Bassare i riscaldamenti per combattere l’obesità

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La guerra all’obesità passa addirittura dal termosifone prima ancora che dalla bilancia. Uno studio coordinato a Torino e pubblicato sull’International Journal of Obesity ha concesso di scoprire che l’elevata temperatura nelle abitazioni (20-21 gradi piuttosto che 19) contribuisce a diminuire la «spesa energetica» del nostro organismo, agevolando l’aumento patologico del peso.

Il troppo caldo, insomma, non fa bene dal momento la quantità di calorie che la persona brucia per mantenere la temperatura corporea a 37 gradi si riduce se quella nell’ambiente è più alta e dunque più vicina a quella corporea. Così il peso cresce. Un altro studio effettuato fra gli adolescenti sempre a Torino, e sempre dal professor Paolo Cavallo Perin, direttore della Medicina universitaria della Città della Salute, e dalla dottoressa Simona Bo, specializzata in Scienze e tecniche dietetiche, aveva altresì già concesso di comprendere nel 2012 che nell’età della crescita il sovrappeso non è di per sé abbinabile al numero di snack che i ragazzi mangiano, bensì al fatto che chi mangia più di tre merendine al giorno è anche più sedentario. Come un legame inscindibile. In altri termini, secondo gli specialisti di Torino, l’obesità è legata alle calorie totali assunte e consumate, non dal numero di pasti consumati.

Le due scoperte verranno illustrate e discusse domani e dopodomani presso il Centro congressi di Torino Incontra, in occasione dell’Obesity Day, la Giornata contro l’obesità nel corso della quale (giovedì dalle 10 alle 16,30) in piazza San Carlo medici e dietisti degli ospedali San Giovanni Bosco, Maria Vittoria, Mauriziano, Molinette, San Luigi e Regina Margherita affiancheranno gli infermieri volontari della Cri per indicare a tutti informazioni sui rischi del sovrappeso e sulle strade possibili per contrastarlo.

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