Oltre il 50 per cento degli italiani tra i 25 e i 60 anni soffre o ha sofferto almeno una volta nella vita di malattia emorroidaria, caratterizzata da un iperafflusso di sangue alle emorroidi. Queste strutture vascolari situate nella parete del retto e dell’ano si congestionano e si dilatano al punto che basta uno sforzo come quello della defecazione o il sollevamento di una valigia per farle sanguinare e, se il tessuto che le sostiene è debole, prolassare, cioè fuoriuscire dal canale anale. Le emorroidi che rimangono sempre interne all’ano sono di primo grado, quelle che prolassato all’esterno ma rientrano spontaneamente dopo la defecazione sono di secondo grado, mentre quelle di terzo grado devono essere spinte in dentro manualmente.