I tacchi alti sono causa di alluce valgo per una donna su sei

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Seguire la moda, si sa, richiede alla donna dei sacrifici, quella dei tacchi alti e scarpette decoltèe con punte affilate costringe i piedi ad essere compressi per tutto il giorno ed a camminare su improbabili centimetri che richiedono una buona dose di equilibrismo, oltre che dolori insopportabili, pur di non rinunciare a calzature all’ ultimo grido.

Secondo una stima della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (Siot) una donna su 6 è a rischio di alluce valgo, piegato cioè verso l’ interno, conseguenza di anni di costrizioni su pericolosi tronchetti e punte affilate, una sorta di lento “deragliamento” dell’ alluce verso le altre dita del piede, mentre alla sua base si crea una sporgenza laterale rossa e dolente. Non esiste alcun plantare, tutore o fisioterapia che possa restituire all’ alluce la sua forma e funzionalità originali, bisogna necessariamente ricorrere all’ intervento chirurgico.

E’ stata però messa a punto dagli esperti una tecnica ‘soft’, rivolta soprattutto alle giovani pazienzi, in grado di correggere l’ alluce valgo in anestesia locale, con tempi chirurgici ridotti e cicatrici pressochè invisibili. Gli specialisti della Siot, inpegnati a Milano nel 94mo congresso nazionale, dichiarano che l’ intervento all’ alluce valgo, anche se minimamente invasivo, non è mai una scelta estetica ma un rimedio per ovviare al consistente dolore e riprendere la normale funzionalità del piede.

Cesare Verdoia, associato di Ortopedia e traumatologia all’ Università degli Studi di Milano e direttore della I Divisione dell’ Istituto Gaetano Pini di Milano, spiega: “La tecnica consiste nella correzione per via percutanea della deformità articolare ed è un’ opzione che viene preferita soprattutto in pazienti giovani”. L’ intervento, che non accorcia l’ osso metatarsale come avveniva in passato, non compromette la funzionalità del piede.

L’ intervento all’ alluce valgo, continua Cesare Verdoia, riduce il dolore e non lascia segni, ma non può essere applicato a tutti i pazienti, in particolar modo a chi soffre di artrosi o gravi osteoporosi, il decorso post operatorio richiede mediamente 5 settimane, dopo le quali si potrà tornare tranquillamente a camminare, pur essendo poco invasivo, il paziente sarà soggetto a dolori che, gradatamente, vanno a scomparire.

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