Progetto scuola protetta: no agli psicofarmaci sui minori

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Scuola Protetta contro la “pasticca facile”, contro il tentativo di medicalizzazione del disagio dei minori e contro la promozione dell’ uso degli psicofarmaci sui bambini irrequieti o distratti: è il progetto nazionale lanciato a Bologna dal comitato Giù le Mani dai Bambini insieme alle associazioni genitoriali italiane (CGD, AGE ed Agesc), a CISL Scuola e CGIL Formazione. Con l’introduzione in Italia di alcuni potenti psicofarmaci per minori (Ritalin e Strattera, ma anche il Prozac è stato recentemente autorizzato per i bambini dagli otto anni in su) sono stati approvati dall’ Istituto Superiore di Sanità e dall’ Agenzia Italiana del Farmaco i relativi protocolli che dovrebbero regolare la prescrizione e la somministrazione di queste molecole psicoattive ai minori. Tali protocolli sono stati criticati da una parte significativa della comunità scientifica in quanto troppo permissivi nei passaggi che regolano l’ utilizzo di questi prodotti, ed a soli due mesi dall’ approvazione sono stati attivati due tavoli per un tentativo di revisione dei protocolli in senso più restrittivo. Uno dei motivi di contestazione di queste regole è proprio la possibilità di interpretare entro certi limiti le norme che permettono di etichettare un bambino come patologico ed attivare le relative procedure terapeutiche farmacologiche. Bambini irrequieti e distratti vengono etichettati iperattivi ed indirizzati dalle famiglie – su segnalazione della scuola – direttamente ai servizi di neuropsichiatria infantile per cure spesso a base di potenti psicofarmaci. Il progetto Scuola Protetta prevede un sito internet accessibile a tutti, la possibilità di partecipare a un corso di e-Learning e di scaricare gratuitamente il “Kit Scuola Protetta ” con un insieme di documenti informativi in linguaggio divulgativo. In caso di rispondenza della scuola alle linee guida elaborate, la scuola stessa riceverà una sorta di “certificazione di qualità” con la dicitura: “Qui non medicalizziamo il disagio dei nostri alunni”. Si possono inoltre esaminare eventuali “buone pratiche” adottate da altre scuole. Sul sito l’utente può segnalare in caso di dubbio, compilando un modulo on-line, le eventuali proposte di formazione presentate da chiunque nella scuola o per la scuola, e ricevere un’ assistenza qualificata per comprendere nel dettaglio la serietà e tipologia di offerta formativa proposta e la congruenza della stessa con i requisiti minimi di serietà e competenza.

A Bologna sedicenti esperti non iscritti ad alcun Albo professionale organizzano interventi nelle scuole per illustrare a genitori ed insegnanti l’ opportunità di somministrare psicofarmaci e derivati dell’ anfetamina a bambini con problemi di comportamento, e – pur non essendo medici – minimizzano gli effetti collaterali di questi prodotti, definiti a più riprese ” stra-collaudati e sicuri “, dirottando inoltre le famiglie dalle ASL più prudenti nella somministrazione di psicofarmaci ai bambini verso altre strutture sanitarie dalla ricetta facile, dov’è possibile reperire con più facilità e senza tante storie gli psicofarmaci per i minori. Su queste circostanze, la Procura della Repubblica ha aperto un’ inchiesta, delegando i NAS alle più opportune verifiche per l’identificazione delle eventuali responsabilità penali.

Gli obiettivi del progetto Scuola Protetta sono evitare ingerenze nella scuola da parte di sedicenti esperti in grado di condizionare i processi di gestione dell’eventuale disagio scolastico degli alunni, trasformando la scuola nell’ ‘anticamera dell’ASL, e sollecitare il corpo insegnante a non vedere l’eventuale diversità comportamentale dei bambini e degli adolescenti solo come un problema, bensì anche come una risorsa.

Per maggiori informazioni: www.scuolaprotetta.it
Fonte: Comunicato Stampa Scuola Protetta

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