Protesi Pip, allarme in Italia, il Codacons annuncia una class action

di Redazione 3

Sotto accusa il gel contenuto nelle protesi francesi Pip, una sostanza che potrebbe provocare il cancro al seno, ma non c’è nulla che ne possa dare la certezza. Nonostante ci siano rassicurazioni da più parti che in Italia non ci sia richio per queste protesi, il Codacons dichiara, al contrario, che sarebbero migliaia le donne italiane che sono state sottoposte ad un impianto di protesi prodotte dall’azienda francese Pip. I dati comunicati dall’associazione in difesa del consumatore parlano di 4.300 pazienti coinvolte, contestando il dato ufficiale fino ad oggi diffuso dall’azienda, la considerazione arriva dai dati certi che fino al 2007 l’Istituto tumori di Milano avrebbe utilizzato unicamente tali protesi per le operazioni al seno.

Il Codacons ha quindi annunciato che oggi, 27 dicembre, presenterà un esposto a ben 104 Procure un po’ su tutto il territorio italiano, una vera e proprio “class action” aperta a tutte le pazienti alle quali sono state inserite le protesti difettose che vorranno aderire. Così anticipa l’Associazione:

“si chiede di procedere per i reati di lesioni gravissime, frode in commercio e produzione e vendita di prodotti pericolosi, nonché di accertare le responsabilità di chi, come il ministero della Salute e le altre autorità sanitarie del nostro Paese, aveva il compito di vigilare e di evitare un simile scandalo”.

Per quanto riguarda l’azione collettiva, alla quale, abbiamo detto, possono partecipare tutte le pazienti che hanno subito un impianto di protesi Pip, lo scopo è di far ottenere alla parte lesa un risarcimento per danni fisici subiti di circa cinquemila euro ciascuna, dovuti, secondo quanto si andrà a chiedere, per il grosso rischio che corrono le pazienti che si sono sottoposte all’intervento chirurgico.

Le protesi incriminate, sarebbero state fabbricate con un materiale siliconico in origine destinato unicamente ad usi industriali, e invece finito sul mercato della chirurgia plastica. Un fatto gravissimo che ha effettivamente coinvolte donne che, inizialmente si pensava fossero solo francesi, ma si è invece scoperto che il fenomeno è arrivato anche in Italia. Le protesi incriminate sono sta utilizzate sia per interventi puramente estetici, ma anche per quelli ricostruttivi a seguito di mastectomie, e quindi su seni e corpi già provati da gravi patologie.

UPDATE: A questo link potete compilare il modulo di adesione del Codacons

Photo Credits: Mss.Fantasy su Flickr

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Commenti (3)

  1. Mia madre un anno fa ha avuto un’intervento e gli hanno messo le protesi pip. Il chirurgo che l’ha operata ha detto che le toglierebbe le protesi pip ma che lei deve pagare le protesi nuove. Non mi sembra giusto anche perchè mia madre ha sofferto moltissimo per l’intervento. A chi deve rivolgersi?

  2. Buonasera Giada,

    abbiamo aggiunto all’interno dell’articolo il link utile dove può trovare la modulistica per aderire all’azione collettiva proposta dal Codacons.

    grazie,

    Martina Braganti

  3. salve ho 45 anni ho fatto l’ intervento di mastoplastica additiva nel maggio 2005 tutto bene fin chè non ho scoperto che le mie protesi erano proprio le pip cosi presa subito dalla paura di una rottura sono andata dal mio chirurgo ed ho sostituito le protesi pagando 1200euro ,e subendo un altro intervento con un altra anestesia totale ,adesso sono ancora in convalescenza ed ho ancora tutti i punti da togliere spero almeno in un risarcimento grazie cinzia ,firenze 14/01/012

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