La potenza del massaggio ayurvedico

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Massaggio ayurvedico, massaggio tradizionale o massaggio… Quale scegliere? In base a cosa scegliere una tipologia di massaggio rispetto ad un’altra? E’ tutto molto semplice, ma è opportuno andare per gradi. In questo articolo, ti parlerò di una ramificazione della medicina ayurvedica, quel tipo di massaggio che in occidente viene definito ayurvedico ma in lingua originale si chiama Abyangam.

Come scritto sopra, il massaggio ayurvedico è una delle tante terapie orientali che viene utilizzata sul malato nell’ayurveda. Ma che cos’è l’ayurveda? E’ una delle più antiche medicine alternative al mondo, essa è così anziana che non si sa con precisione in quale periodo è nata. C’è chi dice che ha cinquemila anni, chi più di duemila, una cosa certa è che alcuni documenti riguardanti questo tipo di medicina risalgono al 450 a.C. Insomma, antica lo è sicuramente.

Il suo uso viene fatto principalmente in India dove l’ayurveda è davanti in percentuale di utilizzo rispetto alle tecniche medicinali che noi tutti conosciamo. Essa viene definita alternativa perché punta a curare la patologia eliminando di conseguenza i sintomi connessi. A differenza della medicina tradizionale che tenta la maggior parte delle volte di eliminare prima di tutto il sintomo.

Il principio, infatti, su cui si fonda questa medicina, e quindi tutte le terapie a essa collegate, è quello di entrare nel profondo di una persona – e per profondo si intende il livello spirituale – per ristabilire l’equilibrio tra fisico e mente.

 

Quando una persona presenta uno stato di squilibrio o malattia (detto in lingua originale: vikriti) sarà compito del medico ayurvedico individuare le problematiche e riportare le energie vitali (dosha) ad uno stato di equilibrio (che in lingua originale si dice: prakriti).

Come detto in precedenza, il massaggio ayurvedico è una parte delle terapie con cui il medico ayurvedico arriva a riportare l’equilibrio tra mente e fisico all’interno di una persona. Questa disciplina, conosciuta prevalentemente in oriente, sta arrivando con prepotenza in occidente grazie alle sue enormi differenze con i classici massaggi che noi tutti conosciamo.

Dopo aver snocciolato già alcune grosse particolarità e principi che differenziano il massaggio ayurvedico da quello tradizionale, voglio descrivere altre differenze tra le due discipline.

Sostanzialmente sono tre e riguardano la durata, la profondità e la potenza.

La profondità è stata introdotta qualche paragrafo sopra in questo articolo. Vuol dire, in parole povere, che dove non arrivano le mani possono arrivare le energie stimolate dal massaggio. E’ infatti di principale importanza il concetto, in questa tematica, che riguarda l’energia interiore. In sostanza, con il massaggio ayurvedico si cerca di stimolare le energie vitali che noi tutti possediamo eliminando quelle negative, portatrici di cattivi pensieri, dolori e quant’altro.
Per durata, invece, si fa riferimento al periodo entro il quale il massaggio ayurvedico dà i suoi benefici. Questo perché una seduta di questa pratica è molto più lunga di un massaggio tradizionale per tutte le motivazioni esposte sopra.

Infine, la potenza che deve essere intesa non come la forza che ci mette il massaggiatore sopra il corpo del ricevente, ma come l’efficacia di questo tipo di massaggio. Un episodio aiuta sicuramente a capire al meglio ed è ciò che può capitare durante una normale seduta di massaggio ayurvedico.
Esiste una pratica chiamata “riequilibrio degli organi interni” che consiste nel posizionarsi sull’addome del ricevente e con movimenti circolari il massaggiatore tocca tutti gli organi presenti per sentire se c’è qualche resistenza ed eventualmente sbloccarla, andando ad eliminare così ogni energia negativa presente in noi.

 

Che c’è di strano? Può dire qualcuno. Assolutamente niente, se togliamo il fatto che al ricevente (cioè colui che riceve il massaggio) può capitare di lasciarsi scappare una lacrimuccia. Sì, è proprio così. Durante questo particolare massaggio, è normale vedere il ricevente piangere (anche se non capita a tutti) qualora il massaggiatore fosse in presenza di determinate energie negative da espellere.

Naturalmente tutto ciò non deve spaventare coloro che hanno intenzione di sottoporsi ad una seduta di massaggio ayurvedico. Piangere in questo caso è una questione benefica e significa che determinate problematiche stanno per essere superate. Il ricevente infatti non sentirà male e non si metterà a singhiozzare, semplicemente usciranno dagli occhi delle lacrime.

Come ho detto in precedenza, tutto ciò può capitare ma non è tassativo. Dipende da individuo a individuo.

 

E ora, buon massaggio ayurvedico.

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