Leonardo e non siamo “matematici”, non dimentichiamo che trucco e palestra fanno miracoli! Non saranno certo 32 volontari e un gruppo di ricercatori americani a farci sembrare brutti e “asimmetrici”…i difetti hanno sempre affascinato più del viso perfetto!
Combattere le smagliature con la cosmesi naturale: iperico e centella asiatica
Per le odiatissime smagliature, un’ inestetismo della pelle comune ed ostinato, i rimedi non mancano! Le smagliature sono alterazioni della superficie della pelle che manifesta lesioni simili a sottili cicatrici ad andamento lineare, lunghe anche svariati centimetri. Il colore delle smagliature dipende dalla fase evolutiva: appena formate sono di colore rosso-violaceo e in rilievo, per diventare poi, nel giro di qualche mese, bianche e molto sottili. Compaiono di solito su fianchi e addome (specie in caso di gravidanza o di repentino dimagrimento), glutei e cosce (smagliature tipiche dei sedentari o di chi pratica sport intensi, come di chi indossa frequentemente pantaloni troppo stretti), seno (durante le fasi di gravidanza e allattamento, ma anche nel periodo dello sviluppo adolescenziale, oppure in caso di seno prosperoso e quindi più soggetto, a causa del peso, al rilassamento) e interno braccia (a causa del rilassamento cutaneo di questa zona, causato in particolare da invecchiamento e dimagrimento). Le smagliature possono manifestarsi a qualsiasi età, ma si riscontrano soprattutto nelle donne tra i 15 e i 30 anni, che ne sono colpite due volte più degli uomini, e in particolare durante la gravidanza e la pubertà. Una delle principali cause di questo inestetismo della pelle è la scarsa elasticità del derma. La probabilità della comparsa di smagliature aumenta a seguito di un rapido aumento o diminuzione di peso. Non è ancora chiaro se esiste una predisposizione genetica. Una volta comparse, le smagliature sono un danno cutaneo permanente, possono essere attenuate ma è molto importante la prevenzione.
Anoressia e mass-media: approvato il codice etico per il mondo dell’ informazione
Alla presentazione del progetto nazionale di prevenzione dei disturbi alimentari (anoressia e bulimia) è stato proposto un codice etico per il mondo dell’ informazione. E’ importante infatti che i mass media non propongano modelli, messaggi e pubblicità che possano contribuire alla diffusione di anoressia e bulimia. I disturbi alimentari sono legati alla psicologia e al rapporto che i giovani hanno con la propria identità e, in questo contesto, contano molto i messaggi culturali e i modelli che vengono proposti. Da qui, l’ approvazione favorevole del Ministro della Salute alla proposta di un codice etico per i mass media ma “a patto che venga rispettato”. Anoressia e bulimia sono fenomeni in crescita, difficili da curare. In Italia, soffrono di disturbi alimentari circa due milioni di persone. Cresce anche la percentuale di uomini coinvolti: attualmente si calcola infatti che il 10 % dei 2 milioni sia di sesso maschile, e la percentuale sale al 20% se si considera la fascia di età che va dai 13 ai 17 anni. L’ anoressia non è più quindi un fenomeno solo femminile. I modelli estetici e i messaggi pubblicitari stanno facendo breccia anche tra gli uomini, tanto da far parlare di vero boom dei disturbi alimentari al maschile. Solo 5 anni fa appena l’1% degli uomini risultava colpito da disturbi alimentari. E se l’ideale femminile a rischio sono i corpi magrissimi delle modelle, i ragazzi sono attratti dal mito del culturista, del palestrato senza un filo di grasso.
