Influenza A (H1N1): come si trasmette il virus, le regole per la prevenzione

 L’ influenza A si può trasmettere sostanzialmente in due modi: per via diretta, cioè attraverso le piccole gocce di saliva conseguenza di starnuti, colpi di tosse, colloqui molto ravvicinati, ma anche bere dallo stesso bicchiere (o dalla stessa bottiglia) di una persona infetta o baciare un soggetto infetto. E per via indiretta, quindi attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie di qualcuno che è già malato. E’ definitivamente esclusa, invece, ogni possibilità di trasmissione del virus mangiando carne di maiale o prodotti ottenuti dalla lavorazione di questa. A prescindere dall’ influenza, è sempre preferibile mangiare carne ben cotta (cottura ad almeno 70-80°, fino a che non ci siano più parti rosee).

Per quanto riguarda i luoghi dove è più facile restare contagiati dall’ influenza A, sono gli stessi in cui si rischia di contrarre l’ influenza stagionale: i luoghi affollati, non necessariamente al chiuso (cinema, autobus, metropolitane), ma anche all’ aperto (grandi manifestazioni sportive e di piazza, concerti, discoteche sulla spiaggia). Fattori favorenti sono il freddo (i virus influenzali sopravvivono meglio in ambiente freddo) e l’ umidità.

Come riconoscere i sintomi e capire la gravità dell’ influenza A (H1N1), soprattutto nei bambini

 Proprio come l’ influenza stagionale, l’ influenza da virus influenzale A(H1N1) nell’ uomo può presentarsi in forma lieve o grave. Può causare un peggioramento di patologie croniche pre-esistenti: sono stati segnalati casi di complicazioni gravi (polmonite ed insufficienza respiratoria) e decessi associati ad infezione da virus A(H1N1).

I sintomi della nuova influenza umana da virus A (H1N1) sono simili a quelli della “classica” influenza stagionale e comprendono: febbre, sonnolenza, perdita d’ appetito, tosse. Alcune persone hanno manifestato anche raffreddore, mal di gola, nausea, vomito e diarrea. Scendendo nel dettaglio, l’ influenza A (H1N1) viene definita un’ affezione respiratoria acuta a esordio brusco e improvviso con febbre di circa 38° o superiore, accompagnata da uno dei seguenti sintomi:

– cefalea
– malessere generalizzato
– sensazione di febbre (sudorazione brividi)
– astenia (debolezza)

Influenza A/H1N1: il punto della situazione

 Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Comunicato stampa dell’ 1 Novembre 2009

Sulla scorta delle indicazioni fornite dall’ Unità di Crisi, istituita il 29 aprile 2009, con Ordinanza del presidente del Consiglio dei Ministri del 31 luglio 2009 è stato stabilito che il 40% della popolazione italiana (circa 24 milioni di persone) fosse vaccinata contro l’i nfluenza AH1N1.

Quando è stata adottata questa Ordinanza non sussisteva sul mercato alcun vaccino specifico già disponibile, né tantomeno autorizzato dall’ ente regolatorio europeo (Agenzia europea per i farmaci – EMEA), anche se alcune aziende erano già impegnate nel suo sviluppo produttivo.

Per dare seguito alla suddetta Ordinanza, nella seconda metà di agosto è stato stipulato con l’ azienda Novartis un contratto per la fornitura di dosi di vaccino per lo svolgimento della campagna vaccinale, il cui inizio era stato stabilito per il 15 novembre nell’ambito dell’ Unità di crisi, al cui tavolo sono rappresentate le Regioni e le Pubbliche Amministrazioni oltre che l’ Istituto Superiore di Sanità e l’ Agenzia Italiana del Farmaco.

Agopuntura: nasce in Cina il rimedio adatto a tutte le età che cura anche gli animali

 L’ agopuntura è una tecnica preventiva e terapeutica della medicina tradizionale cinese più diffusa al mondo, praticato fin dall’ antichità, si prefigge di migliorare la salute ed apportare benessere inserendo specifici aghi sottili in determinati punti del corpo, in base al disturbo da curare e, più in generale, per ripristinare il normale flusso energetico e le corrette attività funzionali dell’ organismo.

L’ agopuntura in Italia e nei paesi che fanno parte dell’ Unione Europea viene praticata esclusivamente da personale appositamente preparato, oggi è una pratica studiata, analizzata ed interpretata non solo in base ai canoni originari, ma anche in relazione alle conoscenze scientifiche della medicina convenzionale, in Italia viene considerata una medicina complementare o alternativa.

