Diuresi: poliuria e oliguria

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La diuresi varia da un individuo all’altro e nello stesso individuo, essenzialmente in base alla quantità d’acqua ingerita. Si stima che per l’adulto i valori normali siano compresi tra 0,5 e 3 l nelle 24 ore.
Per indicare una diuresi eccessiva si usa il termine “poliuria”, la diminuzione del volume urinario viene detta “oliguria”, mentre “anuria” indica l’assenza di urina.

La diuresi non necessariamente equivale al volume di urina emessa con la minzione, in quanto l’urina può accumularsi nella vescica e non fuoriuscire a causa di una disfunzione dello svuotamento vescicale. Lo studio e la misurazione della diuresi a intervalli ravvicinati, per esempio ogni ora, consente di tenere sotto controllo gli stati patologici gravi nei pazienti in rianimazione.

Diuresi normale:

I reni costituiscono la via principale di eliminazione di acqua e soluti, e il flusso e la composizione dell’urina sono regolati in modo da mantenere l’ambiente interno dell’organismo nelle condizioni il più possibile stabili. La diuresi normale di un individuo adulto, nelle 24 ore, è di 1500 ml circa ma può variare molto in dipendenza dalle caratteristiche e dalla quantità di fluidi e di cibi ingeriti, e dalla quantità di acqua persa attraverso vie come la sudorazione o la perdita insensibile della respirazione. L’alcool esercita un notevole effetto sull’eliminazione da parte del rene di acqua ed elettroliti.

L’ingestione di liquori forti provoca una diuresi indistinguibile da quella che segue una notevole bevuta d’acqua. Questo effetto sembra dovuto alla soppressione transitoria della produzione di un ormone che fa normalmente risparmiare acqua; si tratta dell’ormone antidiuretico. L’aumento della diuresi si verifica soltanto nelle fasi iniziali dell’ingestione di alcool e non perdura se questa prosegue. La diuresi può diminuire di molto in condizioni di scarsità o di perdita eccessiva di acqua: in questo caso il rene è in grado di concentrare le urine fino ad un terzo del volume normale.

Le alterazioni della diuresi che si verificano in varie malattie sono in due direzioni: oliguria, cioè diminuzione della quantità di urina prodotta o poliuria quando la quantità è eccessiva.

L’oliguria:

Ci sono varie cause di oliguria e la più frequente può essere la semplice disidratazione (perdita di acqua e sali). Per fronteggiare un diminuito volume di fluidi organici (specialmente se c’è stata una maggiore perdita di acqua che di sali, poiché questo fatto stimola la produzione di ormone antidiuretico) si verifica una minore filtrazione di urina dal plasma poiché questo arriva in quantità ridotta.

Questa situazione avviene nello scompenso cardiaco congestizio (poiché anche in questo caso la quantità di sangue che raggiunge il rene è scarsa per inefficienza della pompa cardiaca), nella cirrosi epatica poiché la massa di sangue circolante diminuisce a causa della scarsità di albumina, nell’insufficienza renale acuta poiché le proprietà filtranti del rene vanno perdute (in alcuni casi si può arrivare all’anuria, cioè alla completa assenza di diuresi), nell’insufficienza renale cronica (nelle fasi iniziali può esserci poliuria perché va persa la capacità di concentrare le urine, mentre nelle fasi terminali il numero di unità elementari funzionanti o nefroni è così basso che non può essere formata una sufficiente quantità di urina), nelle ostruzioni del tratto urinario (a valle del rene cioè a livello della vescica o dell’uretra, per esempio a causa di un ingrossamento della prostata o di anomalie congenite o acquisite dell’uretra che provocano ristagno di urina e difficoltà nell’emissione della stessa).

La poliuria:

Questa alterazione è caratteristica di alcune malattie come il diabete insipido (dovuto ad alterazioni dell’ipotalamo, cioè di quella parte del cervello che presiede alla produzione dell’ormone andiuretico, oppure ad un difetto renale congenito consistente in una insensibilità delle cellule dei tubuli renali all’azione di questo ormone), e di alcune lesioni renali acquisite. La carenza di un sale, il potassio, è comunemente anche se non invariabilmente associata ad una inabilità del rene a concentrare le urine.

La natura del difetto non è chiara. In ogni caso la situazione ritorna alla norma se viene somministrato potassio. Si sa da tempo che l’ipercalcemia è accompagnata ad una diminuita capacità a concentrare massimalmente le urine. Altri esempi di lesioni renali acquisite caratterizzate da una inabilità a concentrare le urine sono di frequente riscontro nei pazienti con insufficienza renale cronica. Alcuni impressionanti esempi di poliuria estrema sono stati visti in pazienti affetti da mieloma multiplo (si tratta di una malattia tumorale che colpisce alcune cellule del sangue, le plasmacellule deputate alla produzione di anticorpi; queste cellule aumentano molto di numero e le immunoglobuline che esse producono in eccesso si vanno a depositare a livello renale), da amiloidosi (si tratta di un quadro clinico caratteristico di una forma la cui causa è sconosciuta, o secondario a varie altre malattie fra cui le infezioni croniche, il mieloma multiplo etc.).

Cause:

Più comunemente una diuresi marcata è conseguente alla rimozione di un ostacolo lungo le vie urinarie (per esempio nella fase di risoluzione della necrosi tubulare). Un’altra causa di diuresi abbondante è costituita dalla presenza di grosse quantità di zucchero nel sangue, come si ha nel diabete mellito scompensato. Questo aumento della diuresi è dovuto al fatto che lo zucchero, presente in eccesso nel sangue, passa anche nelle urine, perché il rene non riesce a riassorbirlo completamente. Lo zucchero nelle urine richiama quindi, per fenomeni osmotici, notevoli quantità di acqua.

’aumento della diuresi è uno dei primi sintomi del diabete: il paziente è spesso costretto ad alzarsi anche di notte per urinare. Questo sintomo ha dato il nome al diabete: la parola diabete deriva infatti dal greco “”passare attraverso””, perché il paziente, pur avendo molto appetito e mangiando e bevendo più del normale, dimagrisce rapidamente e urina molto: quasi come se le sostanze ingerite attraversassero l’organismo del paziente senza essere metabolizzate. Il termine mellito indica invece il fatto che le urine del paziente contengono zucchero, e sono “”dolci come il miele””, mentre nel diabete insipido le urine sono povere di sale: una terminologia che ricorda tempi in cui i medici “”analizzavano”” le urine assaggiandole.

 

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