Retinoblastoma, il tumore all’occhio più diffuso nei bambini

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E’ il tumore all’occhio più diffuso in età pediatrica, un caso su circa 20 milanuovi nati, si tratta del retinoblastoma e colpisce la retina di uno o di entrambi gli occhi e si manifesta di solito precocemente, nella maggior parte dei casi entro i primi cinque anni di vita del bambino. Il segnale più comune del retinoblastoma è un riflesso biancastro del fondo oculare causato dalla massa del tumore che occupa il corpo vitreo (il fluido che riempie i 4/5 posteriori del globo dell’occhio).

Il retinoblastoma si distingue in due forme: circa il 40 per cento dei casi è ereditario, una mutazione di un gene, che uno dei genitori trasmette al figlio. In questi casi il rischio che la malattia colpisca entrambi gli occhi è più alta. Ma può anche trattarsi di una forma sporadica, in cui non c’è alcuna componente generica. Colpisce in genere un solo occhio e si sviluppa in modo più lento.

Le cure tradizionali per retinoblastoma

Tutti i casi di retinoblastoma possono essere trattati. Ci sono diversi tipi di cura e la scelta dipende dallo stadio e dall’estensione del tumore (se è solo all’interno dell’occhio o anche all’esterno). Per il retinoblastoma il medico ha varie possibilità di cura. A questi trattamenti, a seconda dei casi, viene associata anchela chemioterapia:

– l’intervento chirurgico, che consiste nell’asportare l’occhio colpito (enucleazione);
– la radioterapia, per distruggere le cellule tumorali e ridurre le dimensioni del tumore;
– la crioterapia, che usa il freddo per colpire e distruggere le cellule malate;
– la fotocoagulazione, che usa un raggio laser per distruggere i vasi sanguigni che alimentano il tumore.

Negli utltimi anni, risultati molto incoraggianti su un nuovo tipo di cura sono stati raggiunti al policlinico Le Scotte di Siena. La sperimentazione ha riguardato una nuova tecnica di “chemiochirurgia: consiste nell’inserire un minuscolo catetere, all’altezza dell’ingine, nell’arteria femorale e raggiungere così l’arteria oftalmica, da cui ha origine quella centrale che irrora l’occhio. In questo modo, si somministrano i farmaci di chemioterapia in maniera selettiva e concentrata. Questa tecnica è poco invasiva per l’occhio: le sostanze chemioterapiche aggrediscono il tumore, ma non sono tossiche per la retina.

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