Fianchi, glutei, cosce e addome più tonici con la danza del ventre
Forse non lo sapevate ma la danza del ventre può far bruciare fino a 300 calorie all’ora! Combinata con una dieta salutare e una alimentazione consapevole, la danza del ventre può essere parte di un programma per perdere peso mantenendo salute e benessere. Sì, perché la danza del ventre, particolarmente adatta per modellare ventre e fianchi , ha anche molti effetti terapeutici! Un primo esempio? E’ ottima per la schiena: durante la danza, i movimenti di anca, i cerchi, le figure di otto fanno sì che le giunture ed i legamenti della parte bassa della schiena e del bacino si muovano attraverso sequenze dolci e ripetitive, questi movimenti aiutano a dare sollievo dallo stress alla schiena, agendo contro la compressione dei dischi che deriva da una vita sedentaria. Piccoli gruppi di muscoli della schiena che di solito non vengono usati, vengono allenati e fortificati. I muscoli tonificati migliorano la postura ed aiutano a prevenire i dolori di schiena che possono essere causati dalla lordosi. Ma anche le braccia e le spalle sono tenute in esercizio: i cerchi ed i movimenti sinuosi del serpente tonificano i muscoli. Questo effetto tonificante è spesso evidente sin dall’inizio, in quanto le braccia sono un elemento importante della danza anche per i principianti, e vengono quindi esercitate sin dai primi incontri. Sarà una sorpresa per molti scoprire che la danza del ventre non nasce per essere uno spettacolo che allieta gli uomini, ma come una danza delle donne per le donne che si ricollega ad antichi culti religiosi legati alla madre terra che propiziavano e celebravano la fertilità nelle antiche società matriarcali della Mesopotamia. Si narra che essa venisse danzata in cerchio intorno alla partoriente dalle altre donne che, in questo modo, partecipavano simbolicamente alla messa alla luce del nascituro, o ancora che fosse utilizzata durante le festività agricole per propiziare un buon raccolto. La sua natura veniva associata dunque ad una femminilità-fertilità e non vissuta esclusivamente come sensualità. A questo punto si potrebbe cominciare a dubitare che si stia parlando della stessa danza del ventre che si crede di conoscere, perchè l’immaginario occidentale è ricco di danzatrici del ventre che si esibiscono per gli uomini, sottolineando più l’esperienza relazionale-sensuale legata a questa danza.
Progetto nazionale contro anoressia e bulimia
Al via il primo progetto nazionale per contrastare l’emergenza sociale dell’anoressia, della bulimia e degli altri disturbi alimentari, che investono una percentuale crescente di italiani. Il progetto, che si avvale di risorse per circa un milione di euro, è stato sottoscritto dal Ministro della Salute, Livia Turco, e dal Ministro per le Politiche giovanili e le Attività sportive, Giovanna Melandri, nell’ambito del programma Guadagnare salute. I settori di intervento sono in particolare la scuola, i media, lo sport e la cosiddetta diet industry, con l’obiettivo di depotenziare i modelli culturali che rischiano di contribuire alla diffusione dei disturbi alimentari. “È vero che si tratta di disturbi di tipo psichiatrico – ha detto il ministro Meandri – ma si tratta di fenomeni che hanno anche uno stretto rapporto con il contesto culturale e sociale. Ci sono dunque dei fattori di rischio di tipo socio-culturale, a partire dalla sempre più diffusa domanda di un modello estetico di magrezza estrema”. Il progetto vede il coinvolgimento di scuole, mass-media e mondo dello sport, partirà dal mese di aprile. In Italia sono due milioni le vittime. Due i livelli di intervento in cui si articola il progetto. Il primo riguarda le buone pratiche di cura esistenti: attraverso una rete-osservatorio di 5 centri pubblici sentinella si elaborerà innanzitutto una mappa dei servizi di assistenza in Italia effettuando anche un monitoraggio delle tipologie di cura. Il ministro della salute Livia Turco ha sottolineato l’importanza che ci sia una rete nazionale per l’orientamento alla cura di queste patologie, perché il più delle volte le famiglie sono disorientate e non sanno a chi e quali sono i luoghi più appropriati cui rivolgersi per far curare i propri figli.
