Intolleranza al latte, l’ incapacità di digerire il lattosio

di Redazione 2

E’ un problema che deriva dall’incapacità da parte del nostro apparato di digerire il lattosio, lo zucchero presente nel latte e in alcuni suoi derivati di mucca, di capra e di pecora. L’intolleranza al latte deriva dala totale mancanza o dal deficit di un enzima detto lattasi, che ha la funzione di scomporre il lattosio nelle due molecole che lo compongono, ovvero il galattosio e il glucosio. La lattasi è prodotta naturalmente dalle cellule dell’intestino, in particolare in grande quantità nei neonati, ai quali permette di digerire il latte materno. Con la crescita, già a partire dai tre anni, la produzione enzimatica tende a diminuire e la sua quantità diventa minima attorno ai 20 anni.

Oltre a questo la produzione di lattasi è legata alla dieta che si segue, se non si assume latte si perde quasi completamente la capacità di produrre lattasi. Quando la lattasi non è sufficiente a digerire il lattosio, questo zucchero arriva tale e quale nell’intestino dove si occumula e per effetto della flora batterica intestinale, fermenta provocando meteorismo, gonfiore, diarrea, crampi addominali, pruriti e anche mal di testa.

Oltre alla valutazione dei sintomi, per una corretta diagnosi dell’intolleranza al latte, si deve fare un test specifico, il Breath Test, un esame non invasivo che viene effettuato in ambulatorio delle Asl o ospedalieri. A digiuno si soffia dentro uno speciale boccaglio. Successivamente viene fatta bere una quantità definita di lattosio, poi si deve soffiare nuovamente nello strumento. Il respiro così raccolto viene esaminato valutando il contenuto di metano e idrogeno: se questi gas sono superiori a quelli presenti prima di aver bevuto lattosio, significa che c’è intolleranza al latte, .

Sono da preferire il latte delattosato, facilmente reperibile nei normali negozi di alimentari oppure lo yogurt, in quanto predigerito dai batteri lattici. Per quanto riguarda i formaggi stagionati, in caso di intolleranza al latte, si consiglia di limitare al massimo il consumo, perchè pur avendo una ridotta quantità di lattosio tendono a fermentare nell’intestino, andando a peggiorare i sintomi.

Eliminando o riducendo il latte e i latticini dalla dieta si rischia di andare incontro a carenza di calcio. L’insufficiente assunzione di questo minerale può provocare, soprattutto nelle donne dopo la menopausa, una diminuzione della massa ossea, l’osteoporosi, una vera e propria alterazione della struttura delle ossa che diventano molto fragili e di conseguenza soggette a fratture anche spontanee.

Per compensare il ridotto introito di calcio si può intervenire inserendo nella dieta quotidiana acqua minerale ad alto contenuto di calcio. Un litro e mezzo di acqua minerale calcica contiene circa la metà del fabbisogno giornaliero. Inoltre è bene consumare il pesce che è ricco di questa sostanza, in particolare quello azzurro, ovvero sarde, alici, sardine.

Commenti (2)

  1. dura la vita delle persone intolleranti al lattosio, io lo so bene..
    comunque volevo segnalare che qualche azienda si sta muovendo per proporre prodotti golosi che possiamo consumare anche noi! io da poco ho scoperto la linea senza latte della cleca, soprattutto il budino ai frutti tropicali! http://goo.gl/2xiiq Finalmenteeee!

  2. Dura la vita delle persone intolleranti al lattosio, io lo so bene..
    Comunque volevo segnalare che qualche azienda si sta muovendo per proporre prodotti golosi che possiamo consumare anche noi! Io da poco ho scoperto la linea senza latte della Cleca, soprattutto il budino ai frutti tropicali! Finalmenteeee!

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