In Cina l’ agopuntura nasce nel terzo millennio a.C., inizialmente veniva praticata con rudimentali strumenti appuntiti a scopo terapeutico, con la scoperta dei metalli e la capacità di lavorarli furono realizzati i primi aghi in rame e ferro, con il passare del tempo la tecnica si è aggiornata fino ad arrivare ad aghi sottilissimi. In Europa l’ agopuntura si comincia a conoscere del XVII secolo grazie alle operazioni commerciali fra olandesi e portoghesi con la Cina ed anche all’ opera missionaria dei gesuiti.

Le proprietà benefiche del melograno

 La medicina ufficiale ha evidenziato le potenzialità terapeutiche del melograno, frutto che fin dall’ antichità è simbolo di fertilità, abbondanza e longevità, i ricercatori dell’ Università di Los Angeles hanno trovato che assumere succo di melograno rilascia nell’ organismo uno specifico acido, l’ acido ellagico, che ha un ruolo importante contro diverse patologie.

Già nell’ antichità si conoscevano le proprietà benefiche del melograno, le balauste hanno proprietà astringenti e diuretiche, grazie alla presenza del tannino, e sono ricche di vitamina A e vitamina B, nell’ antica Grecia le prescrivevano come antielmintico e antinfiammatorio, nel XIX secolo la scorza di questi frutti veniva usata per combattere la tenia, per la presenza di alcaloidi.

Michael Aviram, biochimico al Lipid Research Laboratory del Rambam Medical Center di Haifa (Israele), ha effettuato una ricerca nella quale risulta evidente che la notevole quantità di flavonoidi, antiossidanti protegge cuore e arterie e possono combattere le cellule tumorali.

News benessere. Meeting dell’ American Academy of Ophthalmology San Francisco. Tema: “Gli effetti dei raggi UV”

 Piste da sci e lettini, quando i raggi UV fanno male agli occhi. L’ esposizione senza precauzioni provoca tumori palpebrali: circa 4mila nuovi casi ogni anno. La soluzione chirurgica presentata dall’ oculoplasta italiano Francesco Bernardini al meeting dell’ American Academy of Ophthalmology in corso a San Francisco

Cappellini, occhiali e creme protettive: indispensabili per chi ama le settimane bianche. Non ci sono altre precauzioni per prevenire il tumore palpebrale, in particolare se si hanno i capelli e la carnagione chiari. E adesso che le piste da sci si preparano alla nuova stagione, è necessario fare attenzione perché una prolungata esposizione al sole o una seduta abbronzante senza le dovute attenzioni sono alla base dei tumori palpebrali, conosciuti anche come basaliomi o epiteliomi basocellulari: un tumore della pelle tra i più diffusi che, si stima, colpisca ogni anno circa 4mila nuove persone. Può essere difficile riconoscerlo, ma una sua tardiva diagnosi può comportare anche a interventi di rimozione complessi.

“Parliamo di interventi che, per essere eseguiti correttamente, quindi evitare che il tumore possa riformarsi, richiedono anche la ricostruzione di parte della palpebra», spiega Francesco Bernardini, chirurgo oculoplastico che andrà a insegnare agli oculisti americani proprio le ultime scoperte sui tumori palpebrali. “Periocular tumors and techniques of eyelid reconstrucition” è infatti il titolo della lezione che Bernardini terrà durante il meeting annuale dell’ American Academy of Ophthalmology (Aao), in programma a San Francisco (California) dal 24 al 27 ottobre.

Pillola del riposo: un farmaco per eliminare la stanchezza per mancanza di sonno e problemi di insonnia da stress

 Troppo lavoro, impegni eccessivi, e poi le normali incombenze quotidiane: strozzati dalle cose da fare dormiamo sempre meno; ma la moderna “generazione senza riposo” potrebbe trovare una soluzione al sonno perso. Infatti, ricercatori Usa hanno scoperto come eliminare gli effetti deleteri della carenza di sonno sulle performance mentali. Resa nota sulla rivista Nature, la scoperta lascia presagire la possibilità futura di una “pillola del riposo” che ci fa sentire riposati anche quando non c’ é tempo per dormire.

LO STUDIO SUGLI EFFETTI DELLA MANCANZA DI SONNO
Condotto su topolini, lo studio è stato diretto da Ted Abel dell’ Università della Pennsylvania a Philadelphia. Gli esperti si sono accorti che, quando i topolini dormono meno, nel loro ippocampo, circuito cruciale per apprendimento e memoria, aumentano i livelli dell’ enzima PDE4 e diminuiscono quelli di una molecola importantissima per memorizzare nuove informazioni, cAMP. Riducendo PDE4 sperimentalmente, cAMP aumenta e i topi non risentono del sonno perso, conservando normali performance mnemoniche e di apprendimento. Il sonno è un momento irrinunciabile per il nostro cervello; sono infatti numerosissimi gli studi che hanno dimostrato che perdendo ore di sonno le nostre capacità cognitive, di memoria e concentrazione scemano.

