La medicina alternativa contro bulimia e anoressia: agopuntura, omeopatia, fiori di bach

di Redazione 8

Per i giovani che soffrono di disturbi alimentari oggi c’è una cura che deriva dall’ incontro tra medicina ufficiale e terapie non convenzionali (medicina naturale alternativa). Lo dimostra l’ esperienza di Palazzo Francischi, centro della Asl 2 Umbria di Todi (www.ausl2.umbria.it; tel 0758943302) che, con la struttura Giovanni Gioia di Chiaromonte in Basilicata, ospita a carico del servizio sanitario ragazze e ragazzi di tutta Italia con problemi di anoressia, bulimia e altri disturbi alimentari. Per chi soffre di disturbi alimentari, il corpo e il cibo sono ossessioni; la patologia ha origini complesse che non possono essere affrontate con gli psicofarmaci o, nel caso dell’ anoressia, con l’ alimentazione forzata. Anche una volta recuperato il peso si può ricadere nella malattia perché non ci si è liberati dal pensiero fisso. Le tecniche di cura integrata invece agiscono contemporaneamente sulla mente e sul corpo e sono poco aggressive. L’ agopuntura, ad esempio, è un metodo dolce con effetti scientificamente provati dimostrati contro le dipendenze: a Palazzo Francischi viene usato per controllare la fame compulsava nella bulimia e per combattere ansia e insonnia. Tra i farmaci viene data preferenza a quelli omeopatici che aiutano a riequilibrare il sistema ormonale. Anche i fiori di bach aiutano a guarire: aiutano i ragazzi a riconoscere le proprie emozioni e a identificare le sensazioni legate a fame e a sazietà. I due più efficaci usati al centro sono risultati Mustard e Wild Oat.

Nei tre mesi che passano ospiti del centro, e nel periodo successivo che può arrivare anche fino a due anni in cui sono seguiti in ambulatorio, i ragazzi frequentano anche laboratori di danza, teatro, terapia cognitiva e meditazione. Il filo comune è la ricostruzione del sé: durante il rilassamento, ad esempio, i ragazzi e le ragazze imparano a concentrarsi sulle varie parti del corpo senza giudicarlo. E’ un modo per riconoscere la propria identità e distogliere la mente dal pensiero ossessivo del cibo.

Commenti (8)

  1. Sono una psicologa e psicoterapeuta e da 10 anni mi occupo quotidianamente di disturbi alimentari lavorando in un servizio dell’asl che propone un trattamento in day hospital multidisciplinare. Lavoro in una equipe formata da altre figure specializzate in DCA tra cui una psichiatra e 3 operatori culturali che si occupano dei laboratori di arti espressive che supportano anche la psicoterapia individuale e di gruppo. Ritengo che non tutte le persone con DCA siano uguali in quanto bisogna considerare eventuali patologie associate e gli anni di malattia. Il rilassamento, l’agopuntura etc non sono sufficienti a favorire la guarigione quando vi sono delle gravi comorbidità (come accade nella maggior parte dei casi: disturbi borderline di personalità, abuso di alcool, depressione grave, disturbo ossessivo etc). Non è facile assumere psicofarmaci ma è spesso necessario e occorre avere molta fiducia nell’equipe. Ho ascolatato la relazione di Laura Dalla Ragione al V congresso della SISDCA e la stimo molto per la sua passione e per il fatto che evita di prescrivere psicofarmaci se non in casi molto gravi e soprattutto condivido che non li prescriva in quanto nel Centro di Todi vengono ricoverati molti bambini e dunque è per questo che di farmaci se ne usano pochi preferendo anche la pet-terapy, molto utile con i bambini (ovviamente). Inoltre, durante un ricovero residenziale, in ambiente protetto si può pensare a contenere le prescrizioni ma in altre situazioni come i day hospital le persone spesso necessitano di supporti farmacologici e dunque di risorse in più per affrontare la quotidianità e i momenti in cui bisogna gestire il cibo e le relazioni senza altri aiuti. Non vi sono nella letteratura scientifica, nazionale e internazionale, studi che dimostrino una efficacia della medicina omeopatica o altre forme alternative circa i DCA. Credo molto nella psicoterapia e piacerebbe anche a me se tutti potessero guarire senza farmaci. Per molti è possibile ma non per tutti.
    Auguro a tutti un buon lavoro.
    Dott.ssa Silvia Perrone
    Psicologa e psicoterapeuta
    Centro per la Cura e la Ricerca sui Disturbi del Comportamento Alimentare, DSM, Asl, Lecce.
    Membro del Consiglio direttivo della Società Italiana per lo Studio del DCA (SISDCA)

  2. ciao a tutti !! volevo dirvi che siete veramente braviii!!questo è un ottimo centro!!anche io ci sono stata

  3. è veramente brutto soffrire di anoressia !!! però chi va in questo centro trova un rimedio!!anche io circa un mesetto fa ci andavo però mamma non ha voluto più… spero solo che ci riandrò perchè mi sentivo veramente bene!!io l’ anno scorso ero 34 kg e sono stata ricoverata al pol però con tanti mesi che sono stata lì non ho trovato miglioramenti!!qui sono stata solo un 4 mesi con colloqui collettivi e visite ancora senza ricovero, però mi sono trovata benissimo!!!io lo consiglierei a tutti!!

  4. Grazie a te per aver lasciato la tua testimoninza reale sul tuo problema con il cibo e sul Centro di Todi in cui sei stata…bravi sono loro e lo staff che vi aiuta!
    Non è sempre facile parlare di un problema come l’ anoressia, e il fatto che tu abbia raccontato la tua esperienza positiva sarà sicuramente un piccolo aiuto in più per chi soffre dello stesso problema.

  5. ciao
    sono la mamma di una ragazza anoressica. anoressia non è solo calo di peso, questo è solo lo stato esterno e , chiaramente, più evidente. anoressia è cambiamento di tutto. la quotidianeità. manca la passione, le gioie. tutto cambia.
    la partenza può essere una dieta, ma in realtà è una depressione. sarebbe bene che i genitori seguissero gli atteggiamenti dei figli e non si facciano “abbindolare” dai loro desideri che sono in realtà manie.
    mia figlia voleva “stare bene” con un paio di jeans e ha iniziato la dieta “fai da te”. in realtà i jeans le stavano già benissimo, era già in forma splendida. quello che non era in forma era il cuore, la vita.
    si sentiva sola, abbandonata alla sua vita di studentessa. io ero lì, ma non riuscivo a darle le attenzioni che voleva e che si meritava. io ho permesso che si ammalasse!
    genitori state attenti ai vostri figli! veramente!
    amore, interesse e presenza sono fondamentali.
    non mangiate in piedi, frettolosi o davanti la tv. state a tavola tutti insieme, educateli alla cura di sè e alla giusta abitudine al cibo e alimentazione.
    grazie
    bologna, 21 ottobre 2008

  6. Grazie Caterina per il tuo racconto di mamma rivolto a tutti i genitori.
    Un abbraccio
    La Redazione di Mondobenessereblog

  7. Fortunatamente ci sono queste associazioni .Con questo ringrazio , anche se non ci sono passata in queste brutte malattie sperando di NON entrarci mai , tutti coloro che fanno di tutto per queste persone !!!!!!GRAZIE, GRAZIE , GRAZIE!!!!!

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