Piedi piatti, gli interventi per correggerli

di Redazione Commenta

Tutti nasciamo con i piedi piatti, da adulti, ci sono interventi per correggerli. A lungo andare, infatti, provocano dolori alle piante e sotto il malleolo interno, ma anche alle caviglie e alle ginocchia. Fino a 4 anni, infatti, il pannicolo adiposo nascosto sotto i piedi maschera la volta plantare. Se, però, dopo i 4-5 anni non si forma, si può intervenire.

La prima soluzione è adottare plantari su misura che, impedendo al tallone di deviare verso l’esterno, riallineano il piede. Utile è anche la ginnastica correttiva (fatta con regolarità per almeno due anni) per rinforzare i muscoli ad azione cavitante.

Come si presentano i piedi piatti? La forma non è tutto. Non basta constatare l’appiattimento della volta plantare, quel che conta è vedere come si comportano i piedi mentre si cammina. Il piede ha il compito di raccogliere informazioni dal suolo e di adattare l’arco plantare a questo.

I piedi piatti, oltre a provocare dolore ai piedi, non consentono il giusto appoggio al terreno, per questo crea un’andatura scoordinata, pronta a sbilanciare la distribuzione dei carichi del corpo . Senza accorgertene, quindi, tenderai a spostare il peso del corpo sull’avampiede, creando delle sollecitazioni negative che si riflettono anche sulle ginocchia, le anche e la colonna vertebrale e, di conseguenza, sulla postura.

La soluzione consiste nel farsi confezionare dai tecnici ortopedici, in base alle indicazioni dello specialista, dei plantari personalizzati, da inserire all’interno delle calzature. Non devono avere un sostegno a livello dell’arco plantare, come si faceva una volta, bensì una conchiglia rigida a livello del tallone, in modo da riportare in asse il piede.

Per chi vuole risolvere per sempre il problema dei piedi piatti, c’è il nuovo intervento correttivo studiato appositamente. Consiste nell’inserire un tassello o una vite riassorbibile tra due ossa, l’astragalo e il calcagno, al fine di limitare il movimento in valgo, cioè verso l’esterno del tallone. L’intervento avviene in anestesia locale e dura 20 minuti. Il decorso postopertorio è un po’ noioso, non si potrà appoggiare il piede per tre settimane, e per altre tre bisognerà indossare un tutore ortopedico.

Photo credit: lizzymarie su Flickr

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