Le punture di meduse e tracine, i rimedi per il liquido urticante

di Redazione Commenta

Anche un solo contatto con una medusa, provoca fastidiose e in alcuni casi anche serie reazioni cutanee. Contrariamente all’opinione comune, non è l’acqua limpida ad attirarle, quanto piuttosto un cambiamento delle correnti, oltre al fatto che ci sono sempre meno tartarughe marine, che si cibano principalmente di meduse. Diffuse su tutte le coste sono invece le tracine, che trovandosi vicino a riva specialmente nei fondali sabbiosi, possono facilmente essere pestate con i piedi.

La medusa è ricoperta da cellule particolari (si chiama nematocisti) che, in caso di contatto con la cute, iniettano un liquido urticante che provoca arrossamento, gonfiore, prurito e bruciore, mentre nel caso della tracina prevale il dolore, che comunque passa spontaneamente nel giro di 30-40 minuti. Solo se sono interessate zone cutanee ampie o delicate come il volto, è meglio rivolgersi al pronto soccorso, per evitare che restino cicatrici sulla pelle. Altrimenti, basta mettere in pratica semplici regole.

Se si viene a contatto di una medusa, la prima cosa da fare è togliere i tentacoli, che spesso rimangono attaccati alla pelle, impastandoli con la sabbia bagnata. Per evitare che le cellule urticanti si diffondano ad altre parti del corpo, come gli occhi, è importante che questa operazione non venga eseguita a mani nude: l’ideale è avere a disposizione un paio di guanti, ma può andar bene anche un sacchetto di plastica. Non tutte le nematocisti, infatti, scoppiano al primo impatto; alcune possono rimanere integre e riattivarsi in un secondo momento attraverso un successivo contatto o sfregamento.

La parte colpita va poi sciacquata abbondantemente con acqua salata, che migliora i sintomi. Quella dolce, invece, essendo ipotonica, li peggiora provocando l’attivazione chimica delle nomatocisti ancora presenti sulla cute e quindi il loro scoppio. Se a pungere è stata una tracina, per alleviare il dolore si può mettere il piede a contatto con la sabbia calda; le tossine degli aculei di questo pesce, infatti, sono termolabili.

Nel caso delle meduse, è utile anche applicare sulla parte un impacco d’acqua fredda o del ghiaccio avvolto in un panno bagnato, perchè il freddo ha un’azione analgesica e attenua le reazioni della pelle. Solo se si è certi che non ci siano più frammenti di tentacoli e quindi cellule urticanti, si può anche eseguire un impacco con aceto o ammoniaca, due sostanze che hanno un’azione tamponante sulla pelle. In commercio esistono anche pratici stick all’ammoniaca, come per le punture d’insetto.

Nei casi più seri, si può applicare un paio di volte al giorno una pomata cortisonica. Sconsigliate invece quelle che contengono farmaci antinfiammatori non steroidei, come per esempio l’iboprufene, perchè possono provocare fotosensibilizzazione, cioè reazioni cutanee quando ci si espone al sole. Per quanto riguarda le tracine, possono predisporre a infezioni batteriche con i loro aculei che penetrano nella cute. Perciò è opportuno applicare sulla parte una pomata cortisonico-antibiotica.

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