Depressione post partum e salute della donna

di Redazione Commenta

Si chiama depressione post partum e, a differenza della vera e propria depressione, si manifesta nella donna dopo il parto. La depressione post partum, è caratterizzata da uno stato ansioso-depressivo che accompagna la donna per qualche tempo, difficilmente va oltre la decina di giorni dal parto, con momenti di vere e proprie crisi depressive transitorie, intervallate da stati d’ansia .
“Non lasciamole sole”! è il nome e il fine della campagna di sensibilizzazione sulla depressione post partum promossa dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo). L’obiettivo è promuovere un cambiamento culturale e migliorare la conoscenza e l’informazione sul tema.
In Italia sono oltre 50 mila le donne che ogni hanno sperimentano la depressione post partum. “Un esercito senza voce – sottolinea Sigo – che spesso non riesce a chiedere aiuto, per ignoranza o senso di colpa. Si tratta di una condizione patologica molto più frequente di quanto non si creda“. Nei paesi occidentali infatti il 10-15% delle donne che partoriscono ne soffrono.

E’ un problema estremamente diffuso– ha detto il presidente della Sigo, Giorgio Vittori – che nella quotidianità la donna si trova ad affrontare da sola. Noi ginecologi rappresentiamo il punto di riferimento per la salute della donna, ecco perchè crediamo spetti a noi rompere il tabù che ancora circonda questo argomento. Vogliamo creare una rete di protezione intorno alla donna che, a partire da noi, coinvolga familiari, operatori sanitari e Istituzioni“.
La campagna prende il via con un sondaggio rivolto a tutti i ginecologi della Sigo per ricavare una fotografia aggiornata ed attendibile del problema nel nostro Paese. I risultati saranno annunciati con un convegno nazionale il 18 marzo a Roma.
Il progetto si svilupperà su medio-lungo periodo. Sono previste azioni mirate a rendere più consapevoli operatori sanitari, ginecologi e medici di famiglia, spesso non adeguatamente formati né a riconoscere per tempo i segnali preoccupanti né ad intervenire in maniera corretta. Ma si rivolgerà anche direttamente ai cittadini, con materiali informativi e un forte coinvolgimento dei media.

CHE COS’E’ LA DEPRESSIONE POST PARTUM
Esiste una spiegazione scientifica alla depressione post partum, che è da ricercarsi nella caduta di ormoni che accompagnano il travaglio e che segue ad esso. A questo si aggiungono il carico di natura psicologica che segue la vista del “neonato urlante” del tutto dipendente dalla madre, il bagaglio di responsabilità che assale la mamma da subito, col dubbio, sovente, di non essere certi di riuscire nell’ impresa.
Importante è il vissuto durante la gravidanza, spesso caricata di aspettative eccessive rispetto alla situazione che si presenta dopo il parto e che vengono viste dalla donna in modo spropositato rispetto a quella realtà immaginata prima del parto al punto da farla ritenere persino inadeguata rispetto ai compiti che si palesano da subito e che possono sembrare persino impossibili da assolversi nell’immediato.

Queste evenienze risentono dell’età della madre, del contesto dove vive, dell’apporto che potrà avere dai parenti prossimi, primo fra tutti il marito, nonché dal numero di gravidanze avute.
E’ possibile che la madre, di fronte al carico di tante nuove responsabilità, possa rispondere in maniera distorta, caricandosi emotivamente e alimentando ansie fino a sconfinare in forme patologiche di natura depressiva, quasi sempre generate dall’atteggiamento di inadeguatezza verso il nuovo compito che dovrà sostenere.
Si parla quasi sempre di forme di lieve depressione, che spesso si risolvono spontaneamente e non richiedono l’aiuto né di medici né di un approccio terapeutico particolare, al di là, eventualmente, di qualche blando ansiolitico naturale da assumersi nel breve periodo. Solo nel caso in cui non si assiste, dopo settimane dal parto, a nessun significativo miglioramento della sintomatologia, può essere necessario il ricorso alle cure del proprio medico di famiglia il quale, eccezionalmente, riterrà opportuno l’apporto dello specialista consigliando alla paziente di sottoporsi a trattamenti più mirati atti a risolvere il problema.

A cura di Manuela Torregiani

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