Atelofobia: le donne sono angosciate dalle imperfezioni

di Redazione Commenta

Pare che siano molte le donne angosciate dalle imperfezioni e questo tipo di paura ha anche un nome, atelofobia; non conoscevo questa paura fino a quando non ho letto un articolo all’interno di Lastampa.it che mi è sembrato particolarmente interessante. In un certo senso mi sono sentita “chiamata in causa” perchè fino a qualche tempo fa (lo sono ancora ma in misura minore) ero incredibilmente insicura e cercavo negli altri delle continue conferme in tutto quello che facevo. Probabilmente questo tipo di paura è sempre più diffuso nella nostra società perchè i ritmi sempre più frenetici ci mettono costantemente in competizione e alla ricerca della perfezione in tutti i contesti (anche se forse la perfezione completa non esiste).

Nell’articolo si parla di come l’atelofobia possa manifestarsi attraverso diversi sintomi come la scontentezza di sé e del proprio corpo, il non sentirsi belle, adeguate o all’altezza. La donna colpita dall’atelofobia vede quindi un’immagine di sè che è distorta e, questo porta molte donne a rivolgersi ad un chirurgo plastico anche quando non ce ne sarebbe affatto bisogno; spiega Dottor Paolo Mezzana, specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica:

L’atelofobia è una patologia seria che per alcune donne può diventare un ostacolo per la vita lavorativa e personale. Il processo ha origine a livello cerebrale ed è molto complicato porvi rimedio a livello fisiologico, ma è possibile offrire alla paziente un sostegno psicologico e suggerirle alcune soluzioni che le consentano di valorizzare i suoi pregi

Insomma una paura da non sottovalutare ma per la quale il chirurgo plastico il più delle volte non serve; impariamo ad accettarci per come siamo, con i nostri pregi e con i nostri difetti. Se necessario, se ci sentiamo particolarmente scontente, tristi rivolgiamo al nostro medico di famiglia che saprà consigliarci la strada migliore da intraprendere (a volte in questi casi uno psicologo può aiutare).

Photo Credits| UvaFragola su Flickr

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