Misurare il benessere in tempo reale? Ci pensano i social network

di Redazione Commenta

Interpretando la realtà, i bisogni degli individui e la percezione che questi hanno dell’economia o della crisi, si riesce ad imprimere il passo all’evoluzione economica del paese. Ma tutto questo si può anche misurare? Sì, aggiungendo ai parametri storici anche una serie di nuovi indicatori. 

Prima per calcolare il benessere di un paese si teneva conto soltanto della disoccupazione, dell’inflazione, degli ordinativi dell’industria o anche della fiducia dei consumatori. Ora, con tempi di analisi molto accorciati grazie all’impiego delle nuove tecnologie, si possono inserire tra le variabili anche l’uso della rete. Sui social o su internet, infatti, ci si racconta. È lì che emerge quel che pensiamo, che tipo di transazioni facciamo e come ci informiamo sull’attualità.

Nelle analisi che partono dalla rete, poi, c’è sempre la rilevazione di un elemento cruciale: il dispositivo dal quale ci si collega ad internet o alla rete commerciale, che siano i telefoni che vanno in rete oppure carte di credito e bancomat usati per pagare auto, pedaggi o spese di tutti i giorni.

Insomma, i dati che i consumatori lasciano in rete, diventano oro colato per molte aziende che verificano gli orientamenti e i gusti dei clienti ma sono oro colato anche per la politica che li interpreta come tendenze del momento ricalibrando programmi e priorità dell’agenda. Non che ci sia una dittatura di internet ma di certo i social sono diventati il termometro del benessere sociale e chi si occupa di Big Data ormai è da eleggere medico di una società in continua e rapida evoluzione.

Quante volte vi è capitato di dire come vi sentite su Facebook, GoolePlus o Twitter? Basta la risposta sincera ad una domanda semplice per comprendere la portata della rivoluzione telematica.

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