Ipocondria, quando la malattia è immaginaria

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A giudicare dal numero di esami cui gli italiani si sottopongono annualmente sembra che il nostro paese sia abitato da tante persone malate. In realtà si tratta di indagini che spesso il cittadino richiede ed esige dal proprio medico o che addirittura preferisce pagare di tasca propria per sentirsi rassicurato sulla propria condizione psicofisica o per aver la certezza che il medico non abbia sbagliato diagnosi.

Tra queste persone sane, o relativamente in salute, in cerca di conferme ci sono però gli ipocondriaci, una categoria di malati difficile da curare. Il medico spesso non sa che cosa fare con loro, tanto più che una cura vera non c’è e non c’è mai stata.

L’ipocondria colpisce uomini e donne allo stesso modo, ma gli introversi, gli ipercritici con se stessi e i narcisisti, sono ancora più vulnerabili. Anche quelli che soffrono di ansia e depressione spesso si ammalano di ipocondria. In questo caso servono i farmaci: quelli che agiscono sulla serotonina, gli antidepressivi e le benzodiazepine. Per anni i medici hanno cercato di aiutare i malati immaginari spiegano che i loro disturbi non corrispondevano a nessuna malattia. Non funziona: se una persona è convinta di sentire i disturbi, si comporta come se questi ci fossero. E purtroppo queste persone, per quanto possano essere aiutate, non guariranno mai.

Ed a proposito di esami e farmaci superflui, si parla di sovradiagnosi, in particolare si considera tale quanto la ricerca è quasi ossessiva, una conferma diagnostica circa lo stato di di buona salute, anche quanto non ci sono i presupposti di dubitarne o per pensare diversamente; la ricerca di malattie, ancora prima che queste si siano manifestate con sintomi oggettivi, oppure di segnali che comunque mai evolveranno verso una malattia.

In alcuni casi si arriva a sottoporsi a esami e accertamenti che possono in qualche modo avere effetti collaterali o essere invasivi pur di avere la sicurezza che non vi siano malattie in corso. A volte si arriva ad assumere farmaci o trattamenti senza che ce ne sia la reale necessità. Insomma, la sovradiagnosi è un eccesso di prevenzione che non ha alcun fondamento razionale e che, invee, comporta comunque qualche rischio perché ci si espone agli effetti collaterali di trattamenti non necessari o non appropriati.

Il malato di ipocondria accetta di assumere farmaci con tutti gli effetti indesiderati che questo comporta; ci si convince di essere malati, si pretende di sapere con anticipo se ci si ammalerà o quale sarà l’evoluzione di una determinata condizione.

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