Dal rapporto ecomafie di Legambiente emergono dati allarmanti: ogni anno sparisce una montagna di rifiuti alta 2000 metri. Milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono smaltiti in modo illegale. Reati, denunce e sequestri non bastano a fermare l’ illegalità. Nel 2007 i numeri dell’ illegalità ambientale sono cresciuti: 18,4 miliardi il giro d’ affari dei crimini ambientali in Italia; 4800 i reati per smaltimento illegale dei rifiuti; 103 le indagini sul traffico di rifiuti in Italia e con l’ estero; 2196 le persone denunciate; 520 le aziende coinvolte nel traffico di rifiuti; salgono a +27% i reati ambientali; 9074 i sequestri effettuati per crimini ambientali; 28000 le case abusive costruite nel 2007; 225000 gli ettari di bosco bruciati; 7,5 milioni le tonnellate di anidride carbonica prodotte dai roghi degli alberi. Questi i dati del rapporto sulle ecomafie diffuso da Legambiente. Una montagna di rifiuti alta una volta e mezzo il Vesuvio sparisce nel nulla ogni anno. Si verificano circa 83 crimini ambientali al giorno, tre ogni ora, 30124 in tutto. I reati accertati dalle forze dell’ ordine nel 2007 per violazione della normativa sui rifiuti sono stati oltre 4800, il 36% dei quali commessi nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa: Campania, Calabria, Puglia, Sicilia. In totale le violazioni della legge sull’ ambiente sono state 30124 , il 27% in più rispetto al 2006. La buona notizia è che aumentano anche le persone denunciate (22069, il 9,7% in più) e i sequestri (9074, cioè +19% rispetto al 2006), mentre il fatturato dei clan dell’ ecomafia è diminuito di 4 miliardi di euro rispetto al 2006. A Napoli arrivano rifiuti tossici altamente pericolosi dalle industrie del nord con il coinvolgimento della Camorra. La Campania è prima per reati ambientali nella classifica dell’ illegalità redatta da Legambiente, seguita dalla Calabria. In queste due regioni si concentra il 30% degli illeciti ambientali individuati in tutta Italia. Ma l’ ecomafia non colpisce solo il Sud, ma anche Lombardia, Liguria, Piemonte e Veneto. Proprio il Veneto, poi, si classifica secondo, dopo la Campania, nel ciclo illegale dei rifiuti. La Puglia mantiene il terzo posto.
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In marcia per il clima. Milano 7 giugno 2008
Il clima sulla terra sta cambiando, ma tardano decisioni condivise ed efficaci della politica per contrastare l’ emergenza dei cambiamenti climatici. In marcia per il clima è una manifestazione nazionale che si terrà a Milano il 7 giugno per salvare le tante aree d’Italia e del Mondo che già oggi subiscono le conseguenze dei cambiamenti climatici, per garantire la bellezza dei nostri paesaggi e la biodiversità, per tutelare la ricchezza dei territori, del mare e della nostra agricoltura in termini di qualità e quantità delle produzioni, per risolvere i fenomeni di dissesto idrogeologico e stress idrico, per permettere a tutti di vivere in città e paesi più belli e ospitali, per liberarci dalle guerre e dai conflitti che nascono per il controllo delle risorse energetiche non rinnovabili sempre più scarse, delle fonti alimentari, dei beni comuni come l’ acqua, per dare ai bambini e ai giovani di oggi una prospettiva desiderabile, un futuro per cui crescere. Oggi le conoscenze tecnologiche permettono di ripensare il modo di produrre energia e di consumarla per muoverci, abitare, produrre senza dissipare le risorse comuni quali l’ acqua, il suolo, l’ aria, la vita sulla Terra. La manifestazione In marcia per il clima ha degli obiettivi precisi, si propone subito, in tutta Europa e nel mondo, di ridurre in dieci anni del 20% il consumo complessivo di energia attraverso risparmio e maggiore efficienza, di far dipendere per almeno il 20% il fabbisogno energetico da fonti rinnovabili e di ridurre del 30% le emissioni di gas che alterano il clima sulla terra. L’ Italia fino ad oggi ha marciato in direzione opposta, aumentando i propri consumi di combustibili fossili. Ma è possibile invertire la tendenza, partecipare ad un nuovo progresso, essere capaci di innovare a partire dai nostri saperi, delle nostre esperienze di produzione e di consumo innovative, come l’ agricoltura biologica.
