Insonnia: l’importanza del riposo notturno, non quanto ma come si dorme

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Il riposo notturno è alla base di uno stile di vita regolare e sano, riposare bene significa affrontare la giornata con una marcia in più. Girarsi e rigirarsi nel letto, senza riuscire a chiudere occhio è un problema che riguarda molti, se capita una tantum, la colpa più essere del caffè in più o bevuto a tarda sera, se capita spesso, o sempre, allora bisogna prendere le dovute cautele. Non è solo questione di dovuto riposo ma, anche e soprattutto, di salute, dormire meno di sei ore per notte, aumenta il rischio di sviluppare problematiche cardiovascolari, come l’ipertensione.

Infatti, circa il 50 per cento dei soggetti con insonnia cronica, presentano un rischio clinicamente e statisticamente rilevante di sviluppare ipertensione arteriosa o malattie cardiovascolari. Oltre agli effetti negativi che si ripercuotono sul giorno dopo, esiste quindi un reale pericolo per la salute.

L’insonnia è una patologia vera e non una ossessione di persone stressate, è una condizione clinica che comporta seri problemi per la salute, incrementando il rischio di sviluppare depressione, intolleranza glucidica, obesità e ipertensione arteriosa.

I rapporti tra disturbi del sonno e malattie cardiovascolari è davvero molto stretto, soprattutto per chi presenta già problemi cardiovascolari, visto che le patologie stesse e i farmaci assunti per trattarle possono influire pesantemente sulla qualità del sonno e viceversa.

Per molte persone, inoltre, non è tanto la quantità, quanto la qualità del sonno a essere alterata. In alcuni casi il problema nasce dall’insorgenza di una maggiore frequenza di impercettibili e minuscoli risvegli, di cui il soggetto non è consapevole, che interrompono il riposo e mettono a repentaglio, se presenti cronicamente, non solo la qualità del sonno, ma anche il sistema cardiovascolare. I “microrisvegli”, così si chiamano quei piccoli risvegli, tendono ad aumentare con l’età. In alcuni casi, in una notte ci sono anche più di cento interruzioni del sonno, e in certi individui si arriva al numero esorbitante di 5-600 sveglie indesiderate, come si può verificare nella sindrome delle apnee ostruttive.

Il risultato è che il giorno dopo ci si sente incredibilmente stanchi, sonnolenti e ci si interroga su quanto si è effettivamente dormito. Anche se l’orologio ha sentenziato che le ore di sonno sono state più che sufficienti, in realtà si è spezzato il giusto ritmo del riposo.

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