Pillola abortiva: via libera dell’ Aifa per la pillola Ru486 anche in Italia

 Si sblocca il percorso italiano della Ru486. Il Consiglio di amministrazione dell’ Agenzia del farmaco italiana (Aifa) ha dato mandato al direttore generale Guido Rasi per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Determina relativa all’ autorizzazione all’ immissione in commercio del Mifegyne (Mifeprostone), prodotto dalla ditta Exelgyne, “dopo aver espletato gli adempimenti previsti“.

Lo comunica l’ Aifa in una nota, sottolineando che “il percorso seguito è stato assolutamente rispettoso dell’ iter procedurale previsto dall’ Emea (l’ Ente regolatorio europeo) per il mutuo riconoscimento di un farmaco, verificandone efficacia, sicurezza e compatibilità con le leggi nazionali nel rispetto e a tutela della salute della donna. Condividendo le preoccupazioni di carattere etico che anche questo metodo di interruzione volontaria della gravidanza comporta, la Determina che verrà pubblicata in Gazzetta Ufficiale – prosegue l’ Aifa – rimanda a Stato e Regioni le disposizioni per il corretto percorso di utilizzo clinico del farmaco all’ interno del servizio ospedaliero pubblico, così come previsto dagli articoli 8 e 15 della legge 194 del 1978, e di cui l’ Aifa non ha titolarità“.

LE VERIFICHE SUL FARMACO
Una decisione giunta “dopo uno scrupoloso iter di verifiche scientifiche, tecniche e legislative che ha richiesto molto tempo“, rileva l’ Aifa. “Sono state disposte restrizioni importanti all’utilizzo del farmaco, al solo fine della massima tutela della salute del cittadino, compito primario dell’ Agenzia“. Il ‘disco verde’ del Cda “pone finalmente fine al possibile utilizzo improprio del farmaco e sgombra il campo da qualsiasi possibile interpretazione di banalizzazione dell’ aborto e dal suo impiego come metodo contraccettivo“.

Cioccolato meglio del sesso: un sostituto alla pillola contro depressione e sindrome premestruale

 Una barretta fondente meglio del sesso per le donne italiane. E’ il cioccolato la più sicura fonte di piacere per il 60% delle rappresentanti del gentil sesso. Una su quattro lo preferisce in assoluto agli incontri sotto le lenzuola, ma la percentuale sale al 68% durante la fase premestruale, e addirittura all’ 83% nei giorni del ciclo. Le virtù più apprezzate di bon bon e cioccolatini? Migliora l’ umore (97%), favorisce l’ eccitazione (50%), allevia i dolori e i fastidi che molte sperimentano nella settimana che precede la mestruazione (33%), come irritabilità, alterazioni del sonno, gonfiore, mal di testa. E’ quanto emerge da un sondaggio condotto dal progetto “Scegli tu” della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) su 506 persone, presentato a Perugia, in occasione di Eurochocolate.

IL CIOCCOLATO CONTRO LA SINDROME PREMESTRUALE
Tanto che il cioccolato si rivela decisamente più utilizzato come rimedio fai da te per questi disturbi dei giorni del ciclo, rispetto alla pillola contraccettiva. Che è invece “la soluzione migliore per questi problemi, in grado di modificare le alterazioni ormonali e neurochimiche responsabili della sindrome premestruale – afferma Alessandra Graziottin, direttore del centro di ginecologia e sessuologia medica del San Raffaele Resnati di Milano – In particolare, sono efficaci quelle a base di drospirenone, l’ unico progestinico capace di aumentare le endorfine, le nostre molecole della gioia, a livello del sistema nervoso centrale“.

Benessere dei piedi: le donne soffrono in silenzio per i tacchi e la moda

 Più del dolore potè il tacco-gioiello. Così quasi quattro donne su 10 finiscono per comprare scarpe troppo alte, piccole o strette, pur sapendo benissimo che finiranno per soffrire, pronte a tutto in nome della moda. A evidenziare l’ irrazionalità femminile quando si tratta di stiletti e decolleté è la Society of Chiropodists and Podoiatrists britannica, specialisti chiamati a rimediare alle torture inflitte alle estremità pur di poter sfoggiare un paio di tacchi all’ ultimo grido.

