Il primo soccorso per lo sincope (svenimento), le cause e i consigli per superarlo

di Redazione 2

La vista si offusca, si incomincia a sudare e ad avere la nausea, la testa gira e in pochi secondi ci si ritrova a terra, svenuti. E’ la sincope, ovvero una perdita di conoscenza transitoria e di breve durata causata da una riduzione del flusso e dell’ apporto di ossigeno al cervello.

A volte non si arriva a perdere i sensi completamente, ma si ha solamente una sensazione di malessere e di offuscamento generale, per cui si parla di pre-sincope.

Tra le cause più comuni della sincope ci sono quelle neuro-mediate, che dipendono cioè da un’ eccessiva attivazione del nervo vago, che fa parte del sistema nervoso parasimpatico, deputato al controllo delle funzioni indipendenti dalla volontà. Così, per esempio, si può svenire quando si vomita o si sta in piedi troppo a lungo in un luogo caldo e affollato.

Ma lo svenimento può verificarsi anche in seguito a una crisi ipoglicemica, a un dolore molto intenso, a una botta in testa o a un attacco di ansia o di panico, oltre che per cause più serie, come alcune malattie del cuore, del cervello o della circolazione. Nella maggior parte dei casi di sincope ci si riprende del tutto in 30 secondi-un minuto al massimo, a patto di essere soccorsi nella maniera corretta.

In caso di svenimento, bisogna tenere l’ infortunato disteso, però, non basta; è anche necessario cercare di farlo respirare il meglio possibile in modo che l’ ossigeno arrivi più velocemente al cervello. Liberare dunque da tutto ciò che lo costringe, quindi allentare cravatta, cintura, sbottonare camicia e pantaloni. Slacciare i vestiti serve anche ad agevolare la circolazione sanguigna.

Se la persona non ha ancora perso i sensi ma si sente mancare, per evitare che cada bruscamente a terra e sbatta la testa, farla sdraiare supina, tenendole le gambe sollevate per aumentare il flusso di sangue al cuore e al cervello. Anche se, dopo qualche istante, si ha l’ impressione che stia meglio, non cercare di farla sedere o, peggio, di sorreggerla e di riportarla in piedi, perché c’ è il rischio di un nuovo svenimento. La posizione sdraiata va mantenuta per almeno cinque-10 minuti.

A questo punto, verificare se la persona riesce a respirare da solo e se il cuore batte ancora. Nel caso in cui non si riescano ad apprezzare le funzioni vitali entro pochi secondi dalla perdita di coscienza, chiamare subito il 118 e, solo se si è in grado di farlo, procedere con le manovre di rianimazione, altrimenti non fare nulla e attendere che arrivino i soccorsi. Potrebbe trattarsi non più di sincope, ma di arresto cardiorespiratorio.

Quando l’ infortunato si riprende, non somministrargli cibi o liquidi di alcun tipo, soprattutto alcolici. L’ alcol, infatti, essendo un vasodilatatore può contribuire ad abbassare ancora di più la pressione sanguigna, peggiorando la situazione. Al limite, se la persona lo desidera, le si può dare un po’ d’ acqua e zucchero, specie se la sincope è stata provocata da una crisi ipoglicemica.

I consigli validi per chiunque, ma soprattutto per chi ha la tendenza allo svenimento: è fondamentale bere molta acqua, nell’ ordine di due-tre litri al giorno, specialmente d’ estate. E poi, non stare fermi in piedi a lungo, non alzarsi troppo rapidamente, non esagera con l’ esposizione al sole, praticare una moderata attività fisica e dormire con la testa sollevata di almeno 10 gradi dal piano del letto.

Il 20 per cento di chi ha avuto un episodio di sincope viene dimesso dal Pronto Soccorso senza sapere da che cosa è stata provocata. Invece è molto importante scoprire la causa, perché potrebbe nascondersi un problema al cuore che, se trascurato, può persino portare alla morte improvvisa. Ecco perché da qualche anno in molti ospedali italiani sono nati centri specifici per lo studio della sincope, le cosiddette “sincope unit”.

In queste strutture si eseguono esami come l’ elettrocardiogramma o l’ ecocardiogramma che possono svelare la presenza di un disturbo cardiaco e il test del lettino inclinato, che riproduce in laboratorio le condizioni dello svenimento ed è quindi in grado di stabilirne l’ origine. Sul sito www.gimsi.it è possibile visualizzare l’ elenco delle syncope unit certificate dal Gruppo Italiano Multidisiplinare per lo studio della sincope.

Commenti (2)

  1. se non si è in grado di praticare la rianimazione cardiopolmonare, in attesa dell’ambulanza si deve tener iperestesa la testa del pz, per evitare che la lingua cadendo all’indietro impedisca il passaggio dell’aria. Alla persona che si riprende non va dato niente da bere perchè potrebbe vomitare.

  2. Articolo chiaro ed esauriente con termini comprensibili per chiunque possa trovarsi in situazioni dek genere. Grazie

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