Tubercolosi, l’Italia punta a eliminarla entro il 2050

di Redazione Commenta

La tubercolosi torna a far parlare di sé perché c’è stato un caso di contagio di una pediatra di Trieste. Un caso che ha costretto la Asl a richiamare per il vaccino circa 3400 bambini che sono suoi assistiti. Il fatto è che in Italia ammalarsi di tubercolosi non è poi così difficile. 

La tubercolosi, provocata dal mycobacterium tubercolosis, è sotto controllo e l’aumento dei flussi migratori non rischia di mettere a repentaglio la salute pubblica nel nostro Paese. Partiamo da questa considerazione lucida e per nulla allarmistica offerta dalla fondazione Veronesi che spiega come l’Italia intenda debellare la tubercolosi entro il 2050. Come si cancella la TBC? La risposta sul sito della Fondazione

«L’attuale diffusione della tubercolosi in Italia rende possibile ipotizzare il raggiungimento dell’obiettivo nei tempi stabiliti – osserva Francesco Blasi, direttore dell’area cardio-polmonare e del centro adulti fibrosi cistica dell’ospedale Maggiore Policlinico di Milano e presidente della Società Italiana di Pneumologia -. Oggi riusciamo a ridurre ogni anno l’incidenza della malattia del 2-5 per cento, ma l’obiettivo è giungere a una riduzione annua del venti per cento. Il traguardo è raggiungibile focalizzando gli interventi nei gruppi a rischio ed elaborando piani di intervento per la tubercolosi associata alla migrazione».

Bisogna valutare anche il fatto che tante terapie non sono più utili per cui la ricerca deve andare avanti. E chi pensa che si tratti di un discorso senza capo né coda, deve considerare che secondo il Ministero della Salute, dal 2004 al 2014 il numero di casi di tubercolosi è di 5.000 ogni anno. Più della metà sono diagnosticati a cittadini stranieri che abitano nel nostro Paese.

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