Arriva la febbre del Nilo nel Nord Italia: restrizioni alle donazioni di sangue

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E’ stata diagnosticata per la prima volta in Africa e per questo porta il nome di febbre del Nilo. Una patologia virale, trasmessa all’uomo dalle zanzare, che può portare gravi conseguenze e che in Italia, anche se rara, si sta diffondendo nelle zone del nord-est toccando, ad oggi, almeno 7 città. Non si tratta di allarme, tranquillizzano gli esperti, ma la prevenzione è d’ obbligo: così il Centro nazionale sangue (Cns) ha deciso delle restrizioni sulle donazioni. Stop di 28 giorni al donatore che abbia soggiornato in aree a rischio, a partire dal giorno di permanenza in una di tali zone, e test ad hoc per i residenti delle zone dove si è rilevata la presenza del virus.

Il limite, in vigore dal primo agosto, vale per chi abbia soggiornato in una delle 7 città a rischio e relative province: Venezia, Mantova, Ferrara, Rovigo, Modena, Reggio Emilia e Bologna. In Italia, si sono registrati ad oggi alcuni casi umani della malattia ed almeno due decessi. Fondamentale, avvertono gli specialisti, è la sorveglianza dell’ infezione e la lotta al vettore, ovvero la zanzara culex e quella ‘tigre’.

RESTRIZIONI ALLE DONAZIONI DI SANGUE
A partire dal 1° agosto il Cns ha emesso una serie di disposizioni a livello nazionale per la raccolta di sangue ed emocomponenti, riguardanti i donatori residenti e chi ha soggiornato nelle ore serali e notturne e per almeno una notte in una delle 7 città a rischio indicate. Tra le misure, l’ esecuzione, per i residenti di tali città, di un test obbligatorio (test Nat) aggiuntivo a quelli che di routine si fanno per verificare la sicurezza del sangue. Altra misura, lo stop alle donazioni per 28 giorni, a partire da quello in cui il donatore ha soggiornato nelle aree interessate dal virus.

COME SI TRASMETTE LA FEBBRE DEL NILO
Trasmessa dalle zanzare, la malattia solo accidentalmente può infettare l’ uomo. Non solo: in oltre l’ 80% dei casi è asintomatica, nel 20% dei casi i sintomi sono quelli di una sindrome pseudo-influenzale e solo in un caso su 150 l’ infezione virale può provocare sintomatologia di malattie neuroinvasive come la meningite.
Siamo di fronte a un virus non pericoloso o aggressivo – sottolinea Simonetta Pupella, del Cns – ma trasmissibile attraverso il sangue“. Di qui l’ allerta per le trasfusioni. “Se la malattia non crea problemi nella maggioranza delle persone sane – continua – chi riceve una trasfusione in genere è debilitato e ha difese immunitarie basse, condizioni in cui il virus può diventare pericoloso“.

DIFFUSIONE DELLA FEBBRE DEL NILO
La febbre del Nilo resta, nel nostro paese, una patologia rara, ma “il numero delle province toccate sta aumentando e si sta allargando l’ area, nell’ Italia del nord-est, dove si è rilevata la presenza del virus“, ha sottolineato il direttore del reparto Epidemiologia dell’ Istituto Superiore di Sanità (Iss) Stefania Salmaso. Non c’ é “alcun allarme e la situazione è sotto controllo, ma – ha avvertito – la sorveglianza dell’ infezione è fondamentale“.

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