La mammografia dimezza i rischi di tumore al seno

di Redazione 1

Le donne tra i 40 e i 50 anni che effettuano una mammografia all’anno hanno rischi dimezzati di andare incontro a una mastectomia (asportazione chirurgica parziale o totale della mammella) dopo una diagnosi di tumore al seno. La conferma dell’importanza di sottoporsi a questo screening a partire da una certa età arriva da uno studio condotto al London Breast Institute che fa capo al Princess Grace Hospital di Londra. Il dottor Nicholas M. Perry e la sua équipe hanno analizzato, tra il 2003 e il 2009, quasi mille donne affette dalla malattia, il 73 per cento delle quali on aveva mai fatto una mammografia. I dati hanno dimostrato che l’intervento chirurgico al seno è stato necessario nel 19 per cento delle donne che si erano sottoposte all’esame l’anno precedente all’osservazione, contro il 46 per cento di quelle che non l’avevano eseguita.

La mammografia è in grado di individuare tumori di pochi millimetri quando ancora non hanno dato segni di sé, spesso non hanno ancora invaso i tessuti circostanti e quindi possono essere curati e guariti definitivamente in maniera conservativa. Per esempio, uno dei segnali precoci di malattia che solo questo esame può rilevare è la presenza di piccole calcificazioni sulla mammella.

I programmi di screening sono rivolti alle donne tra i 50 e i 69 anni, perché è proprio in questa fascia di età che l’esame si è dimostrato più efficace. Ma da recenti evidenze scientifiche si è visto che potrebbe essere benissimo ampliata dai 45 ai 74 anni; questa indicazione è stata recepita anche dal piano oncologico nazionale del Ministero della Salute. Le donne che presentano sintomi particolari dovrebbero eseguire la prima mammografia a 40 anni e ripeterla ogni 12-18 mesi fino ai 50 anni. Dopo è in genere sufficiente un controllo biennale, ma se in menopausa si segue una terapia ormonale sostitutiva è opportuno programmare intervalli più brevi.

Per le donne che hanno meno di 40 anni, invece, è più indicata l’ecografia, perché visualizza meglio la componente fibroghiandolare, predominante nella mammella giovane. Può comunque integrare la mammografia anche nelle ultracinquantenni che per costituzione hanno un seno ancora molto denso e risulta particolarmente utile nella valutazione delle protesi, delle infiammazioni, dei traumi al seno e in tutti i casi di referti mammografici dubbi. Ma da quale età è opportuno iniziare ad andare dal senologo? Se non ci sono problemi, intorno ai 35-40 anni. Ma se in famiglia ci sono altri casi di carcinoma mammario, è consigliabile anticipare i controlli.

Infine, la donna deve essere attenta al proprio seno e controllarlo mediante l’autopalpazione, che andrebbe eseguita ogni mese al termine delle mestruazioni, prima verificando allo specchio se ci sono differenze di forma tra i due seni e alterazioni della pelle, poi sdraiate palpando le mammelle in senso orario con i polpastrelli e premendo delicatamente ciascun capezzolo tra il pollice e l’indice per escludere la presenza di secrezioni.

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