Aumento del seno con mastoplastica additiva: tipi di protesi e tecniche di chirurgia estetica del seno

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Aumento del seno con mastoplastica additiva: tipi di protesi e tecniche di chirurgia estetica del seno
L’ intervento chirurgico di mastoplastica additiva aumenta il volume del seno, lo rende più tonico al tatto, con una forma più piacevole e con proporzioni più armoniche.
In Europa l’ utilizzo di dispositivi impiantabili (protesi) è disciplinato dalla direttiva 93/42/CEE, e dal 14 giugno 1998 il marchio CE è obbligatorio per tutti i presidi medici. La qualità delle protesi impiegate per l’ aumento del seno è sicuramente uno dei fattori determinanti per la buona riuscita dell’ intervento chirurgico di mastoplastica additiva e la sua durata nel tempo.
TIPI DI PROTESI PER L’ AUMENTO DEL SENO
Inizialmente tutte le protesi esano lisce. Oggi quasi tutte le protesi per il seno hanno una testurizzazione negativa ovvero, la loro superficie è composta da “cellule in negativo” e da un particolare tipo di rivestimento. L’ organismo riconosce lo spazio dove è stata inserita la protesi (la tasca) come un vuoto e cerca di colmarlo.
Le protesi per aumentare il volume del seno possono essere riempite con soluzione fisiologica, ma più spesso con gel di silicone.
Esistono principalmente due forme di protesi, quelle anatomiche “ a goccia ” e quelle rotonde. La scelta di una forma rispetto all’ altra viene fatta in base alla conformazione delle mammelle e al tipo di tecnica utilizzata per l’ intervento di mastoplastica additiva, ovviamente senza mai tralasciare le esigenze della paziente.

TECNICHE CHIRURGICHE DI IMPIANTO DELLE PROTESI PER L’ AUMENTO DEL VOLUME DEL SENO CON MASTOPLASTICA ADDITIVA
La tasca per l’ alloggiamento della protesi può essere:
Retro-ghiandolare: viene allestita tra la struttura ghiandolare e la fascia superficiale del muscolo pettorale. L’ impianto in questa posizione può determinare un rischio maggiore di visibilità della protesi. Inoltre, c’è un rischio maggiore di ptosi secondaria (seno cadente);
Sotto-fasciale: la protesi viene posizionata tra il muscolo pettorale e la fascia che lo ricopre;
Retro-muscolare: le protesi vengono posizionate tra il periostio delle coste e la fascia profonda del muscolo pettorale. L’ impianto in questa posizione maschera meglio la protesi. Con il tempo però, il muscolo può andare incontro ad uno stiramento sotto la pressione della protesi, tale da renderla più evidente. Esiste un posizionamento parzialmente retro-muscolare (o Dual Plane tipo I, II e III) dove la protesi si trova al di sotto del muscolo pettorale solo nella parte superiore mentre nella parte inferiore sporge verso la ghiandola.

L’ INTERVENTO CHIRURGICO DI MASTOPLASTICA ADDITIVA E LE CICATRICI POST-INTERVENTO
Il posizionamento di una protesi necessariamente produce una cicatrice, anche se di piccole dimensioni, in genere compresa tra 3 e 5 cm. Attraverso l’ incisione, il chirurgo estetico plastico allestisce una tasca che dovrà accogliere la protesi mammaria scegliendone la posizione in base alla conformazione di partenza delle mammelle, al tipo di aumento del seno che si vuole ottenere e alla qualità dei tessuti della paziente.
Per ciò che riguarda la sede della cicatrice, questa può essere:

Peri-areolare: è un tipo di accesso che non si può fare in areole molto piccole, può modificare la sensibilità del complesso areola-capezzolo e determina una parziale interruzione dei dotti galattofori. L’ incisione chirurgica classica prevede un accesso peri-areolare inferiore, ma può essere eseguito anche un accesso peri-areolare mediale o superiore;

Transareolare: descritta dal maestro Pitanguy nel 1978, è una incisione che divide a metà il capezzolo ma, anche con le varianti successivamente descritte, non ha raccolto il favore dei chirurghi;

Ascellare: descritta nel 1973, evita cicatrici sulla mammella, ma residua una cicatrice visibile sollevando le braccia. Normalmente è utilizzata per il solo posizionamento della protesi sotto-muscolare. È gravata sia da una peggiore visualizzazione della tasca sia da un più frequente posizionamento errato della protesi. Sicuramente l’ utilizzo di tecniche endoscopiche ne ha migliorato le possibilità, ma in caso di re-intervento, nella maggior parte dei casi, bisognerà aggiungere una nuova cicatrice;

Sotto-mammaria: permette un accesso rapido ed è da preferire in donne giovani e con solchi sotto-mammari ben definiti. Inoltre, è l’ accesso più semplice se si programma un intervento di mastoplastica additiva Dual Plane;

Peri-ombelicale: descritto nel 1993 e chiamato TransUmbilical Breast Augmentation (TUBA), è poco utilizzato e prevede l’ inserimento di protesi gonfiabili con soluzione salina, attraverso un tunnel creato tra l’ ombelico e la mammella. Per il rischio di danneggiamento della protesi, le maggiori case produttrici non forniscono garanzie di durata se viene utilizzata questa tecnica. Inoltre, in caso di re-intervento, bisognerà aggiungere una nuova cicatrice.

In conclusione, l’ intervento di mastoplastica additiva con protesi è un intervento in cui le tecniche, i vantaggi e i rischi sono ampiamente riconosciuti, mentre i limiti e i desideri illusori sono sicuramente più difficili da comprendere. Inoltre, non esistendo una tecnica migliore in assoluto, sarà cura di un chirurgo esperto poter offrire e spiegare tutte le possibili alternative, indicandone vantaggi e svantaggi, senza mai dimenticare le aspettative della paziente.

UNA CURIOSITA’:
La signora Timmie Jean Lindsey non è molto conosciuta al di fuori del mondo della chirurgia estetica, eppure è stata la prima donna al mondo a “ rifarsi il seno ” con protesi in gel di silicone nel marzo del 1962. La signora Lindsey, recatasi nell’ ospedale di Houston per cancellare due rose tatuate su una mammella, ricevette la proposta dai medici Thomas Cronin e Frank Gerow di ingrandire le sue mammelle, ormai svuotate da 6 gravidanze, con le natural-feel prosthesis, ovvero il primo modello di protesi mammaria in gel di silicone che i due chirurghi avevano da poco inventato. Lei accettò subito, a patto che le venissero corrette anche le orecchie a sventola ! La signora Lindsey non ha mai sostituito le protesi originali, pertanto il suo è il più lungo periodo di controllo di cui si possa disporre per gli interventi di mastoplastica additiva.

Fonte: Comunicato Stampa Dottor Roberto Dell’ Avanzato
Specialista in Chirurgia Generale – Master in Chirurgia Estetica -Diploma Universitario in Chirurgia Mininvasiva

Il Dottor Dell’ Avanzato opera a Roma, Firenze e Arezzo e collabora con il sito Esteticalive.it, sito internet di medicina e chirurgia estetica con uno staff di chirurghi estetici plastici specializzati in tutta Italia.
Per lasciare una richiesta di visita e avere maggiori informazioni: www.esteticalive.it

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