SCARPE BELLE MA SCOMODE
Da un sondaggio condotto su 2mila persone, emerge che il 37% delle donne indosserebbe, e ha indossato, un paio di scarpe bellissime ma scomode. Una follia che accomuna anche il 17% degli uomini, pronti a comprare mocassini o stringate anche se il numero non è quello giusto. E ancora, benché l’ 80% delle donne abbia ammesso di soffrire di problemi ai piedi, dalle unghie incarnite, alle vesciche, alle callosità, solo il 40% ha chiesto aiuto a un professionista. Insomma, per le scarpe all’ ultima moda si soffre in silenzio.
Molti di noi faticano a resistere al rischiamo dell’ ultimo must di stagione, ma è importante ricordare che comprando scarpe che fanno male non si finisce solo per soffrire una sera, ma anche per mettere in pericolo la salute” dei piedi, sottolinea la podologa Lorraine Jones. Insomma, se al momento della prova si sente un fastidio o un dolorino, c’ è qualcosa che non va. E se gli stiletti killer, oltre a regalare centimetri, possono causare problemi, le scarpe senza lacci sono fra i peggiori colpevoli, dal momento che fanno scivolare in avanti il piede e così le dita sono contratte a lungo. Le peggiori sono le decolleté molto scollate, di cuoio, con punta bassa, almeno secondo i podologi britannici.

Rischi del fumo: scoperti tre geni che provocano il cancro al polmone

 Tre geni possono cambiare il destino di chi fuma, determinando la probabilità di ammalarsi o meno di cancro al polmone e influenzando il tipo di tumore polmonare più probabile. A far luce sulla genetica del big killer più diffuso fra gli amanti delle “bionde” è uno studio britannico condotto all’ Institute of Cancer Research, pubblicato sulla rivista “Cancer Research”. Gli scienziati guidati da Richard Houlston, co-finanziati dall’ associazione Cancer Research Uk, hanno individuato tre zone del Dna associate al rischio di carcinoma polmonare. Aree localizzate nei cromosomi numero 5, 6 e 15.

LE VARIANTI GENETICHE DEL CANCRO AL POLMONE
Confrontando il Dna di migliaia di malati di cancro al polmone e di altrettante persone sane, Houlston e colleghi hanno identificato particolari varianti genetiche legate alla probabilità di cancro al polmone. I fumatori che presentano ognuna di queste varianti in singola copia hanno un rischio di tumore aumentato del 28%, mentre nel caso di varianti espresse in duplice copia il pericolo cancro si impenna dell’80%. Ma l’ incremento del rischio si azzera se chi presenta queste tre varianti non è un fumatore.

Arriva la febbre del Nilo nel Nord Italia: restrizioni alle donazioni di sangue

 E’ stata diagnosticata per la prima volta in Africa e per questo porta il nome di febbre del Nilo. Una patologia virale, trasmessa all’uomo dalle zanzare, che può portare gravi conseguenze e che in Italia, anche se rara, si sta diffondendo nelle zone del nord-est toccando, ad oggi, almeno 7 città. Non si tratta di allarme, tranquillizzano gli esperti, ma la prevenzione è d’ obbligo: così il Centro nazionale sangue (Cns) ha deciso delle restrizioni sulle donazioni. Stop di 28 giorni al donatore che abbia soggiornato in aree a rischio, a partire dal giorno di permanenza in una di tali zone, e test ad hoc per i residenti delle zone dove si è rilevata la presenza del virus.

Il limite, in vigore dal primo agosto, vale per chi abbia soggiornato in una delle 7 città a rischio e relative province: Venezia, Mantova, Ferrara, Rovigo, Modena, Reggio Emilia e Bologna. In Italia, si sono registrati ad oggi alcuni casi umani della malattia ed almeno due decessi. Fondamentale, avvertono gli specialisti, è la sorveglianza dell’ infezione e la lotta al vettore, ovvero la zanzara culex e quella ‘tigre’.

Celiachia: i sintomi dell’ intolleranza al glutine

 Un fastidioso gonfiore persistente dopo ogni pasto, un disturbo gastrointestinale che non vuole andare via: sono questi i segnali più conosciuti della celiachia, l’ intolleranza permanente al glutine che determina un’ infiammazione cronica e il progressivo danneggiamento della mucosa intestinale. In Italia sanno di esserlo 75.000 persone, ma circa 500.000 aspettano ancora la giusta diagnosi: l’ iter diagnostico dei pazienti parte quasi sempre dal medico di medicina generale, soprattutto nel caso di pazienti adulti. Tuttavia, se i malesseri tipici sono facilmente identificabili e noti, non sempre i segnali della celiachia sono così chiari ed evidenti.

I SINTOMI DELLA CELIACHIA
I sintomi della celiachia possono essere infatti estremamente vari, e in alcuni casi, a prima vista assenti. Accanto alla sintomatologia gastrointestinale più evidente esiste una enorme varietà di sintomi extraintestinali, che generalmente si presentano in età adulta, come la dermatite erpetiforme, la poliabortività, l’ osteoporosi. Solo un ascolto attento e profondo, al momento dell’ anamnesi, ai disturbi del paziente può far comprendere al medico di famiglia che si possa trattare proprio di intolleranza al glutine.