Cioccolato meglio del sesso: un sostituto alla pillola contro depressione e sindrome premestruale

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Una barretta fondente meglio del sesso per le donne italiane. E’ il cioccolato la più sicura fonte di piacere per il 60% delle rappresentanti del gentil sesso. Una su quattro lo preferisce in assoluto agli incontri sotto le lenzuola, ma la percentuale sale al 68% durante la fase premestruale, e addirittura all’ 83% nei giorni del ciclo. Le virtù più apprezzate di bon bon e cioccolatini? Migliora l’ umore (97%), favorisce l’ eccitazione (50%), allevia i dolori e i fastidi che molte sperimentano nella settimana che precede la mestruazione (33%), come irritabilità, alterazioni del sonno, gonfiore, mal di testa. E’ quanto emerge da un sondaggio condotto dal progetto “Scegli tu” della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) su 506 persone, presentato a Perugia, in occasione di Eurochocolate.

IL CIOCCOLATO CONTRO LA SINDROME PREMESTRUALE
Tanto che il cioccolato si rivela decisamente più utilizzato come rimedio fai da te per questi disturbi dei giorni del ciclo, rispetto alla pillola contraccettiva. Che è invece “la soluzione migliore per questi problemi, in grado di modificare le alterazioni ormonali e neurochimiche responsabili della sindrome premestruale – afferma Alessandra Graziottin, direttore del centro di ginecologia e sessuologia medica del San Raffaele Resnati di Milano – In particolare, sono efficaci quelle a base di drospirenone, l’ unico progestinico capace di aumentare le endorfine, le nostre molecole della gioia, a livello del sistema nervoso centrale“.

CIOCCOLATO E DESIDERIO SESSUALE
Il desiderio sessuale, infatti, non è automatico. E sembra andare a braccetto con il cioccolato. Il primo “è il risultato di una complessa attività del cervello – continua la Graziottin – Allo stesso modo la voglia di cioccolato presenta una base neurobiologica. E’ dimostrato che ragazze che ne mangiano ogni giorno tendono ad avere un desiderio più alto e una maggiore soddisfazione” rispetto alle altre. Insomma, in questo caso la gola accende la passione. “Le differenze nel metabolismo di questo alimento possono contribuire all’ effetto positivo sull’ umore e sulla vitalità che chi lo ama riferisce di provare rispetto a chi che non avverte benefici particolari – aggiunge la Graziottin – come suggeriscono ricerche pubblicate su riviste prestigiose come Neuroscience“.

CIOCCOLATO E DEPRESSIONE
Occhio però, perché il cibo degli dei non ha super-poteri. E rischia di trasformarsi in un semplice surrogato se la donna è depressa o ha una vita sessuale insoddisfacente. E questo capita purtroppo molto spesso a chi soffre di disturbi premestruali. La pillola in questi casi può rappresentare la giusta soluzione, ma non tutte sono uguali, come sa bene il 61% delle intervistate. “Gli estroprogestinici riducono le fluttuazioni ormonali cicliche alla base della sindrome premestruale. Fra le pillole oggi disponibili sembra particolarmente adatta Yaz“, spiega Vincenza Bruni, direttore della Ginecologia dell’ infanzia e dell’ adolescenza dell’Azienda ospedaliera Universitaria di Careggi a Firenze.

LA PILLOLA YAZ
Questo sia per “il tipo di formulazione – aggiunge – con assunzione di 24 confetti e una pausa di soli 4 giorni (invece dei ‘classici’ 7), sia per le caratteristiche del drospirenone, che agisce a lungo nell’organismo e tende a mantenere concentrazioni attive dell’ormone anche durante i giorni” di stop. I disturbi premestruali sono molto diffusi: in particolare la tensione al seno o al ventre può interessare fino all’ 80% delle adolescenti, con percentuali elevate anche in altre fasce d’ età.

IL CIOCCOLATO MEGLIO DELLA PILLOLA
Dati confermati anche da un sondaggio condotto dalla Sigo da cui emerge come per 43 italiane su 100 i disturbi premestruali compromettano la la vita sociale, per il 53% quella di coppia, quella lavorativa o scolastica per ben il 70%. Solo il 42% delle donne coinvolte dall’ indagine Sesso e cioccolato è però convinta che, nel complesso, la pillola possa essere un’ alleata del benessere: il pregiudizio più radicato resta quello sull’ aumento di peso (lo dice il 67% delle intervistate).

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