I preservativi cambiano ‘pelle’

di Redazione Commenta

Il preservativo si configura come uno ‘strumento’ indispensabile ai fini della protezione della salute eppure ancora oggi, dopo 400 anni dalla nascita, espone numerosi difetti. Il primo, vero incubo, è la possibile rottura, il secondo riguarda invece la sensibilità. Due nei che gravano moltissimo nella diffusione del metodo contraccettivo più sicuro, ma che forse potranno essere superati in virtù di un nuovo materiale: il grafene.

Composto da carbonio, il grafene è duro come il diamante ma è spesso come un singolo atomo. Le sue proprietà stanno attrirando in particolar modo il settore dell’hi-tech dove potrebbe essere utilizzato per creare display indistruttibili o circuiti integrati sottilissimi. Le stesse qualità tuttavia lo rendono altamente efficace anche per i preservativi di nuova generazione e ne è convinta in particolare la Gates Foundation, la fondazione benefica creata da Bill Gates che ha appena donato 100 mila dollari all’Università di Manchester in maniera tale da sviluppare la nuova tecnologia.

Rapidom

La ricerca condotta presso l’Università di Manchester tuttavia non è l’unica a tracciare una via per il futuro. La stessa fondazione Gates ha favorito una serie di donazioni a diversi gruppi di ricerca nel mondo che stanno studiando nuove soluzioni al fine di incentivare l’uso del preservativo. In Sudafrica per esempio si sta studiando Rapidom, in cui basta aprire la bustina per far venir fuori un condom già pronto per essere indossato. L’Università di Cambridge punta a dei polimeri che si stringono automaticamente mentre è in corso l’atto e sempre in Inghilterra si punta a trovare un sistema che anziché stringere aderisca alla pelle per semplificare l’applicazione e aumentare la sensibilità.

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