Le voglie in gravidanza delle mamme non hanno effetto sul bambino

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Le cosiddette “voglie” ritenute uno dei segnali più tipici della gravidanza, corrispondono al desiderio improvviso e intenso di un cibo specifico, di solito un alimento particolare e sfizioso. Un tempo era diffusa la credenza che il non soddisfare la voglia di una donna incinta determinasse per il nascituro la comparsa di una macchia corrispondente (scura se la voglia era di caffè o cioccolato, rossa se di fragola o vino) sulla pelle del bambino.

In realtà, le eventuali macchie cutanee presenti nel neonato non hanno nulla a che vedere con le abitudini alimentari della futura mamma e dipendono dalla maggiore concentrazione di melanina (il pigmento che colora la pelle) in un’area circoscritta della cute, nel caso si tratti di voglie scure, dalla dilatazione dei capillari sottocutanei (angiomi) se risultano di colore rosso scuro.

Credenze popolari a parte, all’origine di questo fenomeno possono essere indicati numerosi fattori, sia di carattere fisico che psicologico. Fin dal concepimento viene attivata una graduale trasformazione del normale equilibrio ormonale nell’organismo della futura mamma al fine di adattarlo ad ospitare il feto e ad affrontare il parto. Tra gli effetti che questo cambiamento porta con sé sono compresi anche alterazioni del gusto e dell’olfatto. In particolare si evidenzia una più elevata sensibilità nei confronti di alcuni odori e sapori che possono risultare improvvisamente insopportabili, anche se prima della gravidanza non lo erano (come caffè e fumo), l’apprezzamento di cibi prima non graditi.

In genere, poi, a cominciare dal 4°-5° mese di attesa, e quindi una volta concluso il primo trimestre caratterizzato spesso dalla presenza di nausea, l’appetito tende ad aumentare anche in ragione del superlavoro cui l’organismo della futura mamma è sottoposto. Ciò tende senz’altro a stimolare il bisogno di spuntini improvvisi, l’attrazione verso alimenti contraddistinti da un alto contenuto calorico ed anche la comparsa di voglie specifiche.

L’attesa, infine, corrisponde a una condizione particolarmente delicata anche dal punto di vista degli equilibri emotivi e psicologici: la donna incinta, infatti, si trova a vivere emozioni molto intense e contrastanti in cui alla serenità e all’entusiasmo si associano molto spesso preoccupazioni e ansie legate soprattutto al senso di inadeguatezza rispetto al futuro ruolo di madre. Le variazioni ormonali si riflettono inoltre sull’umore della gestante più sensibile e fragile della norma, per l’innalzamento del progesterone. Ciò la induce ad aumentare la sua ricerca di attenzioni, di comprensione e sostegno da parte di chi le sta vicino: le sue richieste, incluse quelle relative ai cibi, divengono più frequenti e, al contempo, cresce la disponibilità a soddisfarle.

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