Rifiuti: THOR, il sistema di riciclaggio indifferenziato

di Redazione 3

Thor è un sistema che permette di recuperare e raffinare i rifiuti solidi urbani senza passare per i cassonetti differenziati. Costa un quinto dei costi di smaltimento di un inceneritore e restituisce materiali utili e combustibile. Quanto sia problematico il trattamento dei rifiuti, lo dimostra l’emergenza rifiuti della Campania. Ma i rifiuti solidi urbani possono rappresentare anche una risorsa. In questa direzione va Thor, un sistema sviluppato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche insieme alla Società ASSING SpA di Roma. Un passo oltre la raccolta differenziata e il semplice incenerimento, con cui i rifiuti diventano una risorsa e che comporta un costo decisamente inferiore a quello di un inceneritore. Thor (Total house waste recycling – riciclaggio completo dei rifiuti domestici) è una tecnologia ideata e sviluppata interamente in Italia dalla ricerca congiunta pubblica e privata, che si basa su un processo di raffinazione meccanica (meccano-raffinazione) dei materiali di scarto, i quali vengono trattati in modo da separare tutte le componenti utili dalle sostanze dannose o inservibili. Come un mulino di nuova generazione, l’impianto Thor riduce i rifiuti a dimensioni microscopiche, inferiori a dieci millesimi di millimetro. Il risultato dell’intero processo è una materia omogenea, purificata dalle parti dannose e dal contenuto calorifico, utilizzabile come combustibile e paragonabile ad un carbone di buona qualità. “Un impianto di meccano-raffinazione di taglia medio-piccola da 20 mila tonnellate di rifiuti l’anno presenta costi di circa 40 euro per tonnellata di materiale“, spiega Paolo Plescia. “Per una identica quantità, una discarica ne richiederebbe almeno 100 e un inceneritore 250 euro. A questi costi vanno aggiunti quelli di gestione, e in particolare le spese legate allo smaltimento delle scorie e ceneri per gli inceneritori, o della gestione degli odori e dei gas delle discariche, entrambi inesistenti nel Thor.

IL PRIMO IMPIANTO THOR IN SICILIA
Il primo impianto THOR, attualmente in funzione in Sicilia, riesce a trattare fino a otto tonnellate l’ora e non ha bisogno di un’area di stoccaggio in attesa del trattamento; è completamente meccanico, non termico e quindi non è necessario tenerlo sempre in funzione, anzi può essere acceso solo quando serve, limitando o eliminando così lo stoccaggio dei rifiuti e i conseguenti odori. Inoltre, è stato progettato anche come impianto mobile, utile per contrastare le emergenze e in tutte le situazioni dove è necessario trattare i rifiuti velocemente, senza scorie e senza impegnare spazi di grandi dimensioni, con un costo contenuto: un impianto da 4 tonnellate/ora occupa un massimo di 300 metri quadrati e ha un costo medio di 2 milioni di euro.

POSSIBILI UTILIZZI DI THOR
Un’area urbana di 5000 abitanti produce circa 50 tonnellate al giorno di rifiuti solidi“, informa il ricercatore. ” Con queste Thor permette di ricavare una media giornaliera di 30 tonnellate di combustibile, 3 tonnellate di vetro, 2 tonnellate tra metalli ferrosi e non ferrosi e 1 tonnellata di inerti, nei quali è compresa anche la frazione ricca di cloro dei rifiuti, che viene separata per non inquinare il combustibile. Il resto dei rifiuti è acqua, che viene espulsa sotto forma di vapore durante il processo di micronizzazione. Il prodotto che esce da Thor è sterilizzato perché le pressioni che si generano nel mulino, dalle 8000 alle 15000 atmosfere, determinano la completa distruzione delle flore batteriche, e, inoltre, non produce odori da fermentazione: resta inerte dal punto di vista biologico, ma combustibile“. Un’altra applicazione interessante di Thor, utile per le isole o le comunità dove scarseggia l’acqua potabile, consiste nell’utilizzazione dell’energia termica prodotta per alimentare un dissalatore, producendo acqua potabile e nello stesso tempo eliminando i rifiuti soldi urbani.
L’impianto può essere montato su un camion o su navi. In quest’ultimo caso, la produttività di un impianto imbarcato può salire oltre le dieci tonnellate l’ora e il combustibile, ottenuto dal trattamento, reso liquido da un ‘pirolizzatore’, può essere utilizzato direttamente dal natante o rivenduto all’esterno.
Un combustibile utilizzabile con qualunque tipo di sistema termico“, aggiunge Paolo Plescia, ricercatore dell’Ismn-Cnr e inventore di Thor, “compresi i motori funzionanti a biodiesel, le caldaie a vapore, i sistemi di riscaldamento centralizzati e gli impianti di termovalorizzazione delle biomasse.“. E’ possibile utilizzare il prodotto sia come combustibile solido oppure produrre bio-olio per motori diesel attraverso la ‘pirolisi’. L’impianto è completamente autonomo: consuma infatti parte dell’energia che produce e il resto lo cede all’esterno.

Per informazioni: 06 90672826 – e-mail: [email protected], [email protected]

Fonte: CNR – Paolo Plescia, Istituto di studi sui materiali nanostrutturati (Ismn) del Cnr

Commenti (3)

  1. Mi chiedo come mai i nostro politici, siano essi di centro destra o di centro sinistra, non tengano in considerazione questo validissimo sistema, tra l’altro progettato dal nostro CNR. Ho appena letto su http://www.borsaitaliana.reuters. una frase di un personaggio che a Chiaiano ha detto che non ci sono alternative ai rifiuti se non le discariche ed i termovalorizzatori ( termine peraltro vietato dalla Comunità Europea in quanto induce, il termine, ad una valutazione errata del sistema). Questo personaggio, Matteoli, in una intervista al “Giornale” ha specificatamente detto:
    ” “Tutti devono capire che non esiste nulla di diverso da discariche e termovalorizzatori per affrontare il problema dei rifiuti. L’alternativa è la morte della Campania”
    Mi chiedo quali siano le sue informazioni riguardo alla soluzione rifiuti.

  2. Cara Isa, ce lo chiediamo un pò tutti, o un pò in tanti! Di proposte e soluzioni oltre a termovalizzatori e discariche ce ne sono. Certo al momento, in piena emergenza, viene messo l’ accento sui termovalorizzatori e sulle discariche, che però non rappresentano l’ unica soluzione sul lungo termine. E proprio sul lungo termine ci sarebbero da valutare le altre soluzioni. Ma ultimamente si è anche tornato a parlare del nucleare in Italia per risolvere il problema energetico dei costi e della produzione di energia e “rialzare” il nostro bel paese…anche se il nucleare crea altri rifiuti ben più tossici e pericolosi…da gestire!
    Comunque, a proposito di termovalorizzatori e della normativa europea di cui hai parlato anche tu, se ti interessa ci sono altri tre articoli sul nostro blog su cui riflettere.
    Uno è stato già pubblicato da febbraio (prima che si arrivasse all’ emergenza in piena di oggi) e parla dei dubbi sui termovalorizzatori:
    http://www.mondobenessereblog.com/2008/02/29/ecoballe-i-dubbi-sul-termovalorizzatore-per-lo-smaltimento-dei-rifiuti/#more-250
    Un altro invece, si riferiva al teleriscaldamento a Milano tramite termovalorizzatore. Nel comunicato stampa (riportato in modo integrale) del comune di Milano si parlava di “energia pulita”. Ma (com’ è vero!) un nostro navigatore ha fatto notare che non è così, che il termovalorizzatore produce comunque emissioni tossiche (le nanopolveri). Nei commenti trovi infatti un riferimento a Stefano Montanari (direttore Scientifico del laboratorio Nanodiagnostics di Modena) in proposito:
    http://www.mondobenessereblog.com/2008/02/28/milano-energia-pulita-per-riscaldare-la-citta/
    Infine, c’è una proposta di un termovalorizzatore ecologico da parte del CNR, eccola:
    http://www.mondobenessereblog.com/2008/02/21/energia-elettrica-dalla-spazzatura-con-il-termovalorizzatore-ecologico/#more-187
    Come si vede il discorso è ampio e controverso…e fa riflettere!

  3. Qualcuno di voi sa indicarmi una ditta che mi possa fare un preventivo chiavi in mano per il trattamento e l’affinazione di schede elettroniche al fine di recuperare metalli nobili e no? Quantitativo circa 200ton/anno. Per contatto [email protected] Ringrazio anticipatamente

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