Nel 2050 tutti costretti ad essere vegetariani

di Redazione Commenta

Se oggi essere vegetariani è una libera scelta, nel 2050 saremo tutti costretti ad essere vegetariani, gli amanti di grigliate con gli amici, fra 38 anni dovranno adattarsi ad utilizzare il barbecue solo per arrostire mais e verdure in generale. Non ci sarà più possibilità di sentire lo sfrigolio delle braciole sulla griglia. A lanciare l’inquietante allarme, sono i ricercatori dello Stockholm International Water Institute, che fanno il punto sugli eccessivi consumi di acqua e di terreni destinati all’allevamento di animali da macello.

L’aumento demografico è una delle cause di questo allarme spiegato dagli svedesi. Malin Falkenmark, Senior Scientist dello Stockholm International Water Institute, sostiene che l’unica soluzione per soddisfare la sempre crescente popolazione mondiale, sarà il ricorso a frutta a verdura. Secondo le stime, entro i prossimi quarant’anni, dagli attuali 7 miliardi, si arriverà ai 9 miliardi. Il pianeta terra non sarà più in grado di sostenere questa vertiginosa crescita.

Il ricercatore svedese ha spiegato cosa succederà da qui al 2050:

Non ci sarà abbastanza acqua per produrre il cibo necessario ai due miliardi di persone in più che ci saranno nel 2050 soprattutto se si manterranno i trend attuali, che vedono il mondo avvicinarsi a una dieta di tipo occidentale con il 20 per cento delle proteine assunte derivanti dagli animali.

L’unica alternativa sarebbe quella di ridurre, da subito, i consumi di alimenti di derivazione animale imparando a ricorrere alla dieta vegetariana. Gli studiosi svedesi hanno rilevato che il fabbisogno nutrizionale attuale è pari al 20 per cento, la necessità è di ridurre la percentuale fino a scendere al di sotto del 5 per cento, il rischio che nei prossimi anni ci saranno carestie e guerre per il cibo, si fa sempre più reale.

Gli alimenti di origine animale consumano da cinque a dieci volte più acqua di quella che serve a una alimentazione vegetariana. Consumare frutta e verdura, quindi, diventare vegetariani, significherebbe la netta diminuzione di impiego di acqua per l’agricoltura. Oggi un terzo dei terreni coltivabili, è destinato alla produzione di foraggio per alimentare gli animali. Se ne mangiassimo meno, tutto questo non esisterebbe.

Tutto questo rilancia la dieta vegetariana, e, per i più radicali, il fruttarismo, l’unica alternativa per rendere più sostenibile il nostro pianeta, e di questo si discuterà nei prossimi giorni all’annuale Settimana Mondiale dell’acqua, in programma proprio a Stoccolma in questi giorni, alla presenza di 2500 politici, rappresentanti dell’Onu, ong e ricercatori provenienti da centoventi paesi.

Photo credit: R Childress su Flickr

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