Allergia e Intolleranza alimentare

di Redazione 3

Si sente spesso parlare di allergie ed intolleranze alimentari quasi come fossero sinonimi, mentre in realtà sono due patologie ben distinte anche se talvolta possono manifestare alcuni sintomi simili.
Da recenti studi, sia le allergie che le intolleranze alimentari appaiono in costante crescita nella popolazione adulta e appaiono collegate alle nostre abitudini alimentari.
Ma che differenza c’è tra l’allergia e l’intolleranza alimentare?

ALLERGIE ALIMENTARI
• I disturbi si manifestano rapidamente subito dopo l’ingestione di un particolare alimento ed è quindi più facile collegarli al cibo ingerito.
• Le reazioni dell’organismo oltre ad essere immediate sono, di solito, violente e ripetute ad ogni assunzione.
• Producono Shock Anafilattico e di solito rispondono ai tradizionali Test Allergici Cutanei e quindi, sono anche relativamente più facili da individuare.
• Sono molto meno frequenti delle intolleranze alimentari.
• I sintomi delle allergie alimentari sono simili a quelle provocate a chi soffre di allergia ai pollini: arrossamenti pruriginosi della pelle, eczemi, gonfiori, orticaria e dermatiti; ma anche irritazione delle labbra e della bocca o problemi respiratori (riniti, congiuntiviti, asma) o problemi gastrointestinali (nausea, vomito, dolori addominali e diarrea ).

Un esempio classico di allergia alimentare è quello di chi allergico alla fragole ne mangia anche solo un pezzettino: dopo pochi minuti tutto il suo corpo sarà coperto di orticaria.
Cibi tendenzialmente allergizzanti possono essere: pesce, arance, uova, soia, latte vaccino, pesche, kiwi, crostacei, fragole, pesche, pomodoro.
Per individuarli è necessario effettuare i tradizionali test per le allergie (prick test sulla pelle o Prist e Rast su sangue). L’unica terapia ovviamente consiste nell’escludere l’alimento verso cui la persona è allergica dalla dieta per sempre.

INTOLLERANZE ALIMENTARI
• I disturbi da Intolleranze Alimentari invece compaiono dopo un certo periodo di tempo dal consumo dell’alimento responsabile. Accade, infatti, che l’organismo mette in atto una serie di meccanismi compensatori per cui riesce a tollerare una determinata sostanza fino a quando, superato un certo limite (che viene definito livello di soglia) si arriva alla manifestazione del disturbo.
• Sono molto frequenti. Si calcola che l’1% della popolazione italiana ne soffra e sembrano essere in continuo aumento.
• Spesso sono correlate a disordini del Peso Corporeo, sia in eccesso che in difetto.
• I disturbi legati alle intolleranze sono diversi da quelli delle allergie: sono meno acuti, tendono a ripetersi nel tempo e sono difficilmente collegabili all’assunzione di un determinato alimento. Si manifesta quasi sempre con una sintomatologia generale più o meno sfumata (stanchezza, cefalea, gonfiori addominali postprandiali, infezioni ricorrenti, dolori articolari, ecc.) o con modificazioni cutanee (pelle secca, eczemi, orticaria, ecc.) o tosse,rinite e asma.
• Esse sono riconducibili all’accumulo nel tempo delle sostanze responsabili di Ipersensibilità, fino ad un livello che ad un certo punto supera la “dose soglia”. A causa di questo periodo di latenza, spesso risulta difficile accettare e comprendere come si possa “improvvisamente” diventare intolleranti ad un cibo comunemente introdotto quotidianamente (frumento, olio di oliva, latticini, ecc.).

Non è semplice individuare l’intolleranza alimentare visto che non provoca sintomi precisi, unici e riconducibili facilmente ad essa.
Statisticamente gli alimenti che più frequentemente possono causare intolleranza sono: latte e latticini, lieviti, frumento, olio di oliva, pomodoro.
Vi sono attualmente diversi esami per “scoprire” se si soffre di una intolleranza alimentare ma senz’altro il più preciso ed affidabile è il Test delle Intolleranze.. Con questo sistema in circa un’ora è possibile fare un check-up bioenergetico e disegnare una mappa alimentare del paziente sulla quale impostare poi un’adeguata dieta.

Per la terapia delle Intolleranze l’esclusione dell’alimento dalla dieta è temporaneo e non definitivo come nelle allergie. Infatti per ottenere un miglioramento è necessario astenersi rigorosamente per almeno 2-3 mesi dall’assunzione del cibo incriminato anche nelle sue forme nascoste (es. siero di latte nel prosciutto cotto). In seguito si può tornare ad assumere l’alimento prima escluso.

Commenti (3)

  1. salve, ma per effettuare il test delle intolleranze alimentari posso rivolgermi anche al mio medico di base, oppure è necessario uno specialista?? grazie
    Stefania

  2. Salve Stefania, il medico di base può farle la richiesta per lo specialista, ma per gli esami è necessario recarsi in un centro specialistico convenzionato con la sua ASL di competenza. Cordiali saluti.

  3. Salve,volevo chiedere se anche l’oliguria,senso di peso e dolenzia del basso ventre,stanchezza e dolenzia osteoarticolari potrebbero essere un insieme di sintomi che derivano da un’intolleranza alimentare,grazie.

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