Milano Expo 2015 e l’ incubo del cemento

di Redazione Commenta

Dopo la vittoria di Milano per l’ Expo 2015, arrivano i timori per quello che lo stesso Adriano Celentano chiama la “gittata”: l’ incubo del cemento e di uno sviluppo urbanistico poco bilanciato (..e già Milano non è una delle città più verdi d’ Italia). Gli inviti ad evitare ” bulimie progettuali ” e a capitalizzare con intelligenza la grande occasione dell’ Expo 2015, arrivano anche da architetti e urbanisti. Sul proprio blog Celentano se la prende con Fuksas, Botta, il trio di City Life Libeskind-Isozaki-Hadid, ma soprattutto ha paura per il “colpo di grazia già in canna” su Milano: la “gittata” di cemento finale sull’ Expo. Inviti e raccomandazioni giungono anche da alcuni colleghi dei professionisti citati da Celentano. Ci sono infatti anche grandi architetti e urbanisti che per l’ Expo hanno fissato una scaletta di priorità. Come in ogni grande progetto, si parte dall’ idea, e quella di Alessandro Benevolo (figlio del grande urbanista Leonardo) è che Milano abbia bisogno di un piano organico su cui progettare il suo accrescimento in vista dell’ Expo. Va evitata l’ accozzaglia di progetti finalizzati a facilitare l’ evento, ma incapaci di lasciare tracce durevoli. Per l’ urbanistica a Milano manca una strategia. Un esempio secondo Benevolo è il progetto City Life che non si pone il problema del contesto in cui sarà costruito: si tratta di tre sculture di vetro che vanno bene a Hong Kong come a Pechino. Le idee da sfruttare secondo Benevolo sono la cintura del verde metropolitano e il recupero delle aree ancora dismesse (per non trasformare Milano in una città invivibile). Un altro grande invito è imparare da chi ha già vissuto la vertigine dell’ Expo: Siviglia dopo l’ Expo del ’92 si ritrova con interi quartieri costruiti e poco utilizzati. Si deve quindi ragionare su opere svincolate dall’ evento in sè.

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