Ortoressia, quando il mangiar sano diventa una patologia

di Redazione Commenta

Mangiare sano fa bene ma se diventa un’ossessione come accade quando si è perennemente a dieta, allora si parla di ortoressia, ovvero di una patologia. Insomma mangiare bene sì, ma senza fissarsi troppo sull’argomento. 

Mangiare sano è importante per la salute di tutti ma se si estremizza anche questa operazione si può arrivare ad un disturbo, ad una patologia ossessivo-compulsiva, chiamata Ortoressia. Secondo recenti dati diffusi dal Ministero della Salute, sarebbero oltre 3 milioni gli italiani con disturbi alimentari e di questi circa il 15% soffrirebbe del disturbo, con una netta prevalenza degli uomini (11,3%) rispetto alle donne (3,9%).

Tra le principali città italiane dove questa patologia rischia di diffondersi ci sono al primo posto Milano (33%), al secondo Roma (27%), il podio è completato da Torino (21%). Secondo Steven Bratman fondatore del termine ortoressia

“lo spendere più di tre ore al giorno a pensare al cibo, selezionandolo più per i benefici sulla salute che per il gusto, il sentirsi in colpa qualora non si segua la dieta abituale, il sentirsi padroni di se stessi solo se si mangia nel modo ritenuto corretto”.

Tra l’altro, come spiega anche Lucio Rinaldi, psichiatra dell’Università Cattolica e responsabile dell’Area dei disturbi del comportamento, l’approccio al problema è complesso

“L’ortoressico non va dal medico per farsi curare perchè semplicemente non si sente un malato, si considera una persona sanissima, sviluppa una vera e propria fobia per i cibi e fa una dieta molto restrittiva che lo porta all’isolamento sociale. Spesso scopriamo che in famiglia ci sono genitori affetti da questa patologia curando i bambini che di solito presentano delle sofferenze fisiche dovute dalla mancanza di una dieta sana, solo allora intercettiamo un malato di ortorossia e non è detto che il paziente spontaneamente si lasci curare”.

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