Come si scopre il punto G?

di Redazione Commenta

Basta un’ ecografia per scoprire il punto G e sfruttarne tutte le potenzialità. Il leggendario punto G, l’ interruttore del piacere femminile, esiste ed oggi grazie ad un team di ricercatori dell’ Aquila sappiamo anche dov’ è: tra la vagina e l’ uretra. La ricerca è stata guidata da Emmanuele A. Jannini, endocrinologo e docente di sessuologia medica. Con una semplice ecografia i ricercatori si sono accorti che a dividere le due cavità (vagina e uretra) c’è una parete più o meno spessa. E’ formata da un tessuto nervoso e dalla parte interna del clitoride, la più sensibile. La ricerca è partita dall’ esperienza di pazienti e colleghe del sessuologo.

Il team ha chiesto a un gruppo di venti donne under 35 di descrivere un tipico orgasmo. Per dieci di loro era solo di tipo clitorideo, le altre provavano anche quello vaginale. L’ ecografia ha mostrato che queste ultime presentavano un ispessimento della parete anteriore della vagina. Ecco dunque trovato il punto G e confermato quello che si sospettava da tempo: alcune donne ce l’ hanno, altre no! Ma attenzione, le persone a cui manca non devono pensare di avere una carta in meno nella partita con il piacere: si tratta solo di una variante anatomica, come il colore degli occhi. Scoprire se si è una delle fortunate è semplice: non servono esami costosi, basta una semplice ecografia.

Posizione anatomica e ispessimento della parete sono segni rivelatori che qualsiasi ginecologo può osservare, come dimostra lo studio pubblicato sul Journal sexual medicine dai ricercatori dell’ Aquila. Una scoperta che potrebbe aprire un nuovo capitolo nella vita sessuale di una donna. E’ il caso di una paziente del Dott. Jannini che, convinta di poter avere solo orgasmi clitoridei, dopo l’ ecografia ha scoperto di avere il punto G e ha iniziato a stimolarlo con le posizioni giuste raggiungendo così un nuovo piacere. E se facendo l’ ecografia non si trova nulla? Un orgasmo clitorideo non è per forza meno piacevole…ma il team del Dott. Jannini sta già svolgendo test per capire se è possibile aumentare proprio lo spessore del tessuto vaginale con la terapia ormonale. Forse in futuro si potrà far crescere il punto G anche a chi non ce l’ha!

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