La nuova frontiera dell’ isterectomia, l’ utero tolto dall’ ombelico

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La nuova tecnica chirurgica di isterectomia si chiama “single port” e prevede che un’operazione sia effettuata inserendo tutti gli strumenti chirurgici da un’unica via di accesso, l’ombelico. Per la prima volta al mondo, questa tecnica è stata applicata con successo e attraverso un sofisticato robot chirurgico, in dotazione all’Azienda Ospedaliera Universitaria di Pisa, grazie alle quale è stata effettuata un’isterectomia. L’uso del robot nell’intervento ha permesso di superari i limiti della chirurgia laparoscopica e di realizzare l’intervento con successo, sfruttando i vantaggi che sono propri di questo sistema, come la visione tridimensionale, la mancanza di tremore e quindi la precisione.

Il termine isterectomia, in generale, indica la rimozione chirurgica dell’utero che può essere totale o parziale. Nel secondo caso, il collo dell’utero non viene asportato. Ci sono diverse condizioni che possono richiedere questo tipo di intervento. Le più diffuse sono i tumori benigni del tessuto muscolare dell’utero, che possono causare un eccessivo sanguinamento durante il ciclo mestruale, oltre a forti crampi e dolori. In certi casi, è possibile che lo specialista consigli l’isterectomia ed il cancro che può interessare l’utero e le ovaie.

L’isterectomia è utilizzata anche in caso di endometriosi, cioè la crescita anomala dell’endometrio (lo strado interno dell’utero) nella cavità addominale, in caso di infezione dell’utero e delle tube di Falloppio, che può estendersi alla cavità pelvica (malattia pelvica infiammatoria. A seconda delle condizioni della donna, lo specialista può decidere di asportare solo l’utero oppure anche i tessuti connessi, come le ovaie (una o entrambe) e i linfonodi.

I vantaggi del nuovo metodo robotizzato per l’isterectomia sono di varia natura: invasività ridotta al minimo; abbreviazione dei tempi di alcune fasi di intervento; grande precisione nel posizionamento degli strumenti; visione tridimensionale nel campo di operazione; miglioramento delle condizioni post operatorie e, quindi, riduzione dei tempi di degenza in ospedale al termine dell’intervento.

L’isterectomia classica prevede che l’asportazione dell’utero sia fatta attraverso l’addome, con due o più incisioni, oppure per via vaginale, nel qual caso le incisioni vengono praticate all’interno della vagina e non sono visibili all’esterno. Dopo l’isterectomia, la donna non potrà più avere gravidanze e ci sarà anche la sospensione definitiva del ciclo mestruale (ma senza modificare l’equilibrio ormonale, se non vengono asportate le ovaie). L’isterectomia non compromette invece l’attività sessuale della donna, né le sensazioni che si possono avere con i rapporti sessuali (che possono essere ripresi normalmente dopo alcune settimane dall’operazione).

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