L’obesità non si configura esclusivamente come un problema di peso: i chili in aumento sono un fattore di rischio per differenti problemi di salute, primi fra tutti le malattie cardiovascolari e il diabete. E’ proprio la connessione tra obesità e diabete di tipo 2 ad essere evidenziata dagli esperti dell’associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (Adi), che in occasione dell’Obesity Day 2013, celebrato come ogni anno oggi 10 ottobre, tornano a ripetersi sull’importanza della promozione di un network efficiente di strutture destinate alla dietetica e alla nutrizione clinica nella lotta contro l’iperglicemia. Giuseppe Fatati, coordinatore dell’Obesity Day spiega:
Negli ultimi anni molto si è dibattuto sulle strategie nutrizionali e terapeutiche per il raggiungimento del controllo del peso e del buon controllo metabolico, nelle persone con diabete tipo 2, considerando che il dimagrimento è il più importante obiettivo non solo terapeutico ma anche di prevenzione. La Nutrizione Clinica deve, dunque, essere inserita a pieno titolo nei percorsi di diagnosi e cura, sia del paziente ospedalizzato, sia del paziente ambulatoriale.
In Italia la distribuzione dell’obesità è uno degli imputati maggiori nel processo che combatte le cause che hanno portato all’aumento dei casi di diabete, la cui prevalenza è passata in 12 anni dal 3,7 al 5,5%, per un totale di oltre 1 milione di persone in più affette da questa patologia. Non solo, ai 3,3 milioni di pazienti con diabete diagnosticato che in più del 90% dei casi è di tipo 2 deve assere aggiunto circa un altro milione di persone che non sa di essere sofferente di questa malattia, una condizione che non eleva solo i rischi per la loro salute, ma anche la spesa sanitaria nazionale.