Disordini alimentari: allarme drunkoressia
Emerge in Usa il nuovo volto dell’ anoressia: la chiamano drunkoressia. Ubriache e magre da morire: è la variante di chi smette di mangiare per poter bere di più. “Ci
Capoeira: arti marziali a suon di musica
La capoeira è un’ arte marziale che, grazie alla musica e al canto, diverte e appassiona moltissimo. Il ballo permette di bruciare calorie e tonificare i muscoli, in un’ora si bruciano dalle 300 alle 600 calorie, si rassodano i glutei, si tonificano addominali e cosce, si migliora la postura. La capoeira coinvolge tutti i muscoli: sia gli esercizi di riscaldamento sia i movimenti della capoeira allungano e rendono elastici i muscoli. L’allungamento muscolare contrasta la rigidità e i difetti di postura tipici della vita sedentaria. La persona, quindi, è più sciolta e flessibile e i muscoli sono potenziali armoniosamente, perché l’ allenamento è graduale. Come tutte le attività aerobiche rafforza il sistema cardiocircolatorio: il cuore riesce a compiere gli stessi sforzi con minore lavoro e impegno. In quest’ arte marziale difensiva è essenziale sapere attaccare, difendersi o spostarsi ed essere coordinati a livello di braccia, gambe, testa e schiena. Con la pratica si impara a conoscere il proprio corpo e a stabilire una comunicazione fra corpo e mente. L’abbigliamento è costituito da maglietta e pantaloni (chiamati abada) di colore bianco, che in Brasile è il colore della festa. LO SPIRITO DELLA CAPOEIRA La capoeira è una lotta a suon di musica, un ballo che utilizza tecniche proprie delle arti marziali. E’ una pratica che si sviluppa tra gli schiavi africani deportati in Brasile durante la colonizzazione portoghese. Nasce come mezzo per allenarsi a combattere dissimulando la lotta con la danza. La capoeira è arte marziale perché durante i combattimenti si utilizzano diversi tipi di calci noti alle arti marziali, ma non ha un codice di regole precise, non usa quasi mai né le mani né i pugni, non è uno sport violento dato che i colpi raramente vengono assestati. La sua espressione massima è la roda che letteralmente significa ruota e che indica il luogo dove avviene la sessione di capoeira. I capoeristi si riuniscono formando un cerchio all’interno del quale due di loro giocano a turno. Dopo una prima fase di studio dell’altro cominciano le mosse di attacco e contrattacco, movimenti connessi tra loro dal passo di danza base della capoeira, la ginga (letteralmente dondolamento). Gli attacchi sono più sottointesi che reali, i giocatori, come al tempo degli schiavi africani che avevano le mani legate, usano molto le gambe, il piede che si allunga in un calcio non tocca quasi mai l’avversario. Ci si sfiora in un gioco continuo di improvvisazione in cui ogni giocatore cerca di rendere impossibile il movimento dell’altro, di anticiparne le azioni controllando lo spazio a disposizione, evitando i colpi, contrattaccando, distraendo l’avversario senza mai opporgli la propria forza fisica. I colpi della capoeira sono oltre 1200 con tante acrobazie a testa in giù. Fondamentale è tenersi in equilibrio su mani e piedi.
Energethica : salone dell’ energia rinnovabile e sostenibile, Genova 6-8 marzo 2008
Le fonti rinnovabili in fiera. Il 3° Energethica dal 06-08 marzo 2008 a Genova è più di una semplice fiera commerciale: propone un ampio progetto per lo sviluppo del settore delle energie provenienti da fonti rinnovabili e dell’ energia sostenibile. L’energia è alla base dello sviluppo socio-economico. Se si vuole però mirare ad uno sviluppo sostenibile, anche la produzione dell’ energia deve seguire il concetto della sostenibilità e cioè provocare meno danno possibile all’ ambiente con il minor spreco di risorse possibile. Ma il termine ” rinnovabile ” non sempre significa energia pulita. Dato che almeno per i prossimi 80 anni a fare la parte del leone nella produzione di energia saranno con ampia probabilità le fonti convenzionali e fossili, il progetto fiera Energethica mira principalmente alle energie provenienti da fonti rinnovabili, ma anche a soluzioni integrative tra fonti convenzionali e rinnovabili nonché a soluzioni convenzionali riviste sotto il profilo dell’efficienza e dello sforzo della limitazione del danno all’ ambiente. Si tratta di una vera e propria piattaforma di scambio nell’ambito dell’ energia etica e sostenibile, che affronta l’argomento in modo trasparente e aperto a tutte quelle soluzioni che offrono un vantaggio effettivo per chi in questo momento ed in un futuro sostenibile popola questo pianeta. Basta aprire un quotidiano o una rivista qualsiasi per imbattersi in un articolo su produzione, distribuzione o consumo di energia: cambiamenti climatici legati alle emissioni CO2, dipendenza energetica, aumento dei costi, rischio black-out, vantaggi risultanti dall’impiego di energia rinnovabile, risparmio energetico ed efficienza sono temi all’ordine del giorno. Energethica fornisce risposte concrete su: approvvigionamento di energia sostenibile (destinata sia all’ autoconsumo, sia alla produzione commerciale), e metodologie per risparmiare energia.