Smog: una città su due è fuori-legge. I risultati dell’ ultimo aggiornamento sul PM10 di Legambiente
Sono passati solo tre mesi dall’ inizio dell’ anno ed è già allarme polveri sottili in quasi metà delle città tenute d’ occhio da Legambiente. Nulla è cambiato rispetto al passato per l’ aria dei centri urbani e anche in questo 2008 non si sta facendo abbastanza. Sono 35 le città che hanno già esaurito il “bonus superamenti” consentiti dalla legge in un anno (35 giorni all’ anno con valori giornalieri di polveri sottili di 50 µg/m³) e sono tante quelle che l’ hanno ampiamente oltrepassato. A Torino e Frosinone da gennaio a fine marzo è stata superata la soglia di legge ben 61 volte. Secondo la classifica di Legambiente “ PM10 ti tengo d’occhio ”, che ogni settimana mette a confronto i livelli di PM10 nelle principali città italiane sulla base dei dati registrati dalle centraline di monitoraggio della qualità dell’ aria, non ci sono esiti positivi. Non va meglio neanche a Lucca a quota 59 giorni di superamenti, Vicenza a 56 e Modena a 54. Anche nel 2008, come negli anni scorsi i livelli di PM10 in molte città sono decisamente troppo elevati. I problemi rimangono gli stessi, i provvedimenti adottati per risolverli pure. Il numero di auto circolanti ne è il principale responsabile ma anche con questa consapevolezza, confermata da più parti, non sono state ancora adottate dalle amministrazioni soluzioni alternative valide al mezzo privato. Occorrono più mezzi pubblici, dall’ autobus al tram, al treno metropolitano, un sistema di car sharing, taxi collettivi, piste ciclabili, e sistemi di penalità come il road pricing che incentivino il trasporto pubblico a scapito di quello privato.
Smog e polveri sottili: Frosinone, Torino, Cesena, Modena e Lucca fuori legge
Di nuovo allarme smog: “Frosinone, Torino, Cesena, Modena e Lucca sono le prime città italiane fuorilegge del 2008. Per colpa dello smog. E dell’incapacità delle amministrazioni locali di attuare serie misure anti-inquinamento”. E’ la dura accusa di Legambiente all’amministrazione pubblica per la situazione dell’inquinamento dell’aria nelle città italiane. Secondo i dati registrati dalle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria, aggiornati al 19 febbraio 2008 il quadro dei primi 51 giorni dell’anno è già allarmante: 40 giorni di superamento a Frosinone e Torino, 38 giorni a Cesena, 36 a Modena e Lucca contro i 35 giorni all’anno consentiti dalla legge. E non solo: altre 10 città hanno già raggiunto o oltrepassato 30 giorni di superamento del limite medio giornaliero per le polveri sottili, apprestandosi anch’esse a superare presto il tetto massimo. Il PM10 non cala. L’emergenza non cambia, i problemi rimangono gli stessi e i provvedimenti adottati nel tentativo di risolverli pure. Purtroppo non aiuta una normativa europea che fissa precisi standard di qualità dell’aria. Attualmente, infatti, non è presente un sistema sanzionatorio utile a spronare gli amministratori ad attuare interventi realmente efficaci per migliorare la qualità dell’aria. “La situazione è preoccupante, e non solo per il numero elevato di superamenti e le possibili conseguenze sulla salute dei cittadini, ma anche per la disperante cronicità con cui si ripropone l’allarme” – ha commentato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente.
Sabato 1 marzo DISIMBALLIAMOCI 2008: campagna per la riduzione dei rifiuti
I recenti fatti avvenuti in Campania hanno riportato in primo piano sui media nazionali le questioni legate allo smaltimento dei rifiuti. Il caso limite e paradossale dell’emergenza Campania – frutto prevedibile di politiche inesistenti e rimpalli di responsabilità che hanno fatto la fortuna di ecofurbi ed ecomafiosi – conferma che i rifiuti costituiscono una delle più gravi emergenze ambientali con cui non solo l’Italia si trova a fare i conti. Per concorrere ad invertire la tendenza, i circoli di Legambiente propongono un’azione compatta di informazione e sensibilizzazione: DISIMBALLIAMOCI. Sabato 1 marzo 2008 in tutta Italia ci saranno presidi agli ingressi di supermercati ed ipermercati per sensibilizzare i cittadini e le catene di distribuzione sull’uso eccessivo degli imballaggi che avvolgono i prodotti in vendita. Spesso sono inutili e finiscono dalla busta della spesa direttamente in quella della spazzatura con un impatto ambientale notevole. Si tratta di migliaia di tonnellate di rifiuti inutili che si potrebbero risparmiare alle tasche dei cittadini e alla salute del Pianeta. Alla fine della giornata, dopo l’opportuna separazione degli imballaggi inutili, il tutto sarà avviato al circuito virtuoso della raccolta differenziata per il successivo riciclaggio. La parola d’ordine è DISIMBALLIAMOCI! Basta con gli sprechi inutili, basta con le chiacchiere, cominciamo noi, subito, adesso, a diminuire i rifiuti. Se siamo tanti e uniti possiamo influenzare il mercato con acquisti consapevoli, meno impattanti, che incidono meno nei nostri bilanci.
Roma: Legambiente festeggia San Valentino con I love Kyoto
Per festeggiare San Valentino Legambiente al grido di “ I love Kyoto ” ha riempito Piazza delle Cinque Scole a Roma con 150 arbusti della macchia mediterranea. Piante di leccio, alloro, ruta, dragoncello, maggiorana, timo, rosmarino, menta e tante altre coltivate negli istituti penitenziari dalla cooperativa sociale “Piantala”, hanno preso il posto delle auto che invadono la piazza nel cuore di Roma. Un gesto simbolico per creare un polmone verde contro l’enorme quantità di CO2 presente nell’aria romana. L’azione collettiva, organizzata da Legambiente, in occasione della Settimana Amica del Clima, vuole sollecitare un decisivo intervento politico in Italia in favore della riduzione delle emissioni di gas serra, per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico. “In occasione del giorno di San Valentino non possiamo dimenticare il nostro amore per il Pianeta, rilanciando ancora una volta la sfida del risparmio energetico e delle fonti pulite – ha spiegato il presidente dell’associazione Vittorio Cogliati Dezza –. A tre anni dalla ratifica del protocollo di Kyoto il nostro Paese deve ancora intraprendere un drastico cambio di rotta e allungare il passo per recuperare il forte ritardo che la vede tra gli ultimi paesi europei nella corsa alla riduzione delle emissioni. Dobbiamo, pertanto, fare uno sforzo ancora maggiore, visto che rispetto al 1990 le nostre emissioni sono aumentate del 13% anziché diminuire del 6,5% come imposto dal Protocollo e che dagli obiettivi del 2012 ci separano quasi 130 milioni di tonnellate di CO2” .
Emergenza rifiuti: l’Italia che vuole bene alla Campania
Oltre cento sigle tra associazioni, organizzazioni di categoria insieme a scuole, insegnanti, studenti e comuni “ricicloni” hanno manifestato per la Campania libera dai rifiuti.
“Uscirne si può! Voler bene alla Campania“. È lo slogan di tutti quelli che hanno scelto di scendere in piazza a Napoli a fianco di Legambiente per dimostrare che in Campania si può e si deve uscire dall’emergenza rifiuti a patto che tutti, cittadini, imprese, politici e amministratori facciano finalmente la loro parte con responsabilità, coerenza e cura dell’interesse generale.
Un centinaio di sigle che rappresentano il mondo dell’associazionismo, del volontariato, dell’impegno civile ma anche della scuola, del lavoro e delle organizzazioni di categoria, hanno dato voce alla Campania che non accetta l’emergenza permanente, che ripudia la camorra che avvelena la vita e i demagoghi che soffiano su ogni protesta e che chiede ai politici e agli amministratori più raccolta differenziata, impianti di riciclaggio e compostaggio, ma soprattutto decisioni rapide e coerenti.