Acquacombat: la difesa personale si impara in piscina

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L’ Acquacombat si ispira alla boxe e alle arti marziali, la disciplina che insegna a difendersi tirando calci e pugni, ma si svolge in piscina, utilizzando movimenti più dolci ed evitando il corpo a corpo. Sicura, allenante, permette di migliorare il tono muscolare e le funzioni cardiocircolatorie e respiratorie con esercizi divertenti e dinamici. L’ obiettivo dell’ Acquacombat è quello di modellare la forma fisica e aumentare la resistenza, più che fornire gli strumenti per contrastare eventuali aggressioni.

La lezione di Acquacombat dura 50 minuti e si svolge tutti in acqua, scandita dalla musica. In posizione eretta bisogna essere immerse fino al petto. Invece, quando le gambe si piegano per molleggiare, l’ acqua arriva alle spalle. E’ fondamentale che tutti i colpi, calci e pugni, vengano sferrati in acqua. In questo modo si fa più fatica e non si rischiano traumi. Non è necessario saper nuotare.

Nella fase di riscaldamento dell’ Acquacombat si accresce progressivamente la frequenza cardiaca, si sciolgono le articolazioni e si riscaldano i muscoli. Si molleggia spostando alternativamente il peso da un piede all’ altro. Si finge di saltare alla corda, simulando anche il movimento delle braccia. Si provano calci e pugni con gesti ampi e lenti.

Nella fase centrale dell’ Acquacombat si provano i singoli movimenti (calci, pugni, schivate). Poi li si combinano tra loro, dando vita a piccole coreografie. L’ associazione dei movimenti delle gambe e delle braccia può risultare all’ inizio un po’ difficoltosa, per questo va provato tante volte aumentando progressivamente le difficoltà.

Prima di passare alla fase di defaticamento si potenziano i muscoli addominali. Si possono eseguire degli squat: ci si piega sulle ginocchia (come se ci si sedesse) scendendo in acqua con il busto. La schiena è dritta, il bacino leggermente retroverso, i muscoli addominali contratti. Si effettuano anche degli affondi: si avanza con una gamba, si piega il ginocchio e intanto si allunga completamente l’ altra gamba indietro.

La lezione di Acquacombat si conclude con movimenti di stretching morbidi, fluidi e ampi che coinvolgano tutti i muscoli per favorirne il rilassamento. Va bene anche camminare lentamente in acqua, facendo oscillare le braccia avanti e indietro. Va quindi allungata la schiena, poi le gambe, portando alternativamente il piede verso il gluteo corrispondente e tenendolo così per qualche secondo. Oppure appoggiando entrambi i piedi sulla parte della piscina e afferrandosi con le mani ai bordi.

I colpi principali dell’ Acquacombat

Diretto: dalla posizione di molleggio, con i piedi paralleli e le braccia piegate, i gomiti perpendicolari al fondo vasca si distende il braccio in avanti.

Jab: la gamba corrispondente al braccio che tira il pugno è un po’ avanzata. Un braccio si distende in avanti mentre l’ altro resta piegato con la mano a riparare il volto.

Cross: questo colpo va tirato con il braccio opposto alla gamba più avanzata. Nel momento in cui si sferra il pugno c’ è una lieve rotazione del corpo e si solleva il tallone della gamba corrispondente al braccio che colpisce.

Montante: dalla posizione di molleggio, con i piedi paralleli, si porta il gomito del braccio con il quale si intende colpire in basso e poi dietro, quindi si spinge verso l’ alto.

Gancio: dalla posizione di molleggio si porta il gomito del braccio che sferra il pugno in fuori e poi si colpisce davanti a sé.

Gancio frontale: si solleva la gamba con il ginocchio flesso, quindi si distende completamente davanti a sé.

Gancio laterale: si solleva la gamba con il ginocchio flesso poi si distende spingendo lateralmente.

Round house: si solleva la gamba piegata, si colpisce con un movimento obliquo e, disegnando un angolo di 45 gradi, si va a colpire di nuovo, questa volta davanti.

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