Il tai chi per aiutare i malati di Parkinson

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Se si soffre di Parkinson almeno agli stadi iniziali i medici consigliano di fare una leggera ma costante attività fisica; questo per evitare che i muscoli ai atrofizzino e/o diventino rigidi. Certo non sempre si riesce ma l’importante è almeno provare; agli esercizi più classici che possono essere insegnati presso dei centri di riabilitazione si aggiunge anche il tai chi, una disciplina orientale che sta prendendo sempre più piede anche nel nostro paese.

Il tai-chi che si basa su movimenti controllati e lenti sembra essere perfetto e adatto anche nei confronti delle persone che soffrono di Parkinson in forma lieve, aiutandoli a ritrovare l’equilibrio; a questa conclusione è arrivato uno studio condotto Li Fuzhong, docente presso il Research Institute Oregon di Eugene (USA), e pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine.

Lo studio ha coinvolto 195 anziani sofferenti di Parkinson lieve che sono stati divisi in due gruppi: il primo ha eseguito esercizi di tai chi per l’equilibrio, il secondo degli esercizi di stretching. Lo studio è durato 24 settimane e al termine è emerso che questo secondo gruppo non era riuscito a migliorare la propria condizione motoria a differenze del gruppo che invece aveva seguito gli esercizi di tai chi.

Fuzhong ha però precisato

E’ bene chiarire che non stiamo andando a sbarazzarci dei sintomi perché il Tai chi non è una droga nè una cura. Ma può aiutare ad alleviare le difficoltà a rallentare la progressione della malattia e a diminuire l’incidenza delle cadute negli anziani

Mi sembra comunque sia un ottimo risultato ed un piccolo passo in avanti per rendere migliore la vita di queste persone.

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Photo Credits| stevendepolo su